Dolce avvenire

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<<Rachel?>>

Le tinte del tramonto fluiscono attraverso il finestrato ferroso e le tende color porpora, riflettendo sul gran numero di sfere di cristallo presenti nella stanza, pezzi di arredamento se volete sapere la mia, buoni unicamente nel creare i soliti giochi di luce che illuminano la polvere sul mogano dei mobili dall'aria stantia e che affollano l'eccentrica Aula di Divinazione.

<<Si, Potter, lo voglio, promettimi che io dormirò dal lato destro del letto e sarò tua per sempre>> biascica lei, le palpebre rigorosamente socchiuse e il capoccione fucsia abbattuto sulla trapunta dello scrittoio.

<<Rachel sono io Rose, Rachel, svegliati sta venendo qui>> tento di scrollarla ma invano. Morgana, se almeno non russasse come un Troll di montagna... Oh, lei e la grande idea 'passiamo la notte davanti alla TV.'

<<Signorina Thomas? Ma sta dormendo?>> la Trelawney oscilla nella nostra direzione, i ricci biondicci che le ricadono disordinatamente sulle spalle ossute e le iridi smeraldine ingigantite dalla montatura acquosa scivolatale sul naso aquilino.

Alzo gli occhi al cielo e bisbiglio a Rachel uno scusa strozzato, prima di strapparle un capello.

<<Ahia!>> strilla lei, tirandosi su di colpo e frustando l'aria con i boccoli rosa.

<<Mia cara è sicura di stare bene? Faccio chiamare il signor Potter? Parlava di lui nel sogno>>

La mia migliore amica diventa dello stesso colore dei tappeti bordeaux, mentre alle nostre spalle si levano risatine concitate. Santo Godric, ma 'sta vecchia strega ha un minimo di percezione della realtà sepolta in quel animo bislacco e logorato da tutte le sentenze che spara e dalle profezie improbabili con cui, almeno un martedì su due, si diverte a spaventare gli studenti?!

<<Professoressa, Rachel ha fatto il nome di Albus perché stava analizzando il mio Monte della Luna, ed indicando esso l'attitudine all'amicizia, all'irrequietezza dell'animo e alla volubilità è più che normale che mio cugino sia stato citato nel discorso>> preciso boriosa, drizzando il petto e sfidandola con lo sguardo.

Tutti i presenti si ammutoliscono e la professoressa mi fissa interdetta.

<<Somiglia straordinariamente a sua madre>> nota, arricciando le labbra.

<<Lo so>> trillo compiaciuta.

<<Anche il Ministro della Magia era particolarmente perspicace eppure affatto incline alla nobile arte della Divinazione>>

Il sorriso mi si spegne sulle labbra.
Ma come si permette?! La osservo di sbieco mentre si avvicina lentamente, le babucce argentee che spuntano oltre gli scialle e la lunga veste colorata, il rumore prodotto dalle decine di braccialetti tenuti ad adornarle le braccia, il luccichio degli orecchini a cerchio e la bandana dalla quale spuntano uno o due riccioli ribelli. Prende la mia mano tra le sue dita callose, facendomi sussultare.

<<La signorina Thomas si dev'essere proprio sbagliata perché sul suo palmo risulta chiaro come il sole il Monte di Venere... La vede la stella?>> spiega, alludendo ad un punto (per me assolutamente invisibile) sotto il mio pollice <<indica l'amore difficile>>

Eh ti pareva.

<<Ma che senso ha?>> domando scettica, rabbrividendo nel mio mantello e figurandomi i miei prossimi trent'anni in compagnia di gatti sudici e vodka in tazzine da té.

<<Nessuno>>

Tossicchio sprezzante e cerco di ritrarre la mano ma la Trelawney non sembra propensa a lasciarmi in pace oggi: la studia e la tiene stretta, alternando sguardi sconcertati a occhiate cariche di compassione.

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora