Capitolo 19

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PUNTO DI VISTA DI GRACE
Mi sforzo di elaborare le ultime parole della dottoressa.
Avevo la gola secca e deglutii.
" U-un a-a-aborto? "
Dissi con un filo di voce mentre iniziò a bruciarmi la parte superiore del naso, segno che stavo per scoppiare in lacrime ma non piansi.
Lei mi guardò con i suoi occhi grandi e marroni che trasmettevano dolcezza e compassione.
Si avvicinò al mio letto e accarezzandomi la fronte come fosse una mamma premurosa disse in tono dolce.
" Ha bisogno di essere coraggiosa. Noi siamo donne, e le donne sono forti "
Sentii quelle parole così lontane.
Avevo la testa pesante.
Fissavo il vuoto mentre la dottoressa mi parlava.
" Lei ha bisogno di riposo "
Disse rimboccandomi le coperte per bene.
Megan aumentò la presa sulla mia mano mentre con l'altra mi accarezzava delicatamente il viso.
La dottoressa si mise dritta, pronta ad andare ma io le afferrai il grembiule fermandola.
La guardai con espressione distrutta.
Deglutii prima di pronunciare queste parole.
" Dov'è? "
Sussurrai talmente piano che pure io stentai a sentirmi, ma la dottoressa mi capì al volo.
" Il tessuto fetale è stato messo in un contenitore ermetico. Glielo porto subito "
Disse lei mostrandomi un leggero sorriso dispiaciuto.
" No "
Dissi con tono più forte.
" Voglio venire io di persona "
La dottoressa guardò Megan con occhi sbarrati e poi me.
" Non può signor..."
" La prego"
Piagnucolai interrompendola.
Mi guardò per qualche secondo, poi la sua espressione si addolcì.
Guardò Megan
" Aiutami a farla alzare per favore "
Megan si asciugò le lacrime e annuì.
Con molta delicatezza, mi liberarono dai mille fili che avevo attaccati, tranne della flebo.
Quella dovevo trascinarla con me.
Mi adagiarono in una sedia a rotelle e mi trasportarono in una stanza.
Io e Megan restammò lì mentre la dottoressa si diresse in un'altra stanza.
Megan continuava a piangere in silenzio mentre io fissavo il vuoto.
Ogni tanto con mani tremanti mi accarezzava il viso.
Dopo qualche secondo tornò la dottoressa con un barattolo in mano.
Non appena Megan lo vide le fuoriuscì un singhiozzo rumoroso e si coprì la bocca con la mano.
Io lo presi in mano.
Dentro vi era una piccola massa senza forma, di colore grigio.
Era un grigio piuttosto spento.
Io odio il grigio.
È un colore che trasmette tristezza.
Lo esaminai con cura, cercando di cogliere ogni minimo dettaglio.
Quello era il mio bambino.
Iniziai a cercare di sforzarmi di immaginarlo.
La protuberanza più rotonda dedussi che fosse stata la testa.
Poi al di sotto c'erano due piccole protuberanze che immaginavo fossero state le sue braccine.
Mi si forma un grappolo alla gola e sento una brezza leggera ma non sono sicura che sia il dolore.
Non riesco a capire cosa mi accade.
È come se il mondo si fosse fermato e ci siamo solo io e lui.
Ad un certo punto Megan mi scuote per la spalla ed è come se mi avesse svegliata da un sonno profondo.
Mi volto dalla sua parte cercando di mettere a fuoco il suo bel viso che mi guarda con espressione di compassione.
" Dobbiamo tornare nella tua camera tesoro "
Disse con voce roca per il pianto.
Io annuii senza pensare stordita ma poi quando la dottoressa cercò di prendere il mio bambino, lo strinsi ancora più forte nel mio grembo.
" Ancora un pò "
Dissi spaventa.
Lei annuì e mi lasciò ancora un pò con il mio bambino.
Dopo qualche minuto la dottoressa tornò e capii che non avevo più chance.
Dovevo dargli un ultimo saluto.
Allora come quasi istinto materno, portai il barattolo sulle mie labbra e vi lasciai un dolce bacio.
" Anche se sei figlio di un mostro, ti avrei amato alla follia comunque "
Sussurrai di nascosto mentre la dottoressa mi sfilava dalle mani il mio bambino.
Tornata in camera, Megan si occupò premurosamente di me, standomi vicina e coccolandomi con baci e abbracci fino a quando non mi addormentai.
La mattina seguente mi svegliai con un forte mal di testa e una nausea allucinante.
Corsi in bagno e vomitai.
Uscita dal bagno trovai Megan con tre sacchetti.
" Buongiorno tesoro, ti sei alzata di già "
Disse dandomi un bacio sulla fronte.
Guardai i sacchetti.
"Cosa sono? "
Dissi curiosa.
" Un paio di cose per farti sentire a tuo agio qui in ospedale"
" Tesoro non ce n'era bisogno, voglio chiedere alla dottoressa se posso uscire oggi stesso"
Lei mi guardò come se le avessi detto di essere un alieno.
" Tesoro ma sei impazzita? Non puoi andare oggi. Stai ancora male "
" Io voglio andare via da qui "
Dissi chiudendo gli occhi per il ricordo della sera precedente.
Voglio andare il più presto possibile via da qui.
Dopo qualche ora venne la dottoressa a controllarmi.
" Buone notizie, le sue analisi sembrano perfette "
Disse con un sorriso dolce.
" Voglio uscire da qui oggi stesso "
Lei mi scrutò con i suoi penetranti occhi color nocciola.
" Mi dispiace signorina, non posso congedarla prima di una settimana "
Megan mi guardò in stile ' te lo avevo detto '
Roteai gli occhi esasperata.
La dottoressa se ne andò.
" I tuoi sono così preoccupati per te tesoro. Dopo pranzo verranno "
Sospirai.
Ero preoccupata.
Come potevo dire ai miei che ero rimasta incinta di un mostro e che lui stesso me lo aveva fatto perdere?
Scacciai via quel pensiero e tolsi le coperte.
" Dove vai? "
Mi chiese Megan.
" A sgranchirmi le gambe, faccio un giro per l'ospedale "
Dissi trascinandomi la flebo.
" Aspetta ti accompagno tesoro "
Disse lei premurosa.
Io alzai una mano.
" Ferma, voglio stare da sola "
Lei mi guardò come se fossi un alieno
" Ma tesoro, se ti accade qualcosa"
" Siamo in un ospedale tesoro "
Dissi indicando la struttura.
Lei annuì annuì e sorrise.
" Giusto, che stupida "
Disse come se fosse stato ovvio.
" Aspetta, prendi almeno la sedia a rotelle "
" No, ho bisogno di sgranchirmi le gambe "
Dissi uscendo dalla camera.
Vagai senza sapere dove stavo andando.
Le pareti dell'ospedale erano di colore grigio.
Odio questo colore.
C'erano varie persone che correvano in cerca di aiuto e c'erano altre che piangevano.
Senza rendermene conto finii nel reparto neonatale.
Mi bloccai quando vidi una coppietta da lontano che aspettava l'ascensore.
L'uomo era molto emozionato e teneva in mano un piccolo fagottino dormiente.
" Tutto il papà sei "
Diceva piano al fagottino avvolto in mille strati di coperte.
" Si hai ragione, sempre che dorme sta, come te "
Disse ironicamente la madre.
Il padre simulò una finta risata.
" Ah ah spiritosa! Sei solo invidiosa "
Poi si rivolse al fagottino
" Vero amore? Diglielo alla mamma che è solo invidia la sua "
La madre alzò gli occhi al cielo.
Dopo la situazione cambiò e l'atmosfera si addolcì.
I due neogenitori si guardarono con dolcezza.
" Abbiamo fatto un capolavoro "
Disse il padre dando un bacio sulla fronte alla madre.
A quel punto iniziai a vedere tutto appannato e mi resi conto di avere gli occhi lucidi.
Le gambe non ressero più e caddi a terra.
Un'infermiera di passaggio corse in mio aiuto.
" Signorina si sente bene? "
Disse scrutando il mio viso.
A quel punto inizia a piangere e a singhiozzare come non avevo mai fatto.
L'infermiera chiama la dottoressa che mi aveva preso in cura e mi riportano in camera.
Al mio rientro Megan guardò preoccupata la dottoressa.
" Cosa le è successo? "
La dottoressa scosse la testa.
Guardò me e mi accarezzò il viso.
" Cosa è successo tesoro? Ti senti male? "
Chiese preoccupata.
" L'hanno trovata nel reparto neonatale "
Megan capì e mi abbracciò forte.
" I-Io me ne v-voglio a-andare da q-qui la prego "
Signorina non può.
La guardai con occhi distrutti e piagnucolai
" La prego "
Lei sospirò severa.
" E sia "
Disse arrendendosi.
" Però mi deve promettere che rimarrà a letto per un' altra settimana, ancora non sei ripresa del tutto. E inoltre non deve saltare nemmeno una flebo. Ha perso molto sangue signorina Bennet. "
Disse in tono severo.
Io annuii sollevata e mi addormentai.

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora