MATTHEO POV
Eithel aveva avuto un forte attacco di panico. Negli ultimi mesi era stata molto sotto stress e non riusciva a rilassarsi nemmeno per qualche minuto.
Ognuno di noi era riuscito nei propri compiti e ci eravamo proposti di aiutarla, ma non aveva voluto.
Regulus era sempre più preoccupato.
Era incredibile vedere mio cugino così preoccupato per una persona.
La loro amicizia era un qualcosa di inequivocabile e nessuno ne avrebbe mai avuta una così.
Regulus la capiva. La confortava.
Ricordo i giorni dopo la cerimonia del suo marchio.
I suoi occhi erano non vuoti, come sempre del resto, ma morti.
Aveva sempre avuto un pizzico di morte nello sguardo, ma da quel giorno erano completamente morti.
Quelle venature grigie che tanto amavo erano scomparse. I suoi occhi erano pozze nere e impenetrabili.
Per due lunghe settimane in tutto il Manor erano risuonare le sue urla di rabbia.
Ma non l'avevo mai sentita piangere.
Non ha mai versato una lacrima per esternare ciò che provava.
La capisco, infondo.
Io non voglio mostrarmi debole, ma io sono debole.
Come lei.
Ricordo ancora il 5 agosto.
Sei giorni dopo il suo compleanno.
Era ora di pranzo e mancava solamente lei. L'aspettavamo e allora mio padre mi aveva detto di andarla a chiamare, perché gli elfi domestici li aveva rispediti al mittente.
Salii le scale rapidamente con la fame che mi attanagliava lo stomaco. E la vidi.
Rannicchiata in un angolo vicino alla sua porta della stanza.
Con le ginocchia strette al petto e il braccio sinistro che le abbracciava.
Oscillava lentamente.
Lo sguardo fisso davanti a lei e vuoto.
Privo di vita.
La mano destra era poggiata sul pavimento e stretta in un pugno.
Piccole goccioline di sangue secco incrostavano la pregiata moquette verde scura dai ricami argentati.
Tutto d'un tratto la sua testa scattò a me, che avevo arrestato il mio cammino alla vista di quelle goccioline rosse scuro.
Aveva sussurrato qualcosa. Un qualcosa che inizialmente io non capii.
Aggrottai le sopracciglia, ma continuai a camminare nella sua direzione.
I suoi occhi si volarono di lacrime, ma non le lasciò scorrere, e sussurrò con voce più forte e spezzata:
-Fermati. Loro non vogliono che ti avvicini... Ti prego- mi arrestai immediatamente.
Continuai a osservarla nella penombra, ma sembrava tutto come doveva essere.
Tranne che per il carattere di Eithel.
E allora tentai una conversazione.
-Chi non vuole che mi avvicini, Eddy?-
Sembrò rinvennire per un breve istante quando parlò.
-Ti prego... Salvami- e i suoi occhi tornarono vuoti.
La mano a sanguinare.
E lei a oscillare.
Dopo quell'episodio non ne vidi più, ma ero abbastanza certo che non fosse né la prima e né tanto meno l'ultima.
Non ne fece mai parola con me.
Come sei lei non ricordasse affatto quella breve e stramba conversazione.
L'Eithel che tutti conoscevano, o almeno quello che ci permetteva di vedere, non esisteva più.
E forse mai sarebbe ritornata.
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scusatemi l'attesa, ma ultimamente ho avuto da fare.
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in love with both of them
FanfictionEithel Jonson una ragazza poco considerata dalla famiglia. Sarà costretta ad andare ad Hogwarts... riuscirà qualcuno a sciogliere il suo cuore di ghiaccio? Ma soprattutto ci sarà qualcuno in grado di capirla fino in fondo? - presenza di droghe, alco...