.Capitolo 47.

1.2K 76 13
                                    

Era stata una serata veramente piacevole, piano piano i ragazzi stavano acquistando sicurezza, mostrando i loro veri colori e caratteri: Lawrence aveva l'anima da filosofo e parlare con lui portava sempre la conversazione a un piano più profondo, etico e morale, mentre Marcus era da meno quisquilie psicologiche e metafisiche e più cose pratiche e reali, infatti smontava sempre ogni discorso messo su dal biondo, aprendo un adorabile battibecco ogni volta.
Devo ammettere che non me li immaginavo così quando li incontrai la prima volta, ma a quanto pare si erano finalmente cominciati a sbloccare, e per me era una meraviglia rara vederli sbocciare così.

Percependo questa felicità nel vederli così liberi e sicuri di sè, questa gioia nel poter assistere a un sorriso in più, o al coraggio di sentirli dire la propria, e persino venirmi contro se la mia idea non gli piaceva, mi riempiva di orgoglio, ma faceva domandare a me stesso come fosse possibile fargli del male....
Non capisco proprio come le loro famiglie li abbiano ridotti così, ad avere paura anche di una carezza, quando io, un perfetto sconosciuto, sono così felice e fiero di vederli rialzarsi e andare avanti.

Ah, non pensate che siano stati tutti discorsoni e cose serie, la cena al sushi è stata una situazione perfetta per le loro monellerie! In primis mi hanno fregato, lo devo ammettere, convincendomi che il wasabi fosse crema di piselli. Sono solo morto per una decina di minuti mentre loro se la ridevano, e in secundis, inutile dire che sono volate bacchette e palline di tovaglioli tutta la sera. A quanto pare queste ultime si sono incastrate nella mia barba e accumulate mentre io ero ignaro di tutto.

Non posso negare che anche io ho fatto la mia parte, mettendomi in bocca le bacchette per fingermi un tricheco, facendoli ridere
Ohi ohi.... dulcis in fundo, i due ragazzi si sono sfidati a chi riusciva a mettersi più nighiri in bocca, uno scempio dove sono morto anche io dal ridere.

Uscimmo a pancia piena e sereni, soprattutto Marcus che di solito ha una scopa infilata lì quando siamo insieme tutti e tre. Neanche 30 secondi dopo, e le prime palle di neve erano cominciate a volare, soprattutto dirette contro di me. Ero davvero felice, come non lo ero da tempo, quei due mi avevano messo la vita sottosopra, in un caos che profumava di famiglia.
<<allora!>> urlai scherzoso all'ennesima palla di neve che mi colpiva, << se vi prendo!>> non feci in tempo a fare un passo, che quei due si erano già messi a correre.

Li raggiunsi con calma, camminando, ma quando svoltai l'angolo dove erano andati, trovai Lawrence a terra, poco lontani dal bar che era lì vicino.
Corsi da loro, preoccupato:<< ragazzi, hey, va tutto bene. Law sei scivolato? Ti sei fatto male?>> aiutai il biondo a rialzarsi, e appena guardai Marcus lo vidi con gli occhi iniettati di sangue.
<<guarda guarda, è arrivato il papino dei frocetti...>> una voce si distinse dal chiacchericcio del bar. Era un gruppetto di ragazzi, poco più grandi dei miei, che stava appoggiato al muro. Ci scommetterei la barba che lo hanno fatto inciampare loro...

Li guardai male, ma Marcus aveva altre intenzioni:<< se vengo lì ti spacco il culo o la faccia, che tanto anche se li scambiassi sarebbe la stessa cosa!>> gli urlò, pronto alla rissa. Ridacchiai, prendendo con gentilezza il braccio del moretto:<< Peste andiamo, non ne vale la pena...stanno cercando casini, lasciali perdere>> gli sussurrai con calma e dolcezza.
Non era il caso di portare a una rissa o peggio, ma Marcua era sempre pronto ad affrontare ogni situazione con i pugni chiusi e questo non andava bene.
Lo tirai con delicatezza verso la mia direzione, spronandolo a proseguire per la nostra strada, e per un secondo mi diede retta.

Fece a malapena due passi, quando un altro ragazzo decise di buttare benzina sul fuoco di quella testa calda:<< andate a scopare finocchi, che magari anche papino te lo butta in culo!>>
Non feci in tempo a girarmi che Marcus gli era già al collo, sferrandogli un pugno sul viso così forte da spaccargli il naso.
In pochi secondi però gli altri ragazzi, sapendo che avrebbe reagito, lo avevano già accerchiato e colpito, buttandolo a terra. Intervenni poco prima che la rissa si facesse più calda, mettendomi tra lui e gli altri:<< questa cosa finisce qui, adesso! Un altro passo o un'altra stronzata e ve la do io la rissa, CHIARO?>> urlai così forte che tutto il bar si zittì.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora