Le grida degli alberi

1.5K 83 104
                                    

«Atciù»

«Salute»

«Salute! Come se potessi sperarci dopo aver passato una notte intera al Lago Nero! Ah ma me la pagheranno, oh si se me la pagheranno! Lo giuro su ogni fibra da regina cattiva che è in me»

Albus stringe un pugno in aria con fare drammatico, la chioma corvina spettinata, la giacca di pelle e la gonna a scacchi che svolazza sulle sue gambe muscolose.

La indossa per il progetto contro la mascolinità tossica di Rachel - e si, tutti gli amici maschi della mia migliore amica oggi la portano e no, nessuno si sente una divinità quanto i miei cugini che per di più non fanno altro che ripetere da ore quanto sia piacevole l'arietta ai piani bassi - quindi mi prende sottobraccio e con un ghigno stampato in faccia saluta i fantasmi sconvolti del sesto piano.

«Per tutti i folletti giovine! Che diavoleria è mai quella!»

«Se volete l'autografo messere non dovete che chiedere»

Levo gli occhi al cielo, stringo al petto il libro e osservo l'orologio al polso, consapevole dell'incombente scena da drama queen di Al che approssimativamente durerà una ventina di minuti, trenta se tira in ballo la teoria del complotto su Lancillotto gay e trentacinque se attacca con Poker Face, giusto per divertirsi un po'.

«Cavalieri! Che sono quelle facce lunghe!» sorride nella mia direzione, io scuoto la testa e lui comincia a sorridere ancora di più.

«Mum-mum-mum-mah»

«Oh Albus non abbiamo tempo»

«C'è sempre tempo per dare una lezione al patriarcato» ammicca nella mia direzione, si passa le dita dipinte di nero tra i capelli, mi allontana un poco e si porta le mani sui fianchi, facendo impallidire i fantasmi. Se si può essere più pallidi della morte.

«I wanna hold 'em like they do in Texas, please, fold 'em, let 'em hit me, raise it...» cammina all'indietro e indica il Barone Sanguinario «baby stay with me!»

«I love it» gli do corda, girandomi a mia volta per procedere in retromarcia. Perchè ha ragione. C'è sempre tempo per dare una lezione al patriarcato.

«LoveGame intuition, play the cards with spades to start» mi riprende sottobraccio e si batte la lingua sui denti, facendo quasi svenire la schiera di ragazze e ragazzi che ci fissano ammirati.

«And after he's been hooked, I'll play the one that's on his heart» strizzo l'occhio ai fantasmi che ormai boccheggiano senza sapere più cosa dire e batto il cinque a Patrick O'Brien, posato contro la parete.

«Oh, oh-oh, oh, oh, oh-oh-oh-oh» intona mio cugino, muovendo la testa a ritmo.

«I'll get him hot, show him what I got»

Ci giriamo nuovamente e continuiamo a canticchiare. Quando alla fine riusciamo a seminare la ressa di gente che lo voleva davvero l'autografo mi volto verso il mio migliore amico.

«Beh è stato divertente, aspetta che lo sappia Rachel»

«Sono il migliore fidanzato della storia, lo so»

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora