.Capitolo 3.

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Parlai con Luis e i suoi amici per un pò, sentendo una ventata di vita addosso che non vivevo da mesi. La possibilità di parlare, socializzare, scambiare idee e pareri, ma soprattutto che non fossero per forza legati a quello che mi era successo.
Ogni volta, insieme alle mie conoscenze e amicizie, l'argomento prima o poi, rimbalzando, arrivava sempre a Selene, alla sua malattia e al lutto, e le frasi di cerimonia si sprecavano, rasentando l'idiozia: "era malata, era inevitabile", "pensala così, è in un posto migliore" e via dicendo...

Se non mi fossi volutamente allontanato da quel tipo di conversazioni, avrei di certo spaccato qualche faccia....  ma presto distolsi i pensieri da ciò che tanto mi faceva arrabbiare, per potermi godere una vera interazione sociale.
<<ma dov'è il ragazzo prodigio? Sono davvero curiosa...>> chiese una ragazza del gruppo. Li squadrai, non capendo di cosa stessero parlando, così Luis intervenne:<<non lo sai? La galleria è di un artista giovanissimo, ha appena 20 anni e ha una fama non indifferente. Dalla biografia misteriosa, non si sa quasi nulla di lui! Eccolo, là in mezzo alla folla, il ragazzo con la camicia azzurra! >> mi disse, indicando un ragazzino cercando di non farsi vedere, dirigendo il calice che aveva in mano verso un gruppetto di persone.

Riuscii ad identificarlo, e lo osservai attentamente, stava spiegando ad alcune persone il significato di una tela, con fare serafico ed elegante. Con tutti gli anni che ho passato in mezzo a fanciulli di ogni età, come professore, ero certo, anche se ne dimostrava 20, che quel ragazzo aveva appena compiuto i 18 anni, forse ne aveva persino 17.
Era un ragazzo nella media come altezza e fisico, niente di rilevante, se non uno stile molto stravagante anche se non esagerato e raffinato, e i capelli biondo cenere raccolti in un codino. Finché non si voltò. Aveva due occhi azzurri come lapislazzuli, grandi e curiosi. Ecco perché quella capacità artistica.... gli occhi erano gli stessi....

Dopo un po', Luis guardò il telefono:<<oddio, dovete scusarmi, ma ho un'emergenza lavorativa! Devo scappare!!!>> disse non facendosi prendere dal panico, ma visibilmente preoccupato. Mentre si allontanava di fretta e furia lo seguii, acchiappandolo per la giacca:<<Luis, tutto bene? Hai bisogno di qualsiasi cosa?>> gli chiesi subito, pronto ad essere di aiuto al mio amico.

<<Sirio non ti preoccupare, è un mio paziente potenzialmente suicida, mi ha scritto delle cose che mi hanno allarmato non poco. Anzi c'è una cosa che puoi fare per me, tieni!>> mi diede le chiavi della sua macchina, <<ho parcheggiato lontano, tre vie prima di questa, andando verso sinistra. Non riusco ad andare alla macchina e correre da lui, prenderò un taxi. Pensaci tu okay?>> mi disse con il suo solito sorrisino.

Annuì  contento di poter essere in qualche modo di aiuto, e lo lasciai andare a fare il suo dovere. Tornai verso il gruppo, facendomi ambasciatore di ciò che aveva costretto Luis a scusarsi dalla serata. Parlando con loro, scoprii che alcuni erano proprio ex pazienti, ma fortunatamente non ci soffermammo a parlare del perché e delle circostanze che ci avevano portato ad esserlo.

Dopo esserci scambiati i contatti, mi scusai anche io dal gruppo per dare un'occhiata in giro per la galleria, preso come ero dalla curiosità. Erano opere di manifattura eccellente, che davvero cercavano di trasmettere un messaggio, nonostante fosse arte moderna, e per questo le apprezzai tanto. Molta arte contemporanea lascia libera interpretazione, ma di solito ottiene un "anche io potrei fare questa spazzatura".

Invece il ragazzo si vedeva che voleva trasmettere un messaggio, anche in maniera prepotente in certe opere.
Mi soffermai davanti una tela particolare, un corpo disteso su un letto di scudi, con un'aquila che scende su di lui, un'alternanza di colori chiari e scuri da far venire i brividi. Una voce cristallina e gentile di fece tornare alla realtà, perso come ero dentro l'opera:<<è di suo gusto?>> mi chiese.

Mi voltai e vidi l'artista, che sorrideva orgoglioso di avermi colto interessato al suo lavoro. Sì, ha 17-18 anni ora che lo vedo da vicino. Sorrisi e chiesi:<<si molto. Posso chiedere una cosa?>>. Lui si illuminò, vedendo il mio interesse:<<certo certo! Ha proprio preso una delle mie opere più discusse, il significato purtroppo sfugge a molti....>> mi disse, quasi sfidandomi.

<<È una citazione dell'Iliade, Sarpedonte, ferito e perito, che viene preso da suo padre, Zeus, dal campo di battaglia.>> dissi, e lo vidi esultare.<<Sì, grazie! Qualcuno che lo sa!!! È davvero stressante interpretare un classico, abbastanza palese e non avere un osservatore che l'azzecchi!>> mi disse, un po' esasperato.
Mi fece scappare una risata:<<vabbe, nonostante l'Iliade venga studiata a scuola, questa parte è spesso saltata.>> gli risposi.

Ci mettermo a parlare, avendo io tante domande da porgli, apprezzando sinceramente il suo lavoro. Il qualche modo, parlare di arte mi faceva sentire vicino a Selene, senza stare male per la sua perdita, avevo scoperto un modo per onorarla nella mia memoria.
<<oh, non ci siamo presentati.... mi chiamo Lawrence, Lawrence Gori.>>
Disse all'improvviso, porgendomi sicuro la mano. Gliela strinsi:<< Sirio dalle Mura, piacere mio!>>

Dopo un pò, lui fu rapito da altre persone, le quali avevano domande per l'acquisto di un'opera, così mi congedai per poterlo lasciar lavorare. Andai verso il tavolo, per prendere qualcosa da bere, e mi sforzai di prendere qualcosa di analcolico, ma alla fine mi concessi un bicchiere di prosecco. Suvvia, me l'ero meritato.
Un altro ragazzo di avvicinò a me:<<mi scusi, sa dov'è l'artista?>> mi chiese.

Gli dissi che era andato credo a concludere una vendita, quando Lawrence si fiondò addosso al ragazzo che avevo davanti. <<Marcus, il libretto.....>> gli chiese con il fiato corto. Il ragazzo sorrise e gli porse un libretto di fatture:<<ti stavo cercando apposta, eccolo! Ma la testa sul collo mai eh?>> gli disse, ma ottenne un bacio sulle labbra e l'artista di dileguò.
Rimasi un attimo perplesso, ma alla fine sorrisi, cercando di toglierlo dall'imbarazzo della situazione:<<ah, quindi voi... ho conosciuto poco fa Lawrence, ammiro davvero il suo lavoro! Piacere, Sirio delle Mura, Marcus....>> chiesi, porgendogli la mano.

Il ragazzo fece un passo indietro, come per cercare di inquadrare chi fossi, ma alla fine mi sorrise un po' tirato e mi strinse la mano:<<Marcus Cherubi. Spero stia passando una piacevole serata..>>. Annuì, e cominciammo a parlare di cose molto semplici di conversazione. Anche lui avrà avuto a malapena 18 anni, ma la sua corporatura robusta, gli occhi grigi e i capelli castani, con quell'aria di autorità e freddezza che emanava, gli davano l'impressione di 21-22 anni senza problemi.

Parlammo per un po', piano piano l'ora si era fatta tarda e molte persone se ne erano andate. Lawrence lo si vedeva rimbalzare da un'acquirente a ad alcune ragazze che desistevano dall'abbandonare le sue costole, forse speranzose. <<ah se solo sapessero.....>> mi ritrovai a dire, osservandole all'opera insieme a Marcus. Lo feci scoppiare a ridere:<<beh, succede spesso. Lui ha un fascino magnetico e dei modi molto gentili ed eleganti, a ogni mostra o open-night minimo 4 ragazze gli stanno tutto il tempo attaccate, speranzose di conquistarlo.>> mi disse, sorridendo e guardando, evidentemente innamorato, l'artista.

Sorrisi, e spontaneamente dissi:<<sperano nella fortuna che hai avuto tu.>>
Mi guardò, cercando di nuovo di inquadrare che uomo fossi. Erano gli occhi di chi non si fida, perché era stato tradito più volte, li conoscevo. Gli sorrisi, cercando di utilizzare le mie doti oratorie per metterlo a suo agio, veicolando le mie idee senza impormi o sembrare inappropriato:<<sono davvero felice per voi. L'amore è una cosa stupenda. Da quanto state inseme?>> gli domandai.

Lo vidi sciogliersi un pochino, ma non lasciare la sua posizione di difesa:<<da 2 anni....>>, gli risposi solo con un sorriso. Restammo un altro po' a parlare, finché non lo vidi partire, dirigendosi verso Lawrence, per baciarlo davanti a tutte le ragazze che stavano cercando di sedurlo, con un <<sorry Ladies, il ragazzo è già occupato!>>. Scoppiai a ridere per la faccia tosta che aveva avuto. Possessivo il ragazzo.

Dopo un ultimo giro della galleria, mi preparai ad andare, finché un altro ragazzo, entrò dentro lo stabile. Lo vidi lontano un miglio, era ubriaco, e non sembrava avesse intenzioni benigne. Mi misi sulla difensiva,  guardando i ragazzi: Lawrence si lasciò scappare un "oh no, di nuovo lui", e vidi anche Marcus, come me, mettersi sulla difensiva.
I miei doveri morali da professore, mi imposero subito di restare e impedire che qualcosa di male accadesse.

Sentivo puzza di guai.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora