capitolo 3

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Dovevo vestirmi bene o Astrid mi avrebbe rimproverata di nuovo.

Presi un jeans non troppo largo ma nemmeno troppo stretto, nero e rigorosamente a vita alta. Aveva degli strappi evidenti sulle ginocchia e alla fine la cucitura rilasciava alcuni fili. Presi un top nero senza spalline e una camicia leggera a quadri neri e verde scuro che legai in vita. Per finire i miei bellissimi e amatissimi anfibi platform. Avevo già tutti gli orecchini e anelli che indossavo di solito, perciò non dovetti perdere tempo a mettermeli. Indossai solo una collana a catena ed ero pronta.

-Eccomi- dissi quasi sbuffando mentre uscivo dalla porta e Astrid era rimasta fuori, proprio come mi aveva detto.

-Wow Eithel ma sei bellissima! Farai andare al bagno moltissimi ragazzi per il dolore- disse ridacchiando e io alzai gli occhi al cielo e con un sorrisetto la seguii verso la sala comune.

Iniziavo a sentire della musica, ma era davvero orribile. E poi dov'era l'odore di alcool e droghe varie!? Una noia. Sarebbe finita davvero male questa serata!

-Eithel ma sei una bomba cazzo! Non vorrai cominciare l'anno già nel letto con qualcuno?- neanche ero arrivata che Blaise aveva iniziato le sue solite battutine.

-E' una richiesta implicita per caso?- gli risposi con un sorriso malizioso e di colpo lo vidi, per quel che possibile, sbiancare.

-Sto scherzando scemo! Comunque ho sete, c'è della vodka?

-Si laggiù al tavolo delle bevande- disse indicandomi un tavolo lungo a qualche metro di distanza.

Presi un bicchiere di vodka e me lo scolai in pochissimo tempo. Il bruciore che mi provocava alla gola era così bello e piacevole che mi era quasi mancato. Ne presi un altro bicchiere e neanche il tempo di fare due sorsi che qualcuno mi parlò all'orecchio.

-Ehi ragazzina, vacci piano. Qui sono tutti in attesa di una bella troia ubriaca fradicia- trasalii dallo spavento, ma mi ricomposi subito. Se c'era una cosa fondamentale a Dumstrang che mi avevano insegnato bene, oltre all'occlumanzia, era il non mostrare mai le proprie emozioni.

-La mamma non ti ha detto che non si arriva alle spalle delle persone- risposi senza voltarmi mandando giù un sorso della mia bevanda.

-Non ne ha avuto il tempo- a quel punto mi girai e i miei occhi si scontrarono con i suoi. Occhi scuri e profondi, sopra ai quali pendevano dei ricci mori ribelli. Era molto più alto di me, infatti si era dovuto piegare per parlarmi, e neanche poco, perchè me lo ritrovai proprio di fronte alla mia faccia.

Si rimise diritto e io non gli arrivavo nemmeno alla spalla. Metteva in imbarazzo doverlo guardare dal basso.

-Beh se non ti spiace io andrei- feci per sorpassarlo ma lui mi bloccò dal braccio.

-Si mi dispiace- alzai gli occhi al cielo. Io sapevo che non sarei dovuta andare a quella festa, qui nessuno sa divertirsi davvero. Scopare. Ecco a cosa pensano tutto il tempo.

-Senti io non so chi tu sia, ma scordati che entrerai nelle mie mutande. Ora levati dal cazzo-

-Mattheo Marvolo Riddle, figlio del Signore Oscuro, piacere-

-Bene Mattheo Marvolo Riddle levati dal cazzo- non mi importava di chi fosse figlio. Non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

-Come osi ragazzina! Io potrei uccidere con uno schiocco di dita!-

-E fallo. Dimostra che con uno schiocco di dita puoi uccidermi- gli feci lo stesso gesto che aveva fatto lui- sono qui, forza- allargai le braccia con un sorriso beffardo in volto.

-Tu sei pazza-

-Oppure tu un codardo, a te la scelta. Bella chiaccherata Theo ci si vede- gli urlai mentre me ne andavo.

in love with both of themDove le storie prendono vita. Scoprilo ora