Tè delle cinque con delitto, darling

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Londra chiama le città lontane, ora questa guerra è iniziata
ed è arrivata la battaglia,
Londra chiama gli Inferi,
uscite dal sottoscala,
ragazzi e ragazze, Londra chiama,
ora non badate a noi
una falsa Beatle-mania ha mangiato
la polvere, Londra chiama,
vedete non oscilliamo, tranne forse per
l'anello di quel manganello

London Calling, The Clash, 1979


30 Marzo, la Tana, ore 11.26
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Affondo la faccia sul libro di Difesa contro le Arti Oscure, maledico i Drow o quello che sono quindi strillo sulla federa qualcosa come i G.U.F.O mi uccideranno e lo faranno lentamente.

Albus si stiracchia sul pavimento di camera mia, premendo la testa contro il battiscopa, le lucine che pendono dai poster di David Bowie e di Lana del Rey gli finiscono sulla fronte e l'edera che incornicia i vinili sulla tappezzeria gli solletica il naso.

«Hanno sembianze quasi umane» erompe Scorpius, seduto sul mio pouf viola e verde rattopato, sfiorando prima i cristalli sopra al mio comodino di legno e poi la piccola fiamma delle candele con le dita «la pelle nera, occhi rossi e capelli bianchi.... vedono perfettamente al buio, essendo abituati sottoterra... Dio, Rose guarda che questo l'abbiamo già ripetuto»

«Scusa... lo so... vuoi ripassare Astronomia?»

«Vi prego no» sbuffa il mio migliore amico, coprendosi la faccia con il diario dei sogni di Divinazione.

Siamo solo noi tre in camera mia e stiamo studiando almeno dalle nove di stamattina, le piante che ormai infestano tutta la mia parte della stanza - dato che quel tiranno di Hugo non mi permette di oltrepassare neanche di mezzo millimetro il confine - e i dipinti fauvsiti sulle pareti, specialmente le varie coloratissime copie di Madame Matisse e di Donna con cappello che ci fissano ormai, mi immagino, con pena.

Scendo dal mio letto e mi dirigo verso il baule accanto alla libreria, per prendere le mappe lunari, ma a metà strada decido che non ne ho voglia e che sono mentalmente distrutta, perciò mi accascio a terra accanto a mio cugino. Scorpius mi imita e i dieci minuti seguenti li passo tra loro due, sdraiata sul pavimento a fissare il soffitto e la carta da parati.

«Siamo di nuovo bloccati, non è vero? Con Vivian Saint-Clair dico» borbotta Al, infilando il braccio sotto la mia nuca.

«Si» gli facciamo eco io e Malfoy.

«Sappiamo che Eddy Rimnysm ha una Giratempo» continuo «un ufficio assurdo a scuola, una passione per Edgar Allan Poe e le sue poesie, un carillon e un diario con appuntati i nostri alberi genealogici, quello che è successo negli ultimi mille anni, note di un viaggiatore tra le epoche probabilmente, ed infine la ricetta dell'Amortentia con la quale ha per altro aiutato Merope Gaunt a sedurre Tom Riddle negli anni venti, facendo si che questa desse alla luce il mago oscuro più potente della storia»

Decido, non so quanto saggiamente, di evitare la storia della mia profezia come l'ha chiamata Lilith la Banshee, perché si, direi che già così basta.

E perché, anche se non lo ammetterei neanche mi ficcasserro una boccetta di Veritaserum su per il culo, mi fa paura. Tutto questo mi fa paura, nonostante fossi io quella che voleva la sua grande occasione per "salvare il mondo''. Già... è leggermente più complicato di così, ora lo so.

«Puntine sconnesse sul grande disegno di un omicidio senza un movente» rimarca Scorpius, giocando con le treccine nascoste tra i miei ricci.

«Ed è tutto smontabile» sbuffo, alzando le dita al cielo, seguendo le costellazioni disegnate sul mio soffitto e arrossendo sotto lo sguardo del mio ragazzo «il diario potrebbe non essere suo, quello nella foto su Quidditch nei Secoli potrebbe non essere lui, di conseguenza potrebbe non avere una Giratempo ed essere solo un mezzo matto, misogino, ultra novantenne»

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora