.Capitolo 39.

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Entrai in casa dei ragazzi senza fare rumore, non sapendo se quei due stessero studiano, facendo all'amore o peggio, alle 15:30, ancora dormendo. Li avevo avvissati con un messaggio nel caso, e mi sembrava sufficiente.
Era stata una bella giornata fino ad ora, la sicurezza di avere un'amica, Agnese, con la quale confidarmi, Loius che mi aveva dato la sua benedizione da Psichiatra riguardo la mia decrepita sanità mentale e un sacco di libri da leggere per capire al meglio come comportarmi con i miei piccoli e i loro traumi.
Comunque sì, quella mattina li avevo lasciati dormire, Law era andato a letto a mezzanotte passata e Marcus, neanche a dirlo, alle 4, ma solo oggi potevano poltrire a letto, domani ce li avrei portati io personalmente all'uni, a suon di sculacciate se necessario. Voglio che quei ragazzi vadano avanti con gli studi e possano diventare degli uomini realizzati, è l'unica cosa che chiedo al mondo.

Non feci in tempo ad appoggiare le mie cose sul divano che sentii urli, bestemmie e oggetti che potenzialmente volavano e si schianatavano da qualche parte, provenire dalla camera da letto. Ecco, stavano litigando. Con calma mi rimboccai le maniche della camicia fin sopra ai gomiti e a passo svelto mi avviai verso la discussione, pronto a farli ragionare.
<<ragazzi, ma che diamine sta succ....??>> le parole mi morirono in bocca, quando vidi la camera mezza distrutta e loro due a picchiarsi, uno sopra l'altro, Lawrence con il naso che sangionava e il labbro rotto e Marcus con la guancia gonfia e il e una ferita sul sopracciglio.
Eh no eh! Così non mi piace per niente!

Cercai di controllare la rabbia, ma mi partì un urlo:<< MA STIAMO SCHERZANDO???>>
Non riuscivo a metabolizzare come avessero potuto passare alle mani, e con così tanta cattiveria e violenza l'uno contro l'altro.
Dov'era finita tutta la tenerezza e l'amore che provavano per l'altro, nel cestino? Mentre li vedevo sbiancare e spaventarsi, perchè stavano capendo di averla fatta grossa, li tirai su per il colletto e li spinsi a forza in salotto. Li feci sedere sul divano, tirandogli una di "quelle" occhiatacce:<< guai a voi se vi spostate di mezzo centimetro! Già siete nei pasticci, ma se ricominciate pure, giuro che vi sculaccio tutti i giorni finchè non vi passa!>> con questa minaccia, andai a prendere del ghiaccio e qualcosa per medicarli.

Ero arrabbiato? Parecchio. Forse non avrei dovuto alzare così la voce, conoscendoli, appena sarei tornato in salotto, li avrei trovati a piangere dalla paura. Detto fatto!
Si erano raggomitolati ai lati opposti del divano, spaventati a morte dalla mia ira. Sono un coglione...
Mi avvicinai a loro, sospirando, e tornai a parlare piano, con la solita volce dolce:<< ma che vi è preso? Passare alle mani, così senza motivo? Law avvicinati, non ti faccio nulla, voglio solo medicarti... Marcus tieni.>> passai il ghiaccio avvolto in un panno al moretto, che esitò a prenderlo, così glielo posizionai io sulla guancia gonfia, con delicatezza. Gli accarezzai la testa appena lui prese in mano il ghiaccio, per fargli capire che era tutto okay, almeno in parte.

Mentre con la destra mi occupavo e coccolavo Marcus, allungai la mano sinistra verso Lawrence, per farlo avvicinare. 
Il ragazzo saltellò sul divano, facendo pochi centimetri alla volta, pronto a scappare a gambe levate se qualcosa di brutto fosse accaduto. Io mi limitai a pulirgli il naso pieni di sangue e a stringerlo con un fazzoletto asciutto per fermare il sanguinamento.
Ovviamente accompagnato da altre coccole e carezze.

Mentre medicavo a turno il suo labbro rotto e il sopracciglio sanguinante di Marcus, cercai di introdurre l'argomento con discrezione e delicatezza:<< ve le siete dati di brutto voi due eh? Ma che è successo? Prometto che non vi faccio nulla ragazzi, voglio solo capire cosa diamine vi è preso...>> Non ottenni nulla, se non quei due che si scambiarono una serie di occhiatacce, come per dirsi a vicenda "è colpa tua".
Sospirai con un sorrisino, mi piaceva il loro lato testardo e quella forza d'animo, dopo tutti gli abusi che hanno subito, adoro vedere che sono forti e non si faranni mettere i piedi in testa, ma anche che sono ancora dei ragazzini, capricciosi e dalla testa dura.

Continuai a prendermi cura di loro, andando anche avanti con il rimprovero:<< scusate se ho alzato la voce prima, ma non mi è piaciuto per niente il fatto che vi siate presi per il collo a vicenda. Le litigate si risolvono parlando, anche urlando se necessario, ma mai passando per le mani. E dovreste saperlo bene....>> gli dissi accompagnando ogni parola affilata con qualcosa di temibile come una carezza o personoun bacino, giusto perchè sono cattivo e severo. Ma a chi la do a bere?
Si vedeva che erano stanchi e demoralizzati dalla situazione, ma io non riuscivo a capire cosa li avesse portati a discutere così ferocemente. O meglio, avevo una lista di idee, ma non capivo cosa centrassero l'una con l'altra!

<<ecco quì!>> dissi, mentre mettevo un cerosso sulla radice del naso del biondo:<< il "botto" che hai preso potrebbe averti rotto qualcosa, così siamo sicuri che qualsiasi cosa sia, resti al suo posto mentre guarisci!>> gli dissi, dandogli un bacino sulla fronte. Sembrava così innocente, con quegli occhioni azzurri, qualche ciuffo che gli ricadeva sul viso, e quel cerotto sul naso. Beccai Marcus a guardarlo con occhi sognanti, arrossendo.
Ci feci poco caso, e andai a rattoppare pure lui:<< tu, vieni qui, che ti metto qualche steril strip sul sopracciglio!>> dissi, avviciandomi a lui. Mentre gli mettevo quelle striscionine bianche sulla ferita, cercando di chiuderla il più possibile, beccai Lawrence stavolta, guardarlo rosso come un peperone, con occhi innamorati. Marcus con quelle nuove ferite di guerra, sembrava molto più grande, maturo (non di testa, ovvio), con il suo ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.

Ok, si amavano ancora! Meno male.
<<cioè vi state guardando con occhi innamorati, ma aveve avuto il fegato di mettervi le mani addosso! Possiamo discutere di quello che è successo, mettere i pezzi assieme e risolvere?>> gli proposi. Arrossirono come due peperoni, beccati a fare i piccioncini di nascoto, voltando lo sguardo dalla parte opposta.
Sospirai, iniziando con le minacce:<< ragazzi, pervafore, almeno provateci. Oppure vogliamo vedere se sulle mie ginocchia il gatto vi restituisce la lingua?>> gli domandai, con tono scherzoso.

<< IO non ci parlo con uno che sa solo offendermi, insultarmi e dire cattiverie sul mio conto! Ah già, anche mentire per farmi perdere l'ultima persona che si prende cura di me!!>> urlò Marcus all'improvviso, abbastanza stizzito.
<<AH SÌ EH? Parla quello che per primo ha messo in mezzo delle bugie, sficcanasando nei mie rapporti interpersonali, e mi ha pure massacrato di botte per un esame e per vendicarsi!>> subito reagì Lawrence, incrociando le braccia.
Ohi ohi, stavo cominciando a mettere i pezzi insieme, questa litigata è un bel mescolone di cose.
Continuarono a parlarsi uni sopra l'altro, accusa dopo accusa senza risolvere nulla per un pò, finchè non intervenii:<< ragazzi! Così non risolverete un bel nulla! Dobbiamo cercare di mettere le cose in ordine e risolverle una alla volta!>> proposi, con  scarsi risultati.

A un passo dal rimettersi le mani addosso, io ero al limite:<< Allora! Al prossimo insulto giuro su Dio che le prendete, tutti e du...>> non feci in tempo a dirlo, che Lawrence si stava per buttare addosso a Marcus con i pugni chiusi, pronto alla rissa. Eh no! Misi le mani in mezzo per fermarli, ma li acchiappai subito dopo per i polsi, sdraiandoli sulle mie ginocchia, uno su quella di dentra e uno su quella di sinistra.
Li avrei fatti ragionare io!

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora