Capitolo 15

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PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Mi svegliai di soprassalto e mi ritrovai in una stanza di ospedale.
Potevano essere le 3 di notte, non capii bene.
Avevo il naso pieno di bende, non riuscivo a respirare.
Cercai di alzarmi dal letto ma c'era qualcosa che mi tratteneva.
O meglio, qualcuno.
Alla mia destra c'era Grace con la testa poggiata sul mio braccio.
Ecco cosa era quella sensazione di aver perso la sensibilità nel braccio sinistro.
Aveva pure le mani attaccate alla mia.
Si era aggrappata e non c'era verso di staccarla.
Mi arresi e mi accasciai nel letto.
Restai ad ammirarla per un bel pò di tempo.
Era così bella e allo stesso tempo adorabile.
La sua espressione sembrava quasi infantile, sembrava una bambina.
È incredibile.
È rimasta qui tutta la notte e non ha intenzione di lasciarmi andare il braccio che ormai, penso che debbano amputarmelo perché non ho totalmente perso la sensibilità.
È incinta! Accidenti, non può stressarsi in questa maniera.
Le accarezzai dolcemente il viso, quando mi resi conto che aveva la guancia bagnata, e solo in quel momento realizzai che anche il mio braccio era bagnato.
Avrà pianto tutta la notte.
In una maniera estremamente lenta, riuscii a liberarmi.
Scesi dal letto e la presi delicatamente in braccio, facendo attenzione che non si svegliasse.
La porsi delicatamente nel letto accanto, che era vuoto.
La coprii per bene e continuai ad ammirarla.
Non riuscii a resistere e le posai un dolce bacio sulla fronte.
Oh Grace! Quando finirà questo incantesimo?
Mi chiesi per poi tornare nel mio letto.
Avrei voluto dormire con lei, ma se l'infermiera se ne fosse accorta, mi avrebbe castrato.
Non riuscii a prendere sonno, e l'unica cosa che mi rimase da fare, era ammirarla.
Mentre l'ammiravo, mi vennero in mente tutti i momenti passati con lei.
Dalla prima volta in cui la vidi in quel locale, fino alla sera prima, quando mi disse di essere incinta di quella cosa chiamata Erik.
Senza rendermene conto, si fece mattino.
La luce dell'alba, tentava prepotente di filtrare dalla finestra, colpendo il piccolo viso della piccola Grace.
Lei si svegliò di scatto confusa.
" Dove sono? "
Chiese assonnata.
" In ospedale, ti sei addormentata "
Lei mi guardò confusa e l'unica cosa che riuscì a dire fù
"Oh "
Poi, alla velocità della luce, scese dal letto e si diresse nel bagno a vomitare.
Una volta uscita dal bagno prese il cellulare e chiamò Fred, il suo autista.
Quando staccò la chiamata, la stanza cadde nel silenzio.
Era imbarazzata.
Era rossa e si toccava nervosamente le mani.
Poi all'improvviso le arrivò un messaggio.
Lei lo guardò e si alzò in piedi.
" Allora io vado "
Disse nervosa mettendosi il giubbotto.
" Allora, ciao Davis, riprenditi presto "
"Ciao Grace"
Risposi freddo.
Come se fosse stato facile riprendersi.
Non è il massimo sentirsi dire dall'unica ragazza che sia riuscita a conquistarti, che è incinta di un'altro.
Forse con 'riprenditi presto' intendeva riferirsi al mio naso.
Il dolore che provo per il naso non è minimamente paragonabile a quello che sento per Grace.
E guardate che il mio allenatore non mi ha dato un semplice pugno, mi ha spaccato il naso, quindi il dolore non è stato poco.
Dopo qualche minuto sentii un pò di movimento fuori la mia camera.
" Ma insomma! Come vi permettete a impedirmi di vedere mio figlio? "
" Mrs Kyle, sono le 3 di notte! Suo figlio starà dormendo"
" E NON LO VOGLIO SVEGLIARE! VOGLIO SOLO VEDERE IN CHE CONDIZIONI È? "
"Se continua ad urlare lo sveglierà "
" Ma che modi sono! Come si permette"
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
Decisi di alzarmi e di salvare la povera infermiera.
Aprii la porta
E vidi mia madre che aggrediva di parole la povera infermiera e mio padre dietro di lei che faceva gesti all' infermiera nel tentativo inutile di farle capire che era inutile discutere con lei.
Ad un certo punto calò il silenzio.
Mia madre si girò dalla mia parte assumendo un'espressione scioccata.
Aveva gli occhi e la bocca spalancati.
Io le rivolsi un debole sorriso per farle capire che stavo bene.
" Il mio bambino "
Disse in un sussurro.
Oh merda.
No! Davanti l'infermiera no!
Si avvicinò lentamente verso di me con le braccia aperte.
" Amore mio cosa ti è successo? "
Disse abbracciandomi e rendendomi di baci.
Perché mi deve mettere sempre in situazioni così imbarazzanti?
E non posso nemmeno respingere il suo amore, non lo fa per male, le viene naturale.
Si preoccupa molto per me, a volte anche più del dovuto.
" Mamma stai tranquilla, ho solo avuto un piccolo incidente durante l'allenamento. Può capitare "
Lei a quel punto passò, da mamma amorevole e preoccupata, a mamma arrabbiata.
" Ed io quante volte ti ho detto di non fare certi sport? Sono pericolosi! Torni a casa sempre con un livido nuovo"
Ok, adesso mi sta trattando come un 14enne teppista.
Mi sto irritando.
" Ho 22 anni e faccio ciò che voglio! Non puoi dirmi cosa fare o non fare.
Continuerò quello sport, sia che ti sta bene che no! "
Detto questo, entrai nella mia camera, lasciandola con un espressione di sorpresa.
Quando si riprese riattaccò a parlare.
" Ma non puoi farci preoccupare così tutte le volte"
Continuò lei con una nota di tristezza.
A quel punto mio padre tentò di fermarla e fortunatamente ci riuscì.
" Tesoro, basta. Dobbiamo lasciarlo riposare, non possiamo fargli la ramanzina alle tre di notte. Andiamo a casa sù, domani lo faranno uscire. "
Amo questo uomo.
È l'unico che riesce a tener testa a mia madre.
È come un uragano, la temono tutti.
Finalmente lei si zittì e si rassegnò.
" Eh va bene." disse rassegnata.
Poi però mi guardò con sguardo minaccioso.
" Per quanto ti riguarda, non ho ancora finito il discorsetto signorino. Domani si continua "
Annuii troppo stanco per rispondere.
Poi assunse il broncio.
" Adesso però abbraccia la tua mamma "
Piagnucolò.
Oh accidenti, come potevo dirle di no?
Andai ad abbracciarla con calore.
Lei mi rempì di baci rumorosi e mi scarmigliò i capelli.
" Domani veniamo a prenderti"
Mi sussurrò all'orecchio prima di baciarlo e stordirmi i sensi.
Poi passai a mio padre che mi aspettava con un sorriso caloroso e uno sguardo amorevole.
" A domani figliolo"
Disse abbracciandomi e dandomi una pacca alla schiena per poi baciarmi anche lui sulla guancia.
" A domani papà"
Una volta andati mi buttai nel letto.
Dio che scenate assurde, nemmeno se dovessi andare a fare una missione.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Mentre ero in macchina con Fred, scoppiai in lacrime.
Non capii se erano dovute agli ormoni da gravidanza, o allo stress accumulato durante il giorno, oppure al fatto di aver spezzato il cuore di Davis.
Fatto sta che non riuscivo a smettere.
" Fred, potresti fare un altro giro per favore? Sai, per calmarmi. Quando finisco mi porti a casa"
Lui annuì
" Tutto quello che vuole signorina. Se ha bisogno di altro, non esiti a chiedere."
Disse con il suo solito tono educato e professionale.
" Bè, a dire la verità ci sarebbe qualcos'altro "
Dissi imbarazzata.
" Mi dica pure "
Disse porgendomi un sorriso rassicurante dallo specchietto.
" Vorrei una scatola di sottaceti "
Dissi arrossendo.
Lui restò spiazzato dalla mia richiesta.
Sapeva bene che io odiavo i sottaceti, ma io ho una voglia assurda di mangiarli.
Inoltre sono le 3 di notte e non sarà facile trovare un supermercato aperto a quest'ora, ma in tutta New York prima o poi lo troveremo.
Una volta fatta provvista di sottaceti, me li mangiai tutti.
Sapevo che non ci sarebbero arrivati mai a casa.
Quando finalmente smisi di piangere, Fred mi riportò a casa.
" Grazie di tutto Fred. "
Lui mi sorrise
"Si figuri signorina Bennet, lo sa che è sempre un piacere per me "
Una volta salite le scale, mi diressi direttamente nella mia stanza.
Mi spogliai e mi misi il pigiama.
Mi guardai allo specchio e vidi che ero sciupatissima in viso.
Inoltre dopo tutti quei pianti, avevo un mal di testa atroce.
Mi misi sotto le coperte e cercai di dormire senza scoppiare di nuovo in lacrime.
Dopo un paio di minuti, sentii qualcuno entrare dalla porta.
" Dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare. Sai che ore sono? "
Mi voltai, era Erik.
"Hey" dissi tendendogli le braccia.
Lui si avvicinò e mi baciò.
" Sono stata da Megan, serata tra donne. Non ci siamo accorte dell'orario e sono arrivata adesso "
Mentii spudoratamente.
" Va bene, ma la prossima volta avvisami, mi sono preoccupato."
Disse in tono di rimprovero.
" Hai ragione, scusami, la prossima volta lo farò "
Dissi assonnata.
Ero stanchissima, e in più avevo un mal di testa bestiale.
" Stai male tesoro? "
Disse toccandomi la fronte.
" Ho solo un pò di mal di testa, abbiamo bevuto un pò "
Mentii di nuovo.
" Capisco "
"Adesso ho bisogno di riposare, domani sono tutta tua, promesso. "
" Va bene tesoro, Buona notte, a domani "
Disse baciandomi.
Io gli sorrisi e lui se ne andò.
Non appena chiuse la porta non feci a meno di piangere di nuovo.
Non ci voglio credere!
Dentro di me c'è il bambino del ragazzo che non amo.
DEDICO QUESTO CAPITOLO A DOROTEA MENCARELLI ( SPERO DI AVERLO SCRITTO GIUSTO XD ) CHE OGGI FA IL COMPLEANNO!!! TANTI AUGURI DA PARTE MIA CARA, E SPERO CHE IL CAPITOLO TI SIA PIACIUTO :) E OVVIAMENTE SPERO CHE SIA PIACIUTO ANCHE A VOI ALTRE, MIE ADORATE LETTRICI. UN BACIO CALOROSO DALLA VOSTRA Miuna_98 :* <3

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora