La confraternita del pisello

1.2K 55 48
                                    

Da qualche altra parte nella Foresta Proibita, Hogwarts, 2 Aprile
___

Alice

"In trappola come quel topo e quel gatto nel tubo di quell'organo a Christchurch" è la raffinata penna del vecchio James Joyce in Finnegans Wake che scrive. Mia madre è irlandese, o almeno sua madre lo era perciò lei in realtà è irlandese solo per metà. Mia madre non parla tanto del passato. Anzi mia madre – con me – non parla affatto. Ma del gatto e del topo nella cattedrale di Christchurch me ne ricordo bene.

Qualche anno fa portò lei stessa me e mia sorella in quella chiesa all'angolo di Wintavern e Nicholas Street, sul prezioso strascico della florida Temple Bar, per farci conoscere l'anziano pastore amico di famiglia... e se Augusta era rimasta lì con loro a fare bella figura grazie a tutte le preghiere che aveva imparato a memoria io invece mi ero allontanata in silenzio, seguendo le volpi nascoste, disegnate nei pavimenti di marmo colorato della cattedrale.

Ed è stato allora che, avventurandomi giù per delle scale di pietra, avevo trovato, nei sotterranei di Christchurch, le mummie di un gatto e di un topo, incredibilmente sfuggiti alla morsa del tempo e lì in mostra proprio per la frase del vecchio James Joyce e per il fatto che entrambi erano rimasti intrappolati in uno dei tupi dell'organo mentre facevano quello che gli riusciva meglio, e cioè giocare al gatto e al topo.

Non sono brava come Rose eppure feci lo stesso del mio meglio per raccontare a mia mamma la storia, ma nonostante le tirassi la giacca perché mi guardasse, lei non la voleva ascoltare, e anzi, più tardi, in macchina, mi rimproverò di non essere stata educata con il pastore. Già... io e lei non abbiamo mai avuto questo grande rapporto, però non è una brutta persona né un genitore terribile... è solo po' all'antica.

Onestamente non so come una persona come mio padre si sia innamorata di una persona come mia madre, ma non sono qui per parlare dei miei problemi familiari... sono qui per raccontare del gatto e del topo a qualcuno che, a differenza di Hannah Abbott, sia interessato ad ascoltarmi.

Le leggende popolari straripano di gatti e di topi rimasti intrappolati, dal pifferaio di Hamelin alle favole dei fratelli Grimm, ma quello che la gente spesso dimentica è che in verità siamo un po' tutti sempre in trappola. C'è chi è tenuto in gabbia dalla macchina nel consumismo, chi si barrica in camera sua per non affrontare la realtà, chi è vittima delle sue stesse abitudini, chi finisce nelle pance delle balene, chi è schiavo del lavoro, chi come mia madre è bloccato dentro la mentalità bigotta della sua famiglia e chi come me è rimasto "chiuso in un armadio" per gran parte della vita, credendosi invisibile, ignorabile, dimenticabile.

Non sono qui per darvi lezioni di vita, ma è vero che, secondo me, ci vuole quasi sempre qualcuno che scoppi la tua bolla, che ti tiri fuori dalla tua campana di vetro, dalla tua trappola... o così o alla fine uno si trasforma in una mummia da museo sotterraneo, proprio come quel gatto e quel topo.

Ora, mai e poi mai, nei miei faticosi sedici anni di esistenza, avrei pensato di potermi trovare dall'altra parte. Essere quella che scoppia la bolla e non quella dentro... quella che rompe la campana e non quella in gabbia... quella che apre le porte dell'armadio e non la gay repressa di turno. Eppure eccomi qua. Non sono più una gay repressa ma la fidanzata bisessuale della ragazza più figa della storia e sto per tirare qualcun'altro fuori dalla sua trappola... io... Alice Paciock.

Adesso, tutto questo sproloquio era in realtà solo per cercare di dare un senso al fatto che Rose si aspetti davvero che io, Rach e Roxy possiamo riuscire a liberare i Cavalieri della Tavola Rotonda da un carillon.

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora