Notti buie e tempestose e come sopravvivere

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La Tana, Devon, Inghilterra,
30 Marzo, ore 8.16 PM
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La pioggia si abbatte con violenza sulle finestre colorate della cucina, disegnando centinaia di migliaia di gocce imperfette sopra ai vetri verdi, rossi, viola e arancioni. Il vento, fuori, muove furiosamente il grano dorato e le chiome verdi degli alberi, che danzano in un cielo grigio e tratteggiato da saette argentate.

L'acqua cerca di superare gli stracci sotto la porta e di infiltrarsi nel legno scricchiolante mentre il riflesso della tempesta e dei fulmini si dipinge sui piani, sul pavimento lucido e infine sul tavolo che intanto si trova invaso da tutti i libri sul ciclo bretone che ci sono alla Tana, dai vecchi annuari di Hogwarts, dalle pergamene, dalle boccette di inchiostro, dalle piume, dal carillon, dalla poesia del Corvo e dalle mappe del Ministero.

Osservo Albus, i capelli corvini bagnati per la corsa in giardino fatta per mettere al sicuro le scope in garage, la collanina di perle sulla maglietta dei Rolling Stones che rivela i bicipiti tesi, i pantaloni della tuta, i bracciali di metallo e di cuoio attorno ai polsi e i lineamenti sconcertati.

«Ma voi due esattamente che cosa vi siete fumati?!»

«Niente Al!» strillo, battendomi una mano in fronte «è successo davvero!»

«Allora... Mago Merlino vi ha rapiti, vi ha detto che lui e la Fata Morgana sono entità immortali, che lei vuole ucciderci tutti, spodestare tua madre e riportare Londra al Medioevo, rubando le Giratempo, Giratempo che il Ministero però intende distruggere. Che voi dovete fermare il suo attacco terroristico, perchè così dice una profezia cantata da una vecchietta fatta di luce blu e dalla nostra sanissima professoressa di Divinazione, aiutati dai Cavalieri della Tavola Rotonda che Rose per fortuna ha nella collana... ma nooo... non siete assolutamente fatti»

«Okay lo so che è assurdo» chiudo di scatto Lady of the Lake e avvicino le ginocchia al petto, la coperta sulle spalle e il culo sprofondato nella sedia «fa cagare e fa paura è vero, ma noi tre insieme possiamo farcela»

«Ah certo adesso è un noi tre» ribatte mio cugino, incrociando le braccia e ruotando la testa offeso.

Restituisco a Scorpius lo sguardo esasperato, la sua spalla sfiora la mia nella sedia accanto. Indossa una camicia mezza sbottonata e i pantaloni del pigiama di James, ma è bello da morire con le gambe aperte e i gomiti spiegati sui braccioli di legno. Si spazzola la zazzera bionda e manda indietro la testa, sospirando ad alta voce. «Oh Albus piantala» sbuffa, rivolto più al soffitto che a lui.

«Voi due là fuori con il mago più fico della storia e io a casa a studiare per i fottutissimi G.U.F.O, è scorretto»

«Ehm storia della mia vita?!» replico, alzandomi in piedi e infilando la tazza di tè nel lavandino «ti dice niente la frase Albus e Scorpius in incredibili avventure nel tempo e la povera Rosie rannicchiata sotto le coperte del suo dormitorio, a fare i compiti

Mio cugino si gira e abbassa lo sguardo colpevole. Si massaggia il collo a disagio e con le dita dell'altra mano sfiora le fiamme delle candele sul tavolo.

«Già...» mormoro, avvicinandomi a lui, senza guardarlo male però «ma adesso è diverso, ora siamo un trio e nelle imprese matte e pericolose ci infiliamo sempre insieme... sempre»

Il mio migliore amico alla fine sbuffa, alza gli occhi al cielo e spiega le braccia, tirandomi a sè. Poso la guancia sul suo petto e lui il mento sulla mia testa. «Scorpius abbraccio di gruppo, vieni»

«Si sicuro» borbotta, ma poi cede, abbandona la sedia e ci raggiunge, lasciando una pacca sulla spalla di Al e sorridendo a me con dolcezza.

«Dio santo voi tre mi farete venire su la bistecca al cioccolato di prima»

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora