Miseriaccia, devo dieci galeoni a Filtwick

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«Se non vi muovete voi, vi faccio muovere io» ringhio, mandando indietro i capelli «ma con un fuoco d'artificio sotto al culo!»

Stringo il polso di Rachel e strattono Dominique per quel poco di camicia che fuoriesce dal gilet mentre attraversiamo a razzo il corridoio del primo piano. La treccia rosa della mia migliore amica frusta ripetutamente la mia faccia, i fianchi di mia cugina sfiorano i miei ed io bado bene a dove corro perché non voglio che i tacchi vertiginosi di Domi facciano a fette il mio piede sinistro. Inoltre, continuo senza battere ciglio ad ignorare gli insulti di Rach, ancora fermamente convinta che il tempo per un altro video ASMR ce l'avevamo.

Che poi quella a cui tocca sempre spiegare il ritardo sono io, e onestamente vi sfido a piombare nel mezzo di una lezione gridando 'ci scusi tanto, stavamo guardando l'unboxing dello iacuzzi per testicoli di Cicciapergatti02 e abbiamo perso la condizione del tempo' mantenendo la dignità.

E io la dignità la devo mantenere perché Difesa contro le Arti Oscure è con i Serpeverde, e se Malfoy dovesse venire a sapere che la sua nemesi ha trascorso la mattinata a ridere istericamente di fronte alla faccia goduta di un dodicenne con le palle a bagno, poi la sua nemesi, che sarei io, farebbe meglio a sotterrarsi, cosa che grazie, ma no grazie, perché col cavolo che muoio senza aver finito di leggere Emma di Jane Austen.

Ci facciamo largo tra un gruppetto di Tassorosso del terzo anno e tagliamo la strada a due altri miei cugini, facendo sollevare in aria i ricci castani di James e i dreads di Fred. Mi gridano dietro qualcosa a cui non presto attenzione, dato che sfortunatamente non ho dietro il mio dizionario per idioti per tradurre il loro 'ti si è alzata la nonna'.

Aggrotto la fronte e decido di lasciar perdere, quindi concludo la staffetta con una scivolata in grande stile, fermandomi a riprendere fiato davanti alla maniglia d'ottone che ci divide dall'aula. Poso le mani sulle ginocchia e inarco la schiena.

«Rose» sbuffa Rachel, levando gli occhi al cielo e piazzando le mani sulle mie chiappe. Ma che-? Oh. Ohh. La gonna. Mi si è alzata la gonna, non la nonna. Ora è tutto più chiaro... In effetti mi sembrava strano il corteo di ragazzi dietro di me stamattina. E io che credevo di essermi finalmente trovata un entourage.

«Ah ecco, pensavo fosse un effetto voluto» ridacchia Dominique, controllando il suo riflesso nello specchietto con le puffole pigmee che le ha regalato la sottoscritta al primo anno e pettinandosi le sopracciglia.

«Certo perché oggi mi sono alzata e ho deciso di far vedere le mie mutandine a tutti» la prendo in giro, aggiustandomi il nodo della cravatta e spolverandomi i fianchi della giacca.

«Non sarò io a giudicarti, sorella» replica, prima di battermi sul tempo e spalancare la porta.

Dannazione cugina! Non ero ancora psicologicamente pronta.

«Signorine!» il tono acuto della nuova professoressa ci fa scattare sull'attenti.

Non dice niente, ci scruta solo severa mentre indica con un cenno del capo tre banchi vuoti in quarta fila, proprio dove perpendicolarmente inizia lo scheletro di drago che pende dal soffitto. Seguo le mie due amiche e raggiungo il mio posto, sentendo le occhiate di tutti, specialmente quelle di Malfoy, che si passa una mano tra i boccoli biondo platino e che sussurra qualcosa all'orecchio di Albus, incollate addosso.

«Come stavo dicendo, prima di essere interrotta» prosegue la donna, la cascata corvina ad incorniciarle le spalle, gli occhi caleidoscopici e la camica color indaco dentro i lunghi pantaloni a palazzo «sono Mary Golfean» scrive il nome alla lavagna e schiocca la lingua sul palato «per voi la professoressa Golfean, insegno Difesa contro le Arti Oscure e... Non accetto disegni del genere, signor Zabini!»

What's in a name? That which we call a RoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora