.Capitolo 36.

1.2K 75 11
                                    

Marcus, sentendo la mia minaccia, di una bella sculacciata davanti a tutti, si pietrificò in modo anomalo, come non lo avevo mai visto: un ibrido tra il panico, l'imbarazzo e la rassegnazione, come se non fosse la prima volta che si trovava davanti a questo. Mi sentii pizzicare la barba, qualcosa non andava, non era esattamente come la intendevo io, ovvero che quello sbruffone si era per la prima volta trovato davanti a una minaccia come un bambino, stava qualcosa sotto.
Deglutì rumorosamente, indietreggiando in maniera difensiva, ma invece di attaccarmi, guardò altrove e stranamente mi ascoltò. andò a salutare i suoi amici e fece scoppiare un litigio dopo pochissimo, perchè i ragazzi insistevano che lui restasse, mandandomi segnacci e evidenti "vaffanculo" a braccio teso da lontano, e lui gli rispondeva a spintoni e Madonne.
Sentii persino un:<<ma che cazzo te ne frega, mica è tuo padre quello!>>, cosa che fece ovviamente incazzare il ragazzo che si buttò addosso al suo compagno.

Dovetti infilarmi e acchiappare Marcus per la collottola della giacca per tirarlo fuori da quel marasma, spingendolo con forza ma senza fargli male verso la macchina:<<forza, cammina, ci manca solo che tu guadagni un occhio nero, e stasera siamo apposto!>> dissi, un pò esasperato, arrabbiato e preoccupato tutti insieme.
Erano le due e mezza, ero stanco, e non volevo si facesse pure male, oltre a quello che gli avrei potuto procurare con qualche sculaccione sul sedere, quindi ero un pò meno delicato del solito, ma non cattivo o manesco, solo sbrigativo e severo. Marcus mi guardò in modo strano, arrabbiato ma spaventato, quasi schifato, e la cosa mi sorprese. Che aveva? Cosa diamine gli era preso???

Non ci feci caso, pensando che fosse solo un capriccio per avergli rovinato la festa e la seccatura che lo stavo trattando come un bimbo. No, non era quello a quanto pare, il pizzicorio alla barba e il neurone senziente non mi lasciavano in pace.
Dopo aver camminato in silenzio per una decina di minuti però, il ragazzo puntò i piedi, fermandosi in messo alla strada, cercando di prendere una posizione di difesa contro di me: petto all'infuori, pugni chiusi e naso all'insù!
Mi girai, guardandolo male:<< allora? Vieni alla macchina con le tue gambe o ti devo portare in braccio?>> gli domandai, mettendo in chiaro quanto un bambino mi sembrasse in quel momento, ma Marcus decise di intestardirsi:<<NO! Tu non sei un cazzo di nessuno per me, non hai il diritto di dirmi cosa devo fare e cosa no? Che cazzo, se voglio stare fino alle 6 al bar, io ci posso stare e tu non puoi dirmi nulla a riguardo!>> disse, cercando di darsi tono.
La voce gli tremava, era sulla difensiva, ma non come al solito, come se stavolta si stesse davvero cercando di proteggere da qualcosa, ma cosa? Da me?

Sospirai, cercando di capirci qualcosa, questa faccenda mi puzzava, parecchio.
<<voler diventare medico dovrebbe essere la tua priorità Marcus! Andare all'università, seguire e dare gli esami! Le 6 dovrebbero essere la tua sveglia, non il tuo orario di rientro da una sbronza! E poi puoi pensarla come ti pare, ma bere così tanto alla tua età non ti fa di certo bene....> cercai di farlo ragionare, non mettendo nel quadro che lo facevo perchè mi preoccupavo per lui, non sapevo come avrebbe reagito, visto come si stava comportando. Mi avvicinai a lui, guardandolo indietreggiare rapido, come se temesse la mia presenza. Ma che caz....?

<<Marcus, che hai? Hai deciso di farmi impazzire pure te?>> gli domandai, in maniera scherzosa, cercando di sdrammatizzare. 
<<lasciami in pace, vecchio stronzo! Se vuoi qualcuno da comandare e bacchettare, vai a troie!>> sibilò, a denti stretti.
Lo guardai, stufo, alzando un sopracciglio, e senza scompormi, lo presi per un braccio, girandolo e dandogli un pattone sul sedere da fargli rimanere la stampa della mia mano:<< noi due non ci siamo capiti, da oggi, e da stasera, questi "complimenti" inizi a teneteli per te! Non mi sembra di averti mai mancato di rispetto o insultato, anzi, forse mi preoccupo per te più di quanto tu faccia per te stesso. La musica cambia ragazzino, o iniziate a darmi un pò più ascolto e se dovete proprio ribattere e discutere, a farlo in modo civile, o iniziano a volare sculaccioni!>> dissi, con tono molto severo e arrabbiato.
Ero troppo stanco, non mi sarei messo a far polemica in mezzo a Milano con un ragazzino testardo. Per i miei gusti, lo avevo avvisato anche troppe volte, stava veramente mettendo la mano sul fuoco.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora