Astinenza? Nah, fa tanto 2010

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Villa Malfoy, Wiltshire, Inghilterra
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Le otto in punto.

Osservo di sbieco la sveglia canterina sul comodino accanto al mio letto. Sbadiglio, con in bocca una sensazione di intorpidimento mista ad un retrogusto pastoso, mi tiro in piedi a fatica, e la setto su off. In realtà non ricordavo nemmeno di averla impostata. Lo faccio unicamente per le occasioni speciali. Occasioni speciali, occasioni speciali... Aspetta un secondo... Che giorno è oggi? Mi volto di scatto in direzione del calendario perpendicolarmente al di sopra della scrivania e mi ritrovo a contemplare un panciuto trentuno, cerchiato in rosso più e più volte, che spicca sgargiante tra gli altri comuni giorni d'inverno.

<<Merda>> impreco a denti stretti, maledicendo me e le mie scarse doti organizzative. Mi affaccio alla finestra e tiro le tende, lasciando che i deboli raggi di un sole dicembrino facciano il loro ingresso in camera mia. Ammiro il giardino del Manor.

Un tempo si accedeva alla villa tramite un cancello magico, che si volatilizzava come fumo al mostrarsi del Marchio Nero. Ad oggi, ovviamente, l'incantesimo è stato rimosso, tuttavia quelle lontane inferriate tenebrose hanno mantenuto il loro buon grado di terribilità. Scaccio via questi pensieri dalla testa e mi concentro invece sui pavoni e sulle siepi a forma di tasso, che da piccolo mi facevano sempre sorridere.

Le siepi, in effetti, rappresentano solo una piccola parte di quello che questo parco era nei suoi anni d'oro. E con anni d'oro intendo quando mia madre era ancora viva. Non che io e mio padre non ci abbiamo provato, ma dopo essere stati mangiati, digeriti ed espulsi (vi risparmio i dettagli) da una pianta carnivora in piena crisi adolescenziale, abbiamo deciso di lasciar perdere. La nostra elfa domestica, Sookie, ogni mese taglia l'erba, e questo è quanto.

Sookie è un'elfa libera, tecnicamente, ma da quando, l'anno scorso è stata investita dal Nottetempo e mio padre le ha salvato la vita, operandola d'urgenza al San Mungo, ha giurato per sempre fedeltà alla famiglia Malfoy. E con fedeltà intendo un contratto a tempo indeterminato che le frutta un sacco di zellini, ve lo dico io.

Abbandono la mia stanza e scendo la grande scalinata di marmo, diretto al piano di sotto: sbuco nel solito atrio eccentrico, vasto, sfarzoso e poco illuminato. Come sempre, per poco non scivolo sul colossale tappeto che ricopre i tre quarti della stanza. Alzo gli occhi al cielo e incontro quelli di Walburga Black, la mia pro pro zia nel suo ritratto alla parete. La scruto in viso e... No, ancora depilarsi non andava di moda.

Subito accanto a lei, il marito, Orion Black, e poi ancora: Septimus Malfoy, con il suo parrucchino alla Luigi sedicesimo, Brutus Malfoy - e lasciatemi dire che il nome gli calza a pennello - Nicholas Malfoy, soprannominato il distruttore, o almeno è quello che leggo sulla targa, e Alphard Black, che per inciso, indossa una specie di pelliccia di tigre e dei leggins aderenti che non lasciano molto all'immaginazione.

Fate una preghierina per il pittore commissionato, fidatevi.

Maledico la grande idea 'teniamo i quadri o al nonno prende un infarto' partorita dal mio caro genitore e raggiungo il salone. Siedo al lungo tavolo in mogano, perpendicolarmente al di sotto del lampadario di cristallo, e accendo il portatile. La voce di mio padre, nella videochiamata, è calda e rilassata, come non lo era da tempo: gli ha fatto bene il Natale alla Tana, anche se, come al solito, è dovuto ripartire poco dopo Santo Stefano, per via di un convegno di medici sull'isola di Man.

<<E allora? Li avete convinti?>>

Il San Mungo ha finanziato la commissione per far sì che essa, strappi dei fondi per l'ospedale alle grandi aziende di gioco d'azzardo, come i Bingo babbani o le ludoteche magiche. Beneficenza, insomma.

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora