.Capitolo 20.

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Ho riscritto questo capitolo tipo 6 volte, non sapevo cosa mettervi in mezzo per fare una transizione pulita che non sembrasse forzata. Beh, allora direi che questa è la volta buona!
Buon 2021 a tutti in ogni caso!

Era passato poco più di un mese dalla serie di eventi che mi avevano avvicinato molto a Lawrence ma allontanato drasticamente da Marcus: il ragazzo infatti non si era fatto più vivo e anche quelle volte in cui ero rientrato nel loro appartamento, aveva trovato un modo per uscire poco prima del mio arrivo pur di non incontrarmi.
Ma non diedi troppo peso al suo comportamento quasi da definire "capriccioso", ero fin troppo preso a rimettere in sesto la mia vita, un passo alla volta.

In quei 30 giorni, praticamente quasi tutto il mese di ottobre e una parte di novembre, mi ero dedicato a trovare un nuovo lavoro e a cambiare casa, spostandomi da quelle strade e quelle stanze così piene di ricordi dolorosi per me.
Avevo trovato una cattedra libera in un liceo privato, poco distante dall'appartamento dei due ragazzi, in lingue antiche ed italiano.
Era stata dura fare il colloquio e sperate di essere assunto, poichè di 50 professori che si erano presentati per il posto, solo 6 erano passati per il colloqui con il preside, smistati in base all'esperienza, alle capacità e al percorso di studi e professionale.

A quanto pare il preside dell'istituto, un certo Luciano, era molto draconiano e estremamente pignolo con le caratteristiche minime necessarie per far parte del corpo docenti del suo istituto.
Era nato per quel posto, infatti la carica di preside si era tramandata di generazione in generazione, suo padre era preside, e suo nonno, e il suo bisnonno...
Inoltre, non era ceduta come passaggio di consegne così alla leggera, ma preceduta da tanti anni di insegnamento e duro lavoro per mantenere il nome della scuola alto.

Insomma, sin da subito, quell'omone dagli occhi e dai capelli corvini, ci aveva fatto capire che quello non era posto per nullafacenti o professorini di seconda mano, ma solo uomini intenzionati a forgiare le nuove generazioni per essere membri attivi e dignitosi della nostra società in rovina.
Si era soffermato soprattutto sul fatto che non avrebbe accettato lamentele dai suoi studenti riguardo le ingiustizie o i capricci di un docente, poichè riteneva che per crescere, i ragazzi avessero bisogno di un esempio e un punto di riferimento nei professori che gli insegnavano, forse più dei genitori: "voi sarete nella vita di quei bambini tutti i giorni, per 5 giorni alla settimana, 7 ore al giorno, per 5 anni. Forse li vedrete e li conoscerete meglio dei loro stessi genitori.... e il vostro obbiettivo come professori non è solo insegnare, ma crescerli, portando un esempio di adulti giusti, equilibrati e metirocratici, che riconoscono l'impegno e la fatica, e sono sempre pronti ad aiutarli!" Disse, subito il primo giorno.
Vi dico solo che un quarto di chi si era presentato per la cattedra, si alzò e se ne andò, quella componente di frustrati, stronzi e bastardi che era solita maltrattare i ragazzi senza motivo, solo perchè avevano la luna storta.

Ma quei discorsi, così ricchi di buone intenzioni e di desiderio di crescere degli adulti seri e responsabili, nonchè degni membri della società, riaccese in me la voglia di insegnare, come mai prima d'ora. Sono certo che se non ci fossero stati quei due a casa, ad aspettarmi, uno per saltarmi addosso, tra le braccia e l'altro per fuggire dalla strigliata di quella sera, non sarebbe stata così luninosa quella fiamma.

In poche parole, dopo 15 giorni di colloqui e prove scritte e orali per verificare la mia effettiva preparazione come professore, mi diedero il posto.
Non so ancora come.... se devo essere sincero, infatti mi appello a una botta di culo. Ma devo ammettere che mi sento tenuto sotto stretta osservazione, sia dal preside che dal corpo docenti, e sono certo che Luciano il DVCE abbia anche delle spie tra gli studenti...
Un passo falso, e mi avrebbero buttato fuori.

Non feci in tempo a festeggiare il nuovo posto di lavoro (e l'aver mandato a fanculo il vecchio) che fui costretto a traslocare di fretta e furia dal mio appartento a quello nuovo!
Era un bilocale molto carino, con terrazzo. Aveva ben 2 stanze da letto (avevo pensato anche ai ragazzi, nel caso.... non lo so....) 2 bagni, un salottino con sala da pranzo, una cucina e un ripostiglio. Con l'aiuto di Lawrence e Marcus, anche se non si fece vivo se c'ero io, riuscii a traslocare in un battibaleno, lasciandomi alle spalle una cantina piena di ricordi e una casa, ormai vuota, che lo era stata in realtà da quando lei se ne era andata e io ero, con lei, spirato.

Saudade: "L'amore che resta"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora