.Capitolo 34.

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Avevo capito male...vero?

<<quindi tu mi stai dicendo che tu e Marcus vi "punite" a vicenda?? Sentiti liberissimo di correggermi se ho capito male io...>> dissi, dopo un secondo di perplessità.
Lawrence arrossì, guardando altrove.
No no, avevo capito benissimo.
<<okay, e fammi indovinare, non funziona molto bene come metodo vero?>> domandai, anche sotto sotto curioso di scoprire quella dinamica di coppia, ma anche comprendere al meglio quali erano i trucchi e i modi migliori per approcciarmi a loro.
Il biondo sospirò, schiarendosi la voce e cercando di parlare:<< beh, sì...ma in verità no... è una cosa un pò strana insomma...>>

Sorrisi, stringendolo un pò a me, cercando di fargli passare quella vergogna ingiustificata:<< Law, io non vi giudico. So che siete passati da un'infanzia difficile, e forse vi dovevate aiutare a vicenda. Mi piacerebbe capire meglio solo perchè non voglio fare la cosa sbagliata nei vostri contronti, capiscimi.... se io te le suono, come prima, ma in realtà non è il metodo giusto per approcciarmi a te e correggerti, ti sto solo facendo del male gratuito e io non voglio questo... voglio solo aiutare>> dissi, parlando con sincerità.

Il biondo sospirò guardandosi intorno, riflettendo, poi decise di parlarmene:<< noi  ci rendiamo conto che qualche volta facciamo delle stronzate, e visto che io tengo a Marcus e viceversa, abbiamo cercato sempre di fare del nostro meglio per crescere insieme. Ci siamo messi insieme che avevano 16 anni, eravamo scemi come la merda e non avevamo nessuno, quindi ci siamo dovuti "arrangiare". Solo che... insomma, le prime volte e ancora adesso, qualche volta funziona, ma la maggior parte di queste punizioni finisce o con una litigata o con una scopata, di conseguenza è quasi inutile...>> mi svelò, con un pò di amaro in bocca.

Gli accarezzai il braccio, sorridendo:<< ne avete passate tante, avete fatto un ottimo lavoro ad aiutarvi a crescere a vicenda e posso capire che una sculacciata per una coppia è una cosa un pò ambigua, ma sono felice che voi riusciate a prenderla per il verso giusto, nonostante tutto il male che vi è stato fatto. Ma perchè litigare? Non capisco... non è molto efficace come punizione forse?>> cercai di mettere un pezzo dopo l'altro, anche per aiutarli a risolvere. Mi faceva strano vederli cosi distaccati.

Lawrence sbuffò, nascondendosi in braccio a me, la discussione lo stava di certo un pò mettendo a disagio, ma si fece forza, sapendo che parlarne con me lo avrebbe aiutato:<< odio dirtelo, perchè so che sto per firmare la mia maledizione eterna, ma per noi le...>> arrossì violentemente a dirmi questa cosa:<<... sculacciate sono molto efficaci. Ho smesso di non mangiare perche stavo male grazie a una buona dose di sberle, non posso negarlo. Il problema è... che spesso Marcus esagera, va oltre quello che è sufficiente per una punizione, fa male, molto male. Insomma, per la storia del parziale mi ha fatto venire i lividi?!? Poi non lo so, magari sono una checca io, ma secondo me è esagerato.... >> mi rivelò, alzando la voce per farsi forza nel parlare. Era difficile aprirsi su una cosa così intima, e anche per me era un argomento delicato, ma ero disposto a farlo e a parlarne.

<< se devo essere sincero, io penso sia necessario parlare molto prima di passare alle mani. Insomma, anche io sono cresciuto a sberle, e mi rendo ora conto che la maggior parte delle volte erano inutili, o meglio, utili perchè mi aiutavano a correggermi, ma una sgirdata sarebbe stata ugualmente efficace, quindi era eccessivo. E per quanto riguarda la tua situazione con Marcus, credo in primis che il problema stia nella comunicazione, gliene hai mai parlato? Avete mai discusso CIVILMENTE di questa dinamica tra di voi? Insomma, è per il bene di entrambi, e suppongo tu abbia fatto lo stesso per lui, quando era Marcus quello a combinarne una, ma si parla lo stesso di dolore e di una cosa che potrebbe ferire l'altro, non solo fisicamente ma anche emotivamente. Insomma io, parlo per me, ma quando prima ti ho dato quella decina di schiaffi, sono stato molto attento a non farti troppo male, o a ferirti emotivamente nella tua vulnerabilità. L'ho fatto per farti capire che avevi superato un limite con il suo comportamento e la tua linguaccia, non per farti stare male.>> disse, accarezzandogli la schiena, mentre Lawrence si concesse di sorridermi e accoccolarsi a me. Lo sapeva che lo avevo fatto in buona fede...

<<e poi io penso che Marcus non sa bene qual è il limite giusto. Mi hai detto che anche se respirava, questo Emanuele lo riempiva di botte... forse dovresti parlargliene e fargli capire che il limite per far sì che sia efficace è molto più in basso di quello che lui crede.... anche se....>> lo stavo per dire, sì lo stavo per dire:<<...non dovrebbe essere preoccupazione di una coppia correggervi a vicenda, ma di un genitore o di un tutore. Andate piano piano a rovinare il rapporto di coppia, quella intesa che vi caratterizza.>> dissi, sapendo di aver appena lanciato una bomba.

Lawrence mi guardò, un pò confuso, per poi abbracciarmi stretto, e dire qualcosa che non mi sarei mai aspettato dicesse:<< hai...hai ragione. Ma prima che arrivassi tu, non avevo nessuno, io almeno, avevo solo Marcus che si poteva prendere cura di me....>> la sua voce era un pò rotta. Lo abbracciai, forte, baciandogli la tempia:<< ora non hai solo lui, ci sono anche io. E ci sarò sempre.>>

Dopo aver chiaccherato un altro pò, soprattutto aver chiarito riguardo alla nostra litigata, mi assicurai di non aver fatto troppo male a Lawrence con quella breve ma insensa sculacciata, chiedendogli se stava bene almeno una decina di volte, ma presto, un furto di occhiali dopo, e un inseguimento per casa, mi fecero capire che stava benissimo. Decidemmo di uscire, per riprendere un pò l'abitudine di passare del tempo insieme in tranquillità noi due soli. Aveva un pò di cose da raccontarmi, era quasi un mese che non chiaccheravamo così, a zonzo e tranquilli.
Lo costrinsi ad entrare in un negozio per la casa, intenzionato almeno a prendere a quei due delle coperte, con il piccolo che sbuffava ogni tre per due, da bravo bambino dispettoso quale era.

<<dopo mi ringrazierai, fidati!>> dissi ridacchiando, mentre sceglievo tra varie coperte e trampute. Il ragazzo sbuffò, appoggiando la testa alla mia spalla, con fare tragico:<< ti ringrazierei se uscissimo da qui...alla svelta. Mi annoiooooooooo....>>.
Scoppiai a ridere, scopigliandogli i capelli:<< Va bene, va bene. Dammi 10 minuti di numero su. Anzi, aiutami a scegliere, che colore preferisci?>> dissi, mostrandogli vari plaid. Un pò di controvoglia, riuscii a tenerlo a basa per ben 20 minuti, e alla fine fu anche contento della sua nuova coperta morbida, ovviamente color azzurro.
<<è ciano!>> ribadì l'artista, puntiglioso sui colori. Lo abbracciai, scompigliandogli i capelli di nuovo, giusto per farlo impazzire.
Prendemmo anche una coperta rossa per Marcus, una stufina elettrica e un piumone per il loro letto. Giusto per metterli in sicurezza, con il freddo che avanzava, prima di andare alla famosa gita all'ikea.

<<cos'hai intenzione di fare con Marcus? Non che voglia impicciarmi, ma non vorrei essere l'unico che le ha prese....>> mi disse di punto in bianco, mentre ci avviavamo in un bar, per una cioccolata calda. Era geloso, si sentiva:<< se se la cerca, le prenderà pure lui. Voglio evitare di usare le mani, soprattutto con lui che ha un rapporto un pò più brutto del tuo con una figura autorevole. Ovviamente non tarderò a fargli sentire la mia mano se mi farà impazzire come tu oggi, ma vorrei tenerla come ultima opzione.>> dissi, sincero. Lawrence si limitò ad annuire, in silenzio. Lo strinsi a me, prendendolo per un fianco:<< hei! Non è che se aiuti anche lui, vuol dire che mi dimentico di te. Hai capito?>> dissi cercando di mettere la barca pari.

Il ragazzo si strinse a me, con fare possessivo. <<Law, lo so che mi vuoi bene, e te ne voglio anche io un sacco. E so che sei arrabbiato con Marcus, per più motivi, ma capiscilo un pochino... dopo tutto quello che ha passato...>> cercai di fargli capire che anche il moro aveva passato delle esperienze brutte, che erano un pò il perchè delle sue azioni odierne. Alla fine, con un bacio sulla fronte, riuscii a convincerlo, anche ricordandogli che lui stesso mi aveva fatto impazzire, a scherzi e va a quel paese.

Ci sedemmo fuori dal bar, in un tavolino. Il vento di novembre aveva quasi spazzato via tutte le foglie gialle, che ancora però tappezzavano le strade. L'odore di umido e legno del viale alberato che ci circondava ci raggiuse con una folata di vento. Ordinammo da bere, mettendoci a parlare un pò del niente. Era cambiato Lawrence da quando lo conoscevo, era più sicuro di sè, meno timido, più forte, e questo mi rendeva solo felice. Sorseggiammo la cioccolata calda in pace, il sole stava tramontando in lontananza, sempre prima, preannunciando l'inverno. Scoppiai a ridere quando vidi Lawrence, un baffo bianco di panna montata che gli pendeva dal labbro superiore:<< adesso sempri davvero mio figlio!>> dissi, senza pensare, con il cuore.

Il ragazzo mi guardò stupito, lentamente gli occhi si velavano di lacrime. Non feci in tempo a dire alto che si butto tra le mie braccia, con un singhiozzi, regalandomi le parole più belle che potessi sentire:<< ti voglio bene.........




......papà>>

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora