.Capitolo 65.

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Sdraiai Marcus sul letto, facendo estrema attenzione a non svegliarlo.
Aveva avuto una nottataccia, tra Lawrence e i suoi scleri, la febbre e le docce gelate, ora doveva solo riposare e riprendersi.
Lo sistemai per bene, rimboccandogli le coperte e baciandogli la fronte. Fuori dalla finestra c'era un tempo infernale: il vento soffiava forte, facendo battere i rami degli alberi di fronte all'appartamento contro i vetri, la pioggia era fitta e in lontananza gutturali tuoni annunciavano l'arrivo di un temporale ben peggiore. Sospirai, almeno Law era al sicuro in galleria...
Gli avevo mandato un messaggio, per chiedergli dove fosse, ricevendo un selfie con tanto di dito medio nella galleria; gliel'avevo attrezzata per bene, anche con una branda comoda e riscaldamento nello stanzino/studio per incoraggiarlo a prendersi delle pause dal lavoro notturno, quindi saperlo lì al sicuro dal tempaccio mi rassicurava!
Inoltre gli avevo dato un ultimatum per domani: o mi diceva che cavolo stava succedendo, o le attenzioni che gli avrei riservato, tutte per lui, non sarebbero state gradevoli...

Sistemai un'ultima volta le coperte a Marcus, che dormiva sereno, e sorridendo chiusi la porta della camera.....
Appena mi girai verso il corridoio, il mio sorriso sparì, mentre il terrore piano piano mi invadeva....

Oh no....
no...NO....NO!
Un lungo corridoio fin troppo familiare si stagliava di fronte a me, dalle pareti di fredda pietra grigia.
Dal soffitto, vecchi lampadari arrugginiti dondolando a causa degli spifferi, facendo danzare sui muri la luce. Fuori dalle finestre, la notte nera nascondeva tutto il cortile, e neanche la luce della luna si azzardava a toccare quel posto inculato da Dio.
Ero tornato in quel maledettissimo collegio!
Cercai di mantenere la lucidità, era solo un'illusione, un gioco di luci!
Mi sarebbe bastato girarmi e tornare nella camera di Marcus per.... dov'è la porta?
Mi girai, trovando alle mie spalle solo un altro muro. Cominciai frenetico a scorrere le mani sulla sua partete, nella speranza che apparisse una maniglia, ma niente! Ero intrappolato lì, di nuovo!

Cercai di non farmi prendere dal panico, era di sicuro uno di quei sogni dove inizieranno a comparire cose a caso dal significato freudiano, come piselli con le ali che parlano come Bruno Vespa, e cavoli che ringhiano come cani con 4 teste a forma di saponetta, che risolverò con Louis tipo rebus il giorno dopo, trovando in messaggio che il mio subconscio mi stava mandando...si andrà tutto be.......

Toc....toc....toc...toc....toc....
<<SIRIO!!! FIGLIO BASTARDO DOVE SEI?>>

Uno strillo disumano e fin troppo conosciuto mi fece accapponare la pelle: è la suora, mi sta cercando....mi vuole fare del male!
Iniziai a correre, invaso in ogni fibra del mio corpo dallo stesso terrore di quando ero bambino. Dovevo trovare un nascondiglio e alla svelta! Se mi prende sono fottuto, mi punirà di nuovo, e se le ferite non saranno guarite per quando i genitori verranno ad adottare, mi metteranno di nuovo in isolamento, e nessuno mi prenderà! Io voglio una famiglia, voglio una mamma e un papà, voglio essere amato e poter giocare con loro!!!
Tanto me lo ripetono sempre che sono un bastardo e che nessuno mi vuole....
Tanto lo so che nessuno mi ama....
Tanto la mia vita non vale niente....
Ormai è una consapevolezza, non cerco neanche di combatterla: i genitori arrivano, mi guardano, per poi passare oltre a un bambino più bello, o allegro, o normale.........

Continuò a correre, cercando di aprire ogni porta, ma sono tutte chiuse! Con orrore vedo l'ombra della vecchia megera delinearsi in fondo la parete del corridoio, i "toc" dei suoi taccetti farsi sempre più vicini. Ho paura, ho tanta tanta paura come non ne provavo da anni!
Sono con le spalle al muro, e lei è sempre più vicina... perchè nessuno mi ha salvato da questo posto? Ero solo un bambino, che c'era che non andava in me?
Vedo la venga alzarsi davanti a me, pronta colpirmi....

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora