Tra i due litiganti il terzo vede il domani

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Immaginate di poter imbrigliare il vento, di rendervi padroni della più delicata brezza estiva come delle più potenti e impetuose correnti del nord.
Visualizzate decine di foglie d'autunno che si inseguono in un cielo ormai prossimo al tramonto.

Cos'è un respiro? Cosa sono tanti respiri? Cercate di percepirli mentre esistono all'unisono, mentre si spalleggiano, e fanno a gara per il titolo di più maestoso. Figurateveli immobili come in un giardino di statue, figurateveli in attesta di un grande evento. Come quiete prima della tempesta.

Ora si sono fermati. Ciascuno è stato nuovamente imbrigliato nella ferrea stretta delle labbra, che, in effetti, non danno cenno di voler proferire nemmeno una parola. Nemmeno un'esclamazione concitata. Nemmeno un sussurro.

Rose sta per segnare e i respiri di cui parlo appartengono alle centinaia di maghi e streghe che aspettano la disfatta del portiere di Corvonero.

E le foglie rappresentano i giocatori, che sfrecciano tra le nuvole, in questo gelido ventiquattro novembre.

Lei sorride. E scommetto, anche se tecnicamente la mia tribuna è troppo lontana perché io possa affermarlo con assoluta certezza, che gli occhi brilleranno del colore del fuoco; so che lo faranno, succederà nell'esatto istante in cui affiderà al vento, di cui peraltro è l'innegabile padrona, il compito di far attraversare alla pluffa uno degli anelli.

<<Anderson le sbarra la strada ma la Weasley lo aggira in un batter d'occhio, si posiziona davanti a Davis, fa una finta, poi tira... E... Sono altri dieci punti per Grifondoro... Ah ah, professoressa l'ha vista la faccia di Samuels? Dal modo in cui contempla la mazza sembra piuttosto propenso all'autolesionismo, beh come dargli torto>>

<<Lee! Ma perché deve essere così dannatamente simile a suo padre!?>> strilla la preside di rimando.

<<Lei non lo ammetterà neanche sotto maledizione Cruciatus ma sotto sotto sa che mi adora>> le risponde lui, prima di tornare alla telecronaca.

Alzo gli occhi al cielo e incontro lo sguardo di Rose, che mi saluta con la mano.

Mi accorgo solo dopo qualche minuto passato ad ammirarla in tutta la sua bellezza (capelli al vento, guance arrossate eccetera) che probabilmente sorridere per più di cinque minuti di fila a qualcuno potrebbe risultare un po' molesto.

Non mi sono neanche accorto che Lily ha preso il boccino e che hanno vinto.
Non ho aiutato Albus con il filmino sul balletto della vittoria di James, con cui progettavamo di ricattarlo a vita, e, ciliegina sulla torta, mi sono perso Jordan Lee Junior che si cappottava dalla postazione della telecronaca e che veniva afferrato per le mutande dalla McGranitt.

<<Certe cose ti segnano>> ribadisce Zabini.

Già... Sapete che c'è? Penso che oggi sia il giorno giusto. Rose non mi odia più, passa intere serate con me, certo per le ronde, quindi è obbligata, ma mi ha pur sempre scelto come compagno; pediniamo quel maniaco di Rimnysm insieme, finiamo per trascorrere ore da soli nell'Armadio dei Sotterranei per la Pozione Polisucco, dato che Albus ha giurato di volerci mettere piede il meno possibile, e dopo il ritrovo del Lumaclub e la festa di Lily, forse le piaccio anche un po'.

Quindi, si, oggi è il giorno giusto, continuo a ripetermi, mentre mi dirigo a passo spedito verso gli spogliatoi.

<<Hey rossa, come butta?>> dico tra me e me <<no, no, come butta no>>

<<Ti trovo raggiante oggi>>

Oh mio Dio, sono un idiota.

<<Ti sbatterei al muro>>

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora