Polvere di stelle su petali di fiore

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21 Dicembre 2016 - La Tana, Devon, Inghilterra

Hermione contemplava quella scena con affetto e premura, come era suo solito. Quel giorno, indossava gli orecchini di perle che le aveva regalato la madre, il Natale prima, e dei sofisticati tacchi di pelle importati da chissà quale famosa ditta di scarpe italiane, che per qualche oscura ragione, aveva aperto bottega in centro Falmouth e aveva attirato l'attenzione di Fleur Delacour, facendole ben pensare di regalarle alla amica e cognata.

La donna si strinse nel suo sobrabito in cotone, sospirando di fronte alle parole che, di sfuggita, aveva colto uscire dalla bocca della figlia. Rose era la bambina più sveglia che avesse mai incontrato. E su questo Hermione, non credeva di vantare alcun merito... Al contrario di quello che si poteva pensare. Non era solo intelligente e brillante, come sua madre, ma anche sensibile, autentica e gentile. E lo era con chiunque, a prescindere.

<<Scorpius! Te lo ripeterò per l'ultima volta: loro saranno anche grandi e grossi ma tu sei più furbo. Mio papà dice sempre che tuo papà era un bullo a scuola; io lo so che tu sei diverso da lui, ma non per questo ti devi fare mettere i piedi in testa>> aveva dichiarato, controllando le treccine di fuoco nel vetro della finestra, dal quale Hermione scorgeva il riflesso dei ragazzini, pescati a parlottare sotto l'albero addobbato.

<<E se avessero ragione? Se fossi io ad andarmele a cercare?>> le aveva domandato lui, passandosi una mano tra i boccoli biondissimi.

<<E sentiamo? Che avresti fatto di male?>> lo aveva rimbeccato lei, strizzando quegli occhietti vispi <<ecco appunto>> aveva concluso, notando le guance rosse e la mancanza di risposta da parte dell'amico.

Hermione si trovò a ripensare a quella lettera, quella dannata lettera che prima dell'inizio della scuola le era stata spedita da Minerva McGranitt in persona: non sarà facile Hogwarts per loro. I vostri figli dovranno fare i conti con una pesante eredità. Positiva in alcuni casi, ed enormemente negativa in altri. Bastava pensare alla freddezza con cui persino suo marito e il suo migliore amico, le persone migliori che Hermione conoscesse, avevano accolto in casa il giovane Scorpius.

<<Vi devo ricordare in che condizioni avrebbe passato le vacanze di Natale, altrimenti? Al capezzale di sua madre!>> era stata la colossale ramanzina che aveva fatto a quei due.

Era sempre stato così per quel povero bambino innocente: pareva non appartenere a nessun luogo. A casa era costretto a seppellire il dolore che provava, non solo per Astoria, in fin di vita, ma anche nei confronti del padre, Draco, in preda alla disperazione più totale. Per non parlare dei trattamenti di assoluto sdegno che riceveva dal nonno. A scuola, seppur gli insegnamenti cercassero di proteggerlo, veniva tormentato da tutti, per via del cognome. E neanche con gli amici aveva avuto fortuna, fino a quando, almeno, non aveva conosciuto Albus. E Rose.

Hermione, in cuor suo, sapeva che i due condividevano un legame potente e unico, nel suo genere. Un legame, che, magari, in futuro, avrebbe anche potuto prendere una piega romantica, ma che per adesso si limitava ad una splendida amicizia. Oddio, splendida... Si era dovuta ricredere subito dopo aver impedito alla figlia di bersagliarlo con le palline di Natale. <<Ma mamma! È un allenamento speciale che ho visto in Kung Fu Panda>>

<<Venite con me, voi due>> era stata irremovibile su quello: così li aveva presi entrambi per mano e li aveva condotti in veranda, lontani dalla confusione, appena creatasi a causa della sottospecie di guerra all'ultimo sangue scoppiata tra i bambini, mirata a decidere chi tra di loro fosse stato davvero degno di piazzare la stella, su, in cima all'albero.

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora