Capitolo 2

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PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Mi alzai dalla mia comodissima poltrona, per dare la mano, vittorioso e orgoglioso di me stesso, al cliente che mi ritrovavo davanti. Erano mesi che avevo puntato questa preda e adesso è finalmente tra le mie grinfie. Esatto, io uso il termine preda quando mi rivolgo ai miei carissimi clienti. Nulla che vada sul personale, è semplicemente un nomignolo che uso. L'ennesimo contratto è stato concluso grazie a me, e sono orgoglioso di questo.
Continuo a sorridere e a stringere la mano in saluto con tutta l'educazione e la gentilezza che avevo.
<< Allora arrivederla Mr. Kyle, è stato un piacere fare affari con lei. Sa, lei è tanto giovane quanto astuto. Ha naso per gli affari ed è per questo che la stimo>> Disse il cliente con sguardo ammirevole. << Di certo non potevo aspettarmi da meno dal figlio del potente John Kyle, è proprio vero, tale padre tale figlio, complimenti davvero ragazzo mio, farai carriera e sono sicuro che riuscirai a diventare ancora più potente di tuo padre, ne hai tutte le qualità>> Disse con tono orgoglioso. Io rivolsi un sorriso educato ai suoi complimenti. << La ringrazio Mr. Hunt, è stato un grande onore e privilegio per me fare affari con lei>> dissi continuando a guardarlo dritto negli occhi.
Detto questo lo accompagnai fino all'ascensore.
Tornai nel mio studio e mi sedetti nella mia comodissima poltrona, facendo un lungo sospiro. Chiusi gli occhi e sorrisi tra me e me soddisfatto di quello che ero riuscito a fare. Finalmente ero riuscito a concludere l'affare con Hunt dopo mesi che attendevo finalmente ci sono riuscito. In quanto figlio di John Kyle non potevo deludere nessuno, devo sempre dare il meglio. Pretendono tutti che io faccia il meglio perché io sono il meglio in quanto figlio di John Kyle. Quindi mi sento pressato dalla società e dalle persone che mi ricordano, quindi sono costretto a dare il meglio.
Tutto questo duro lavoro e tutta questa pressione che mi sento addosso mi stressa parecchio.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fù la fotografia mia e di Grace che raffigurava la scena del ballo.
Esatto, in due anni non l'ho mai tolta dalla mia scrivania.
Adoro guardarla anche se ogni volta che lo faccio, mi riaffiorano tutti i ricordi sia belli che brutti.
Un sorriso amaro si formò sulle mie labbra quando presi la fotografia e l'avvicinai.
<< Oh mia piccola e dolce Grace, quella sera sei scappata da me ma io ero riuscito a prenderti. Ma adesso sei scappata veramente da me e questa volta non ho avuto le forze di venire a prenderti. Ti ho lasciata scappare piccolina mia.>> Dissi accarezzando il suo piccolo visino angelico attraverso la foto.
Lo so, è da pazzi parlare con una fotografia, ma sappiate che è ormai da due anni che vado avanti così.
Ma dovete sapere un'altra cosa.
Io da quella sera sono morto dentro, ma ho deciso di continuare ad andare avanti fingendo di vivere con la consapevolezza di aver perso l'unica cosa a cui credevo, l'unica cosa che mi rendesse veramente felice, Grace. Ed è proprio vero che ci rendiamo conto di quanto siano preziose, speciali e uniche le persone che ci circondano solamente dopo averle perse.
Penso che non servano presentazioni, mi conoscete abbastanza bene. Sono Davis Kyle. Adesso vi parlerò io, in prima persona e vi racconterò la storia dal mio punto di vista. Vi dirò tutto quello che è successo in questi due anni senza di Grace.
Da dove posso partire? Ci sono, partirò dall'ultima volta che la vidi......A dir la verità, dopo il racconto vi svelerò un piccolo segreto.....in realtà, per me non fù l'ultima volta che la vidi....Tra poco scoprirete il perché.
Arrivai a casa e mi diressi immediatamente in bagno.
Fortunatamente i miei non erano in casa.
Mi guardai allo specchio e vidi che ero combinato leggermente male, nulla di grave. Avevo il labbro inferiore spaccato, per miracolo non mi sono saltati i denti pensai.
Accidenti, bruciava così tanto. Non riuscivo nemmeno a muovere il labbro inferiore. Presi un pò di cotone e ci misi sopra dell'acqua ossigenata. Mugolai di dolore non appena il cotone fece contatto con le mie labbra. Adesso si che brucia. <<Maledizione>> imprecai tra me e me.
A quel punto sentii bussare. <<Avanti>> dissi a denti stretti.
Attraverso lo specchio vidi Rosita con un sorriso dolcissimo. Ricambiai il sorriso lentamente, ma fallii perché mi faceva male il labbro.
Non appena si accorse della mia ferita il suo sorriso svanì e al suo posto spuntò un espressione preoccupata.
Si avvicinò verso di me e mise le mani sul mio viso facendo attenzione a non toccare il mio labbro. << Signorino Kyle! Cosa gli è successo ??>> io sospirai. << Niente di allarmate tranquilla, ho già messo l'acqua ossigenata>> Dissi tranquillo.
Lei mi guardò severa e mi rimproverò << Hai fatto a botte non è così? Oh signorino non mi deve far preoccupare in questa maniera>> alzai gli occhi al cielo e le sorrisi. << Non è nulla di grave sul serio, non si deve preoccupare Rosita>> la sua espressione si addolcì << posso fare qualcosa?>> disse con il suo accento spagnolo. << Si, le chiedo se per favore mi può preparare la cena>> lei annuì << corro, 10 minuti e le preparo una cena con i fiocchi>> disse prima di sparire dalla porta del bagno. Sentii il rumore delle sue ciabattine, allontanarsi con premura verso la cucina. Sorrisi. È così adorabile questa donna. Siamo stati fortunati ad averla. Lei mi ha visto nascere.
Dopo essermi fatto una doccia rilassante scesi a cenare e c'erano i miei. Oh merda pensai. Adesso mi riempiranno di domande accidenti.
Scesi con cautela le scale e mi si gelarono le vene quando mia madre si voltò dalla mia parte sorridendomi. Ma subito dopo quel sorriso sparì e fu sostituito da un espressione preoccupata, esattamente la stessa reazione di Rosita.
Si avviò velocemente verso di me afferrando con decisione la mia mascella. Sgranò gli occhi preoccupata << cos'è successo tesoro?>> disse preoccupata. A quelle parole mio padre si voltò e mi venne incontro <<cosa è successo figliolo?>> disse altrettanto preoccupato. Sospirai << state tranquilli, non è nulla di grave. Ho già medicato questa ferita>> dissi tranquillo. Mia madre mi guardò male << hai fatto a botte vero?>> Disse severa. Io non risposi. << Davis cosa ti prende? Non è mai successo! Stai prendendo una brutta strada>> roteai gli occhi e sospirai un altra volta << Non ti preoccupare mamma, non accadrà più>> dissi irritato. Lei mi guardò con i suoi occhioni argentati colmi di compassione e mi abbracciò.
<< Ti voglio bene tesoro e non voglio che qualcuno ti faccia del male>> disse baciandomi la fronte. Mio padre si unì all'abbraccio <<concordo con la mamma>> disse dandomi una pacca sulla spalla. Mio dio non sono un bambino, so badare a me stesso però sono fortunato ad avere così tanto amore. Poi mia madre si staccò dall'abbraccio e mi accarezzò le guance << Il mio bambino>> disse con voce spezzata. <<Ho solo te >> disse coprendosi la bocca singhiozzando. <<No mamma tranquilla non piangere, ti ho detto che non accadrà più>> dissi sorridendole. Odio vederla piangere. Ha già sofferto abbastanza. Lei annuì e cercò di ricambiare il mio sorriso ma non ci riuscì. So a cosa stava pensando quando ha detto di avere solo me. Povera mamma, niente colmerà mai il vuoto che ci ha lasciato Mark. Il dolore al suo ricordo è troppo forte e intenso, tanto che mio padre andò a chiudersi nel suo ufficio e la mamma lo seguì.
So che non conoscete ancora Mark ma in futuro scoprirete chi è.
Dopo cena andai a dormire.
Verso le 11:30....
Sentii bussare alla porta. << Signorino Kyle è sveglio?>> disse Rosita preoccupata. Io mi svegliai di soprassalto ed emisi versi assonnati.
Poi continuò << Potrebbe per favore aprire la porta? Ci sono visite>> insistette lei. Sbuffai pesantemente << Accidenti sono le 11:30 di sera! Per l'amor del cielo, chi è che vuole vedermi a quest'ora? Domani devo alzarmi preso, dica cortesemente che non sono disponibile>> sbottai irritato con la voce impastata di sonno.
A quel punto sentii qualcuno schiarirsi la voce << Davis sono io, Grace >> all'udire la sua piccola voce mi alzai di scatto dal letto e aprii la porta.
Era lì davanti a me, con il suo corpo minuto. Era vestita più strana del solito, molto probabilmente si era messa la prima cosa che le capitò a tiro perché solitamente sta attenta ai colori da abbinare. Per giunta senza un filo di trucco. Se Grace si è preparata così di fretta significa che quello che deve dirmi è veramente urgente e importante. Mi strofinai gli occhi con il dorso della mano e con voce roca e impastata dal sonno la invitai ad entrare senza colpirla subito di domande. << entra piccola>> mi uscì di più come un sussurro. Le sorrisi dolcemente. È così adorabilmente minuta senza i tacchi. Lei entrò lentamente, con passo tesò ma allo stesso tempo deciso e determinato.
Senza che se ne rendesse conto la presi e cinsi le mie braccia intorno alla sua vita piccolina e stretta, e la strinsi a me baciandola con passione. Lei con mio stupore non ricambiò subito il bacio, ma stette un paio di secondi immobile e ricambiò dopo un pò. C'era qualcosa che non andava. L'istinto mi diceva, che non mi avrebbe dato belle notizie. Io in ogni caso non ho intenzione di perderla, e se per caso è successo qualcosa al padre le starò vicino.
Ci staccammo a malincuore da quel bacio passionale e vidi sul suo volto un espressione preoccupata.
Misi le mie mani a coppa sul suo visino piccolissimo, che rispetto alle mie mani era quasi la metà, e le accarezzai con i pollici la pelle morbida e liscia delle sue guance e aggrottai le mie sopracciglia guardandola altrettanto preoccupato. Cosa le prendeva? Cosa stava succedendo?
Dopo un po' di silenzio mi decisi a farle un paio di domande per aver chiarezza e per capire il perché di questa visita notturna improvvisa.
<< Cosa ti porta qui, alle 11:30 di sera, quando a quest'ora dovresti essere a letto. C'è qualcosa che non va?>> dissi con tono severo e preoccupato.
Lei non rispose, si limitò a circondare con le braccia le mie spalle e a nascondere il suo viso nell'incavo del mio collo. La sentii rilassarsi tra le mie braccia. Perché era così maledettamente tesa? Avevo bisogno di sapere.
Io ricambiai l'abbraccio e presi ad annusare i suoi magnifici capelli. Ha un profumo così dolce la mia piccolina. Senza tacchi mi arriva leggermente più sopra del seno.
Ad un certo punto sussultai sorpreso non appena si staccò da me di scatto, come se ad un certo punto avessi preso fuoco e lei si fosse scottata. La guardai più confuso di prima e lei abbassò lo sguardo imbarazzata. Mi deve guardare accidenti! Presi il suo viso tra l'indice e il medio e glielo alzai in modo da farmi guardare negli occhi. Ma non servì a nulla perché lei li chiuse con aria frustrata. Perché non ha il coraggio di guardarmi? Cosa le prende? Ho bisogno di risposte maledizione, inizio a preoccuparmi seriamente del suo comportamento.
Indietreggiai di scatto impaurito e solo da allora lei aprì gli occhi. Ero sorpreso, scioccato, triste, impaurito e anche disperato perché non stavo capendo più nulla. Senza rendermene conto il mio petto iniziò ad andare su e giù velocemente e le mani mi iniziarono a tremare.
Lei rimase lì, a guardarmi paralizzata con i suoi occhioni dorati con espressione preoccupata.
Poi tutto d'un fiato disse << ci dobbiamo lasciare >>
Se mi avesse sparato avrebbe fatto decisamente meno male. A quelle parole provai un dolore lancinante al petto, come se qualcuno mi stesse infilando una spada piena di spine al petto, molto lentamente per farmi sentire e prolungare di più il dolore e la mia sofferenza. Chiusi gli occhi completamente frustrato e desiderai con tutto il cuore che quello che stavo vivendo, fosse stato tutto un sogno. Vi prego, ditemi che è solamente un brutto sogno e che tra poco mi sveglierò, andrò in ufficio e nel pomeriggio farò l'amore con Grace per ore e ore mentre io la terrò stretta alle mie braccia dicendole quanto è bella e dolce, venerando il suo corpo, mentre lei si terrà stretta tra le mie braccia e piangerà di gioia sussurrandomi all'orecchio quanto è felice quando sta con me. Ditemi che è cosi! Per favore svegliatemi, non ci voglio credere!
Dopo diversi minuti si decise a rompere il silenzio << Vedi, il fatto è che non lo sto facendo perché mi sia stancata di te, lo sto facendo per mio padre.>>
Io aprii gli occhi e la guardai confuso. Cosa diavolo centra suo padre adesso?
Continuò << ti spiego meglio, sai bene che mio padre ha appena avuto un infarto. E sai anche che un altro colpo potrebbe essere fatale per lui. Quindi vorrei evitare che accadesse una cosa del genere. Pensa se al posto di Logan, oggi pomeriggio fosse stato mio padre a sorprenderci. Pensa alle conseguenze che sarebbero potute accadere. Non possiamo permettere che accada una cosa del genere. Non possiamo continuare così, Davis, dobbiamo dare un fine a questa storia.>> disse cercando di apparire il più fredda possibile ma fu tradita da se stessa perché l'ultima frase le uscì spezzata.
Spalancai gli occhi dal puro terrore << ma io non voglio mettere fine a questa storia. Noi possiamo benissimo continuare a vederci di nascosto>> dissi con voce roca. << È appunto questo il punto in cui volevo arrivare. È esattamente ciò che voglio evitare. Non possiamo ridurci a questo Davis, fidati ci sono passata, non è una bella cosa vedersi di nascosto con il rischio costante di essere scoperti e con la costante preoccupazione di essere visti da qualcuno. Finiremo per distruggerci a vicenda senza rendercene conto. Finiremo solo per soffrire ancora di più. Ed è per questo che voglio chiuderla adesso. Meglio oggi l'uovo che la gallina domani. È meglio finirla adesso che non siamo ancora...>> Chiuse gli occhi e fece una pausa. << innamorati>> Scossi la testa incredulo. << Siamo ancora in tempo lo capisci? Se continuiamo a vederci c'è il rischio che il nostro legame si rafforzi e più tempo stiamo insieme, più difficile sarà separarci, lo capisci ?>> Le scappò un singhiozzo rumoroso e con un filo di voce disse << io lo sto facendo per te Davis, lo sto facendo per non farti soffrire>>. Pensa davvero che non soffrirò lo stesso? Come può non capirlo? È veramente convinta di essere arrivata in tempo, prima che io mi innamorassi di lei? Beh si sbaglia. È troppo tardi ormai. E per dimostrarle che sono innamorato veramente di lei, per dimostrarle che ci tengo veramente a lei, devo lasciarla andare se per lei è la cosa giusta da fare.
Assunsi un espressione più seria e glaciale. Feci un lungo sospiro cercando di assimilare tutto quello che mi aveva detto e ad un certo punto dissi le parole che voleva sentirsi dire << Hai ragione Grace, finiremo per soffrire di più >> anche se in realtà non la pensavo così, dovevo dirglielo. Era ciò di cui aveva bisogno di sentirsi dire.
Lei mi guardò confusa, di sicuro non se lo aspettava che avrei risposto in questa maniera. Di sicuro si aspettava che avrei fatto qualche scenata, che mi sarei ribellato al suo volere, che non sarei stato d'accordo con quello che lei affermava. E invece ho dovuto. << Ne sei proprio sicuro?>> chiese esitante. Io chiusi gli occhi e feci lentamente si con la testa. << Sicuro, l'ho capito>> e gli rivolsi un sorriso amaro. Mi mancherai da morire Grace, non andartene via, non mi lasciare. Non glielo dissi, ero troppo frustrato per continuare a parlare, volevo solo sprofondare negli abissi in quel momento. Con voce spezzata disse << Allora ci siamo detti tutto. Adesso devo andare perché è tardi e tu devi dormire, perdona ancora l'orario inadeguato e.... promettimi di non fare pazzie.>> A quella frase mi tornò in mente la sera che mi lasciò in Hotel e nonostante il cuore spezzato, venne da me.
FLASHBACK DAL CAPITOLO 49 DEL PRIMO LIBRO: QUEGLI OCCHI COLOR ARGENTO
Tornai a casa ubriaco fradicio, e non so come, ma riuscii a farmi tutte le scale e mi accovacciai su un angolo del corridoio. Cosa mi sta succedendo? Non mi sono mai ubriacato per una ragazza. Quale razza di incantesimo ha potuto mai farmi quella Musa incantatrice di Grace?? Perché non riesco a starle lontano maledizione!!
Sentii dei passi in lontananza, di sicuro era Rosita.
<<Davis!>> dio, adesso sono diventato pure pazzo. Adesso sento pure la sua voce. Decisi di alzare lo sguardo e vidi sfocato. Mi strofinai bene gli occhi prima di mettere a fuoco.
È davvero Grace, non me lo sono immaginato. Cosa ci fa qui? Sarà di sicuro opera di Rosita.
Le rivolsi un sorriso sbilenco << ma guarda chi si vede>> dissi con voce sciolta per l'ubriacatura. Si avviò da me e mi aiutò ad alzarmi. << A cosa devo la tua gradita presenza?>> domandai alitando le in faccia. Lei in tutta risposta fece un verso di disgusto, evidentemente puzzavo di alcol. Mi tolse la bottiglia di mano << ma quanto hai bevuto? Sei impazzito?>> disse mettendo un mio braccio su una mia spalla per reggermi. Ammetto di essere ubriaco ma non abbastanza da non capire che non sarebbe riuscita a reggermi a lungo, sono molto più pesante di lei. Sorrisi per la sua determinazione. <<sei bellissima>> le sussurrai all'orecchio appoggiandomi a lei annusandole i capelli infinitamente dorati rischiando di farci cadere entrambi.
<<Davis cammina voglio portarti in bagno>> io scoppiai a ridere. Sul serio voleva arrivare fino al bagno? La mia risata ci fece cadere . << certo che sei proprio perversa, ti piace il sesso in bagno?>> alzò gli occhi al cielo e non so con quale forza ma riuscì a rialzare entrambi e a portarci fino al bagno. Certo che è proprio testarda! Quando si mette in testa di fare una cosa non la ferma nessuno. Adoro la sua determinazione. Ci trovavamo entrambi alzati di fronte l'uno dall'altra. La guardai negli occhi e vidi un velo di tristezza, compassione e sensi di colpa attraverso le sue iridi dorate. Le rivolsi un sorriso sbilenco ed iniziò a spogliarmi. << ti stai approfittando della mia ubriacatura per scoparmi?>> dissi divertito. Alzò gli occhi al cielo e mi invitò ad entrare in vasca. Mi bloccai non appena vidi che era vuota<< non l'hai riempita>> dissi divertito. Lei sbuffò e insistette . << entra>> disse dandomi una mano. Avevo scelta? Quando si mette in testa una cosa deve essere fatta. Entrai e lei si affrettò ad aprire l'acqua ghiacciata e me la puntò in viso. Sussultai al contatto con il getto d'acqua e diciamo che tornai un pochino più sobrio di prima. << Grace ma cosa stai facendo?>> dissi tremante. Cambiò la temperatura e mi rilassai lasciandomi pulire da lei. << perchè sei qui>> dissi freddo e distaccato mentre mi lavava le spalle. << perchè ti sei ridotto in questa maniera, ho dovuto>> disse con voce spezzata. << non eri costretta>>dissi freddo e lei sospirò facendo spallucce << lo so>> rispose. Una volta finito mi aiutò a scendere << faccio solo>> dissi freddo e scesi dalla vasca. Lei mi porse l'accappatoio ed io l'accettai. Decise di lasciarmi nella mia privacy ed uscì dal bagno lasciandomi vestire da solo.
Se è venuta fin qui per me, significa che ci tiene e forse ho ancora qualche piccola speranza.
Uscii con il pijama e i capelli asciutti. Lei mi venne all'incontro e mi diede un bacio sulla guancia << vado Davis è tardissimo>> farfugliò. Io la bloccai per il braccio << ti prego resta>> dissi fulminandola con lo sguardo. Lei scosse la testa << non posso Davis, è finita>> Allora a quel punto la strattonai per il braccio cercando di non farle male e la presi in braccio in stile sposa. << Davis sono pensante e tu sei ancora ubriaco finiremo per cadere fammi scendere giù>> disse stringendosi al mio petto fresco di doccia. La portai nella mia camera da letto e l'adagiai sul mio letto << ti prego resta con me piccola>> dissi con voce spezzata. << Davis io..>> Lei fece una pausa. Forse si era accorta dei miei occhi lucidi. Mi sentivo così debole e vulnerabile in quel momento. << ti prego solo per questa notte>> dissi in un sussurro. Lei finalmente reagì e mise le sue mani a coppa sul mio viso. << ti prego non piangere, mi si spezza il cuore>> disse anche lei con gli occhi lucidi. << sto malissimo senza di te Grace, ti prego non lasciarmi. Appena ho letto il tuo biglietto mi sono sentito morire, non pensavo che quello che provavo per te fosse così forte da farmi stare così male.>> dissi con voce spezzata e una lacrima scese sul mio volto << ti prego non lasciarmi, ti supplico>> << oh Davis>> disse asciugando la mia lacrima solitaria che bagnava il mio volto per poi lasciarmi un bacio casto sulle labbra. << mi dispiace, mi dispiace da morire, mi sento spezzato in due, mi fa male il petto e non ho provato mai un dolore simile, è una sensazione orrenda.>> dissi guardandola negli occhi. << per favore Davis mi fai sentire in colpa così >> << no piccola sono io che ho sbagliato non tu, non devi sentirti in colpa>> sospirò << io sono confusa...non so che fare, guarda come ci siamo ridotti>> disse lasciando cadere le lacrime. Io mi affrettai ad asciugarle << ti prego non piangere piccola, non farlo ti prego sto più male così>> dissi continuando a baciarle le lacrime. << oh Davis sei così estremamente dolce a volte>> disse con un debole sorriso << riesci a scaldarmi il cuore>> disse accarezzandomi il viso. << io ho bisogno di te Grace>> lei sospirò << anche io ho bisogno di te Davis>> << dammi l'ultima opportunità, starò più attento prima di fare una prossima cazzata>> dissi guardandola dolcemente negli occhi. Chiuse gli occhi e sospirò pesantemente << eh va bene, ma se mi spezzi un'altra volta non dovrai cercarmi mai più>> in quel momento mi sentii l'uomo più felice e fortunato del mondo.
FINE FLASHBACK
Eh si, Grace è proprio una donna straordinaria. Non incontrerò mai nessun'altra come lei. È unica. Di Grace ce n'è solo una, ed è solo lei che voglio. Quale altra ragazza sarebbe stata disposta a venire da me con il cuore spezzato, a prendersi cura di me per poi perdonarmi nonostante l'ennesima volta che le spezzavo il cuore? Nessuna, solo Grace. Sono davvero orgoglioso di lei.
Le sorrisi e feci si con la testa e dopo quella conferma lei si diresse alla porta.
E fu in quel momento che mi resi conto di doverla fermare. << Aspetta Grace>> dissi in tono cupo. Lei si fermò sui suoi stessi passi e si voltò dalla mia parte. << Dammi almeno un ultimo bacio>> dissi esitante. Non poteva negarmi pure questo. Lei restò immobile, senza reagire e mi guardò. << Ti prego ne ho bisogno, è un mio diritto, non puoi negarmi pure questo>>. Fece un piccolo sorriso e si diresse dalla mia parte. Si mise in punta di piedi ed unì le sue labbra alle mie. Io le cinsi con un braccio la vita e con l'altro le strinsi i capelli in una morsa decisa. Non volevo lasciarla andare, lei è mia, mi appartiene!
Iniziai a stuzzicarle il labbro superiore con la lingua e, non appena schiuse le labbra dandomi accesso alla sua magnifica boccuccia che sapeva di zucchero miele e vaniglia, quel bacio inizialmente innocente si trasformò di qualcosa di più proibito. Divenne focoso e passionale. Cinse i suoi piccoli braccini sul mio collo e con una mano strinse i miei capelli stringendomi ancora di più a lei. Avevamo entrambi bisogno l'uno dell'altra. Ero felice di sapere che anche lei in quel momento mi voleva con tutte le sue forze e che non voleva lasciarmi andare. Le nostre lingue erano bollenti e umide, ed erano immerse in una danza frenetica e non avremmo mai voluto che finisse. Iniziammo a gemere l'uno nella bocca dell'altra. Eravamo affamati. Stavamo agendo come se non ci fosse stato un domani, come se sarebbe stata l'ultima volta. E purtroppo sapevamo che era così, ma io cercai di non pensarci e pensai solamente a godermi il momento a maggior ragione che era l'ultimo. La presi in braccio e la posizionai sopra il mio comodino, facendola sbattere per la furia di quel gesto improvviso. Un gemito primitivo, animalesco e rude si divulgò dal profondo della mia gola non appena con un gesto altrettanto animalesco le strappai la camicetta, facendo volare per la stanza tutti i bottoni. Ma eravamo talmente presi dal momento che non solo non ci accorgemmo che avevo rotto la camicetta, ma non sentimmo nemmeno il rumore dei bottoni che si sparsero per la camera. In quel momento eravamo in un mondo tutto nostro, i rumori che ci circondavano non esistevano per noi. Era come se il mondo si fosse fermato e a noi non importava nulla perché eravamo insieme. Con un gesto veloce la liberai dalle sue scarpe e nel frattempo iniziai a riempirla di baci dal collo fino al suo orecchio. Il suo profumo mi mandava in estasi, mi mandava in tilt i sensi e mi trasportava in un altro mondo. Quando arrivai al suo orecchio, mentre glielo mordevo e succhiavo, presi ad armeggiare con i suoi pantaloni fino a quando non mi irritai e glieli sfilai con furia insieme alle mutandine. A quel punto feci un sospiro e decisi di lottare contro il reggiseno. La maggior parte delle volte era battaglia persa ma questa volta dovevo assolutamente vincerla. Io e i reggiseni non andiamo d'accordo. A proposito donne, mi rivolgo a voi. Cosa diamine vi costa comprarvi dei semplici reggiseni con apertura frontale? Sapete che potreste semplificare la vita sia a voi che noi uomini? Invece no, non lo fate e sapere perché? Ve lo dico io. Perché siete tutte sadiche e ci godete a vedere il vostro uomo soffrire per lottare contro i vostri fottuti reggiseni. Ne è la prova Grace che in questo momento se la ride mente io sto pensando seriamente di andare a prendere una forbice e tagliarlo.
Ad un certo punto Grace mi prese le mani e mi aiutò a liberarsi del suo fottuto reggiseno. E poi ad un tratto, udii quel suono 'Click' Oh lo sentite anche voi? È il suono preferito dagli uomini. Ci dà un immensa soddisfazione quando lo sentiamo perché significa che abbiamo vinto la battaglia! Dio la benedica, l'ho detto che questa ragazza è fantastica. A quel punto, soddisfatto di essere riuscito a denudarla completamente, mi staccai a malincuore dalle sue labbra e indietreggiai di qualche passo. Stetti un paio di secondi ad ammirarla, scrutando ogni minimo centimetro del suo fantastico corpo. Lei arrossì quando le mostrai il mio sorriso sexy. << È l'ultima volta che ti vedo nuda, voglio ricordarmi di ogni perfetto particolare del tuo splendido corpo.>> Lei arrossì ancora di più e guardò altrove imbarazzata. << Adoro farti arrossire, sei così adorabile mia piccola, dolce e innocente Grace>> le sussurrai con voce calda a pochi centimetri dalle sue labbra per poi succhiarle dolcemente. Aprii il primo cassetto del comodino ed estrassi una bustina di preservativo. Lo aprii con i denti, mi liberai dei miei boxer e con mio stupore riuscii ad infilarmelo in tempo record. Mi posizionai tre le sue gambe e lei si avvinghiò sulle mie spalle. Prima di entrare dentro di lei, le sussurrai parole minacciose all'orecchio in maniera inquietante ma allo stesso tempo cercando di avere un tono seducente, giusto per non rovinare l'atmosfera. << Sei solamente mia Grace, ricordatelo, non ti libererai MAI di me. Non dimenticarti queste parole>>
Ed è stato così. Ora vi spiego meglio. Vi ricordate quando vi ho detto che in realtà quella sera non fu l'ultima molta che la vidi? Beh, adesso vi farò capire fino anche livelli può arrivare la mia pazzia.
Non fu l'ultima volta che la vidi perché io in realtà, tutte le volte che torna a Manhattan, parcheggio con la macchina vicino casa sua aspettando che entri ed esca di casa. Ovviamente non uso la mia di macchina altrimenti potrebbero sospettare,ma affitto una macchina qualsiasi, la meno appariscente possibile e mi assicuro che sia sempre diversa. Naturalmente sto anche a distanza di sicurezza e la guardo con il binocolo. Mi sono accontentato di vederla anche per pochi secondi. Erano gli unici secondi in cui mi sentissi leggermente felice. Anche se un giorno mi morì il cuore quando presentò ai suoi il suo nuovo fidanzato. Ma di questo ve ne parlerò in futuro.
So bene che c'è una domandina che vi frulla in testa. 'Chissà se il signorino Kyle sia stato capace di stare in astinenza per due lunghissimi anni'?
Sono pronto a rispondervi. Beh a dire la verità si, sono stato praticamente due anni in astinenza.
So che è difficile da credere ma è così. Ora vi spiego meglio del perché.
Non appena Grace mi ha spezzato il cuore, sono stato un paio di mesi chiuso in me stesso. Ma grazie a Logan e ad altri amici che mi sono stati vicini, ho deciso di uscire dal mio momento buio. Ovviamente come fanno tutti i buoni amici in questi casi, sono stato letteralmente trascinato in tutti i bar possibili di Manhattan. Non per essere modesti ma non ho mai avuto bisogno di flertare o provarci con le donne, perché la maggior parte delle volte sono loro a venire da me. Ad eccezione di Grace. ADESSO HO BISOGNO DI TUTTA LA VOSTRA ATTENZIONE PERCHÉ STO PER SVELARVI UN GRANDE SEGRETO. Non lo sa nessuno, nemmeno Grace. Ma dato che mi fido di voi e sono sicuro che non glielo direte mai, ve lo svelerò.
Vi ricordate il terzo capitolo del primo libro? Esattamente la scena quando Grace esce con Megan e prendere il caffè? E poi ad un certo punto due ragazzi si avvicinano a loro chiedendole di unirsi al loro tavolo? Bene. Può sembrare una scena normale è naturale ma non lo è. Perché non è stato un caso che quei due ragazzi si siano avvicinati a Grace e Megan. È stata opera mia. Adesso mi spiego meglio.
In parole semplici mi trovavo bloccato nel traffico in quel momento quando una ragazza attirò la mia attenzione. So cosa state pensando, beh vi sbagliate. Non è stata Grace a farmi colpo, bensì è stata Megan....
Lo so, in questo momento sto immaginando tutte le vostre adorabili boccucce a forma di O per la sorpresa.
Ebbene si, è stata Megan a farmi colpo, ma sapete perché? La risposta è semplice. Perché Grace in quel momento era di spalle, quindi non l'ho praticamente vista.
Dal momento che ero stato attratto da Megan, decisi di scendere dalla macchina e mi diressi in quel bar. Adocchiai due ragazzi e pensai che erano le prede perfette. Li presi in disparte e li pagai profumatamente per unirsi al loro tavolo e per invitarle al mio 20esimo compleanno. Ovviamente ho dovuto invitare anche loro. Fortunatamente hanno accettato ed io tornai trionfante nella mia Lamborghini, trovando una magnifica sorpresina. Una multa, perché avevo lasciato praticamente la macchina in mezzo al traffico. Cose che capitano.
Comunque tornando al discorso di prima, con Grace è stato diverso. Perché la sera del mio compleanno la osservai per diversi minuti, studiandola per bene. E non chiedetemi il perché ma sono riuscito a capire che non si sarebbe mai avvicinata, quindi ho fatto io la prima mossa. Non chiedetemi come faccio, non saprei rispondervi, è una cosa che mi esce naturale.
Adesso che avete chiaro tutto il quadro posso proseguire. Allora, dove ero rimasto? Ah giusto. Dal momento che ero giù di morale non avevo voglia di provarci con le ragazze quindi erano loro a venire da me.
Non appena le prede venivano da me, le portavo nel mio hotel. Andava sempre a finire alla stessa maniera. Ovvero, quando mi trovavo nel momento 'cruciale' iniziavo a invocare il nome di Grace. E puntualmente mi arrivava uno schiaffo o addirittura un bel pugno in faccia accompagnato da un bel vaffanculo. Mi stufai di quella situazione e pensai che il problema fosse che tutte le ragazze che mi portavo a letto, avessero qualche somiglianza con Grace. Quindi arrivai al punto di pagare un uomo per selezionarmi tutte le ragazze che non somigliassero a lei, e mi assicurai che ne arrivasse una ogni sera nel mio hotel. Ma purtroppo anche così facendo fallii e mi arresi.
Quindi sono stato due anni senza fare sesso. E devo dirvi la verità, non è stata così dura come potete pensare, anzi, è stato quasi un bene per me. Per tenermi impegnato mi sono dato a varie attività di tutti i generi. Mi sono comprato una moto. Mi sono finalmente deciso a comprarmi una villa tutta per me, anche se questo ha comportato un pò di disguidi da parte dei miei genitori perché non vogliono restare soli. In realtà non lo sto comprando, bensì me ne sto facendo fare una, in base a come piace a me. Deve essere perfetta quindi ho specificato ai miei architetti ogni minimo particolare perché voglio che sia perfetta. È ancora in costruzione, ma manca poco al suo termine. Ho iniziato a fare tutti gli sport che potevo fino a quando non me ne innamorai di uno in particolare. La box. Adesso ci vado tutte le sere dopo il lavoro, mi ci sono proprio appassionato. È davvero gratificante sfogare tutte le frustrazioni su quel sacco a via di pugni. A volte sono arrivato sul punto di pensare che da un momento all'altro sarei riuscito a romperlo. Adesso sono molto più muscoloso di prima. I miei addominali sono molto più scolpiti e anche i muscoli delle mie braccia lo sono.
Ma non combatto solamente con il sacco, ma combatto anche con persone vere. Infatti sono quasi sempre pieno di lividi, ma per fortuna ormai in miei non ci fanno più caso.
Beh, questo è il nuovo Davis. In due anni sono cambiato parecchio. Ma non pensiate che nonostante le mille distrazioni io non abbia avuto il tempo di pensare a Grace. Sappiate che non è passato un solo istante in cui non l'ho pensata. È il centro del mio mondo, la penso costantemente senza freno. E state bene attenti a quello che sto per dirvi e non dimenticate mai queste parole. Io riavrò Grace, dovessi pregarla fino ai miei ultimi giorni, o dovessi arrivare anche a minacciarla la riavrò. Non si libererà mai di me. È una promessa. Ps: Vi ricordo che ho ancora nelle mie mani la famosa registrazione......

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora