.Capitolo 10.

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Quel neurone vagante non smise di rimproverarmi neanche un secondo, di stare facendo una stronzata epocale; forse per il fatto che non conoscevo Marcus così bene da poterlo effettivamente aiutare, e che quel poco che conoscevo di lui era la sua aggressività e testardaggine, forse perché non ero nessuno per impormi con una sottospecie di saggio nonnismo sul loro stile di vita e di studio, o forse perchè ero certo che quel giorno, se mi avesse fatto girare le palle, mi sarebbe certamente partito un ceffone...

Lawrence era irrequieto e teso, aveva passato l'intero viaggio ammonendomi che era una brutta idea, soprattutto per lo stress che Marcus aveva accumulato nei giorni passati, tra ansia, fame ed insonnia, e che di certo si sarebbe comportato male come durante la telefonata all'ospedale, se non peggio. Aveva pure richiato di prendere un'altra botta alla testa, finendo contro un lampione, tanto agitato era nel parlarmi e nel cercare di convincerci che non era una buona idea. Ma una parte di me era determinata, volevo provarci. E non so neanche il perché!

Stando attento al suo comportamento, notai che l'artista era come terrorizzato all'idea di farmi scontrare con Marcus, e, dopo aver tirato fuori ogni scusa esistente sul pianeta, me lo disse chiaro e tondo:<< Sirio, ascolta... preferirei lasciassi stare Marcus, almeno per stavolta! Non.....>> mi disse, prima di rendersi conto di essere stato troppo sfacciato, cercando di spiegarsi educatamente, bloccandomi:<< Lui è molto MOLTO stressato, e tende a non connettere il cervello come dovrebbe, risultando maleducato e cafone. So che non..... insomma, le ha già dimostrato che può essere una testa di cazzo! Lui non è così..... glielo potrei giurare, Marcus non è così.... quindi sapendo come si comporterebbe, non voglio bruciare la sua opportunità di farsi conoscere per quello che realmente è, ma anche non voglio... vabbè quello poco importa.... >> mi disse, abbassando lo sguardo come a scusarsi.

Si strinse un braccio intorno la vita, come a nascondere una paura viscerale e remota, nascondendo il viso nella sciarpa che gli avevo ceduto per tenerlo al caldo. Aveva paura che me ne andassi, ci avrei potuto scommettere la testa! Ci fermammo in mezzo alla strada, l'artista mi guardò con i suoi occhi azzurri come a supplicarmi di lasciar perdere. Sapeva benissimo che avrei saputo mettere a tacere la sbruffonaggine del suo fidanzato, ma altro lo fermava dal lasciarmelo fare....

Sospirai, mettendogli un braccio intorno alle spalle e stringendolo un pò a me, in un gesto spontaneo, del quale non mi capacitai:<< Lawrence, so bene che Marcus non è come mostra spesso di essere. Diciamo che sono riuscito a vedere oltre quel guscio spinoso e aggressivo... insomma, sono un professore! Insegno a ragazzi poco più piccoli di voi, nel pieno dell'adolescenza, alla ricerca della loro identità, saprò riconoscere una maschera quando ne vedo una? Mi sembra un ragazzo molto fragile e insicuro, che si protegge alzando parecchio la cresta, dico bene?>>

Lo guardai, e vidi un piccolo sorriso timido farsi strada su quelle labbra, mentre i suoi occhi sembravano leggermi l'anima, parlandomi una lingua che non sapevo di conoscere. Mi bastava uno sguardo per capire cosa doveva dirmi o cosa stava pensando.... in quel momento, avrei ucciso pur di tenere al sicuro quegli occhietti. Ma che cazzo mi prende oh?

<<in effetti lo è.... ne ha passate tante e ha deciso che non si sarebbe mai più mostrato debole o vulnerabile. Anche se questo vuol dire essere aggressivo....e lavorare fino allo sfinimento pur di dimostrare di valere qualcosa, come sta facendo adesso. Ma si sta facendo del male....solo che....>> respirò profondamente, valutando se parlarmi o meno di cosa lo turbasse. Lo strinsi un pochino più forte, per spronarlo, e funzionò: << .... spesso la sua aggressività allontana le persone... io ormai lo conosco, so perchè lo fa e riesco a conviverci, ma gli altri.... non lo sanno e scappano da noi. Io....io non voglio che succeda anche con lei...>> mi disse, guardandomi negli occhi, pregandomi con quello sguardo di non lasciarli soli.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora