Se è la guerra che vogliono e guerra sia

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Febbraio

Alla sesta pillola su Charles Dickens sto per tagliarmi le vene.

La scuola non ha ancora trovato un supplente per Rimnysm e ci rifila queste registrazioni di Rüf intento a leggere spudoratamente da Wikipedia e ad incollarci addosso vita, morte e miracoli di quei pochissimi autori babbani per cui non ho mai provato reale interesse.

E se non interessano me, figuriamoci quegli zucconi di Zabini o Pucey, le teste vuote abbattute sullo scrittoio. Higgs, lo chignon color cenere che oscilla sulla sua nuca mentre rifà il trucco a Parkinson, Albus, gli occhi verde smeraldo che corrono su una pergamena dall'aria sospetta e la cravatta mal anoddata, accanto a lui Avery, i piercings che gli illuminano quel volto da delinquentello che si ritrova e le unghie dipinte di nero. Dietro di loro Rockwood, avvolto nella sua copertina giallo ocra come ogni sacrosanta e gelida giornata che Dio manda in terra.

Ora la domanda sorge spontanea: perché invece di impedire ai miei amici di farsi espellere, causa le malefatte che sono sicuro stiano architettando, mi obbligo a prendere appunti? La risposta è una, e una soltanto... Anderson, il minchione a cui mi ha preferito Rose, che è un banco avanti a me e che ascolta la lezione. La McGranitt ha riscritto, da quando l'Aula di Babbanologia è tornata agibile, direi senza alcuna ragione apparente ma la ragione c'è e si chiama James Potter, un nuovo orario per il pentamestre, e ora Corvonero è abbinata a Serpeverde.

Sono partito subito con: rivoglio i Tassi e perché, perché Minerva mi hai fatto questo, non ero il tuo prediletto? Ma poi ho realizzato che ho smesso di andarle a genio quando, in ordine, mi sono accidentalmente lanciato fuori, seguendo Al, dall'Hogwarts Express in corsa, sono accidentalmente tornato indietro nel tempo tre volte, ho accidentalmente quasi bloccato l'intero mondo magico in un universo alternativo governato da Lord Voldemort e accidentalmente aiutato Delphini Riddle nei suoi scopi malvagi. Morte, distruzione, bagni di sangue eccetera.

Ma come ho detto: accidentalmente.

Distolgo un attimo lo sguardo, poso il mento sul palmo della mano che non ne può più di scrivere e comincio a guardare fuori dalla finestra. Gli alberi spogli, la nebbia, le montagne del Nord in lontananza, il muso di Bole incollato al vetro, i nuvoloni grigi, i raggi del sole che mi fanno arricciare il naso e, aspetta un secondo, il muso di Bole incollato al vetro?! Ma che diamine. <<Malfoy!>> dice col labiale, poi prende ad alitare sulla finestra e a scrivere qualcosa che in pochi secondi diventa: ho dato appuntamento a Flint in cortile, possiamo andare.

Mi volto di scatto verso Albus e Avery, che si restituiscono a vicenda un sorriso malandrino e che poi mi pregano silenziosamente di assecondarli, sbattendo le ciglia. Levo gli occhi al cielo e sbuffo. Ma in realtà sono felice di avere una scusa per non rimanere a fare la muffa qui, per la prossima mezz'ora. Mi alzo di scatto, prendo la giacca, e così fanno Rockwood e Higgs. Nessuno (tranne Anderson, ma lui non fa testo visto che è semplicemente un coglione incapace di farsi i fatti propri) presta attenzione.

Ci fondiamo velocemente nel corridoio del primo piano. Velocemente si fa per dire, in verità, dato che abbiamo impiegato solo dieci minuti a convincere Tessa, ma soprattutto Rockwood, che no, la sosta al bagno delle ragazze non era necessaria. Superiamo l'infermiera, l'ufficio del direttore di Grifondoro e l'Aula di Storia della Magia, dove so essere Rose. Cerco di non immaginarmela troppo seduta al suo solito banco, mentre fa scattare in aria la mano e si porta dietro l'orecchio alcune di quelle sue profumate ciocche rosso fuoco. Così scuoto la testa e imbocco le scale.

Sbuchiamo al terzo piano del castello, sorpassiamo, mio malgrado, la biblioteca, l'Aula di Incantesimi e la Sala dei Trofei, quindi raggiungiamo il Cortile della Torre dell'Orologio. Noto Dorian seduto sul bordo della fontana (la stessa in cui abbiamo fatto il bagno io e la Weasley) infilo le mani nelle tasche e mi stringo nel cappotto quando percorriamo il lungo porticato in pietra. <<Ragazzi!>>

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora