Mi lascio cadere sul divanetto di pelle nera della Sala Comune di Serpeverde e sorrido al calamaro gigante che scivola davanti alla grande vetrata che dà sulle profondità del Lago Nero. Ho sempre pensato che l'atmosfera, qui, fosse tra le più magiche ad Hogwarts.
Un'aura di mistero e di irrealtà mi avvolge, ed è grazie alle lampade ad olio, che mi ritrovo immersa in questa luce smeraldina, contornata da uno spettacolo di sfumature color giada. Sembra di stare nel relitto di una nave in fondo al mare ed è dura resistere alla tentazione di coprirsi un occhio con una benda e di giocare ad interpretare Jack Sparrow. Che poi, in effetti, uno bello come Johnny Depp, ce l'avrei anche.
Albus! Ovviamente parlo di Albus. Sicuro... Okay, d'accordo chi prendo in giro. Albus non è l'unico ragazzo figo della mia vita. Ci sono James, Fred, Matt, Lys, in realtà anche quel tizio della pubblicità del profumo di Vic, non è male, e non osate dire che non fa parte della mia vita perché dormo sotto il suo poster dall'età di tredici anni, quindi si, fa parte della mia vita, si, sarebbe tra i candidati per la rivisitazione dei Pirati dei Caraibi, e no, io non saprei assolutamente disegnare ogni minima sfumatura dei boxer che indossa nella foto, ad occhi chiusi.
Ma per chi mi avete preso?
Anche se a ripensare a lui e a Scorpius Malfoy, che non ho citato perché già sembro disagiata così, sento tutto fuorché freddo, decido comunque di avvicinarmi al camino, che è, come al solito, immancabilmente decorato da statuette, teschi e dalla iconica effige del serpente.
Mentre protendo le mani, subito investite da un'ondata di terpore, noto con la coda dell'occhio un paio di unghie perfettamente dipinte di nero, pinzarmi la spalla, obbligandomi a girare la testa e a ritrovarmi ad un palmo dal muso pallido di miss Phoebe fracassa ovaie dell'anno Parkinson.
«Posso sapere che cosa fa, di preciso, una Grifondoro qui?» chiede inquisitoria, giocando con una ciocca di quei suoi capelli corvini e masticando maleducatamente una gomma.
«Non sono affari tuoi» mi difende Malfoy, parandosi davanti a me con fare protettivo. La schiena fasciata dal gilet scuro sfiora la punta del mio naso, impedendomi di vedere poco o niente oltre alla sua zazzera ossigenata.
«Oh Scorp! Non dirmi che ora te la fai con questa» la sua testa unta spunta dietro le braccia incrociate del biondo e si sofferma disgustata su di me «c'è di meglio» le sue dita da oca giuliva si posano sul suo petto e i suoi occhi da pantera a caccia della prossima preda si assottigliano.
Sono a tanto così da farla a fette con un tosaerba.
«Sai» gli gira attorno, famelica come un avvoltoio e sensuale come un ippopotamo con l'asma «non è che ci sia tutto 'sto gusto a farsi spezzare il cuore da gente del genere»
«Oh ma tranquilla» sibilo, facendomi avanti sicura «io non spezzo i cuori, io spezzo le gambe»
Il gruppetto di ragazzi seduto al tavolo comincia a sghignazzare e finalmente la sua espressione da stronza vacilla. «Non finisce qui, lenticchia» borbotta in una smorfia, prima di alzare il terzo dito e girare i tacchi, alla volta del dormitorio delle ragazze di Serpeverde.
«A presto, vipera» aggiungo mentre lei è sulle scale.
Uno a zero per Rose Weasley.
«Non chiamarla vipera» bofonchia Al, che non le ha staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo in cui è stata qui. I due minuti e quarantasei secondi più strazianti della giornata.
«Bella battuta»
«Lasciate perdere» si affretta ad interromperci Scorpius «abbiamo questioni più importanti»
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What's in a name? That which we call a Rose
FanfictionGli opposti si attraggono. Come no. È una di quelle tante stronzate che leggi nei biscotti della fortuna o che senti in quei podcast smielati tenuti da guru del sesso in andropausa. Anche in alcuni romanzi rosa, a dirla tutta, ma solo se ti piaccio...