Capitolo 3

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PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Ero lì, nel mio ufficio a contemplare la foto che tenevo tra le mani con un sorriso malinconico stampato sul volto. <<Ti riprenderò Grace, tu mi appartieni e mi apparterrai per sempre>> dissi con voce decisa, sicuro di me.
In quel momento bussarono alla porta. Scrutai il mio orologio e dedussi che si doveva trattare di Cassandra che aveva finito la pratica.
<< Mr. Kyle è permesso?>> udii come previsto la voce di Cassandra forte e sicura di se. È per questo che l'ho assunta, per la sua tenacia e la sicurezza in se stessa. Non ha mai dato un segno di timidezza e non l'ho mai vista intimidita. Sono queste le qualità che cerchiamo. Tenacità, sicurezza in se stessi e un forte potere di non farsi intimidire da nessuno.
<< Avanti >> risposi. In quel momento la porta si aprì e apparve lei.
È alta 1,87, ha un perfetto fisico da modella, ha dei capelli lunghi, ricci e neri come la pece. Potrebbe far venire all'istante un erezione ad un uomo solamente con uno sguardo grazie ai suoi occhi infinitamente grandi di un marrone scuro, intenso e profondo che valorizza sempre con quintali di mascara che rendono le sue ciglia chilometriche donandole uno sguardo mozzafiato. Le sue labbra sono molto carnose e stimolano la fantasia degli uomini lasciandoli fantasticare su quello che esse riuscirebbero a fare e su come sarebbero abilmente capaci di soddisfare le esigenze di ogni uomo. Sono sempre tinte da un rossetto rosso fuoco che le valorizza in maniera strabiliante. Insomma, detto in parole semplici è la bomba super sexy che gli uomini sognano. Volete sapere cosa ne penso io? Ad essere sincero non mi fa nessun effetto. Conosco la vera bellezza e fidatevi, Cassandra non è altro che spazzatura in confronto alla mia dolce e minuta Grace Bennet.
<<Accomodati>> dissi posando la foto al suo posto d'onore.
Mi fissa con un sorriso furbetto mentre avanza lentamente verso la mia scrivania sculettando come solo una vera sgualdrina sa fare.
Indossa una camicia nera con volant dal colletto fino alla fine del seno. Tiene i primi 3 bottoni aperti donando una esagerata visuale del suo seno. Porta una terza, non è nulla in confronto alla 4 piena di Grace. Sotto indossa una gonna bianca attillata che di norma le dovrebbe arrivare al ginocchio, ma lei in questo momento la porta molto più in alto lasciando la visuale delle sue cosce chilometriche e sode. In realtà lei non si veste da sgualdrinella per venire a lavoro. Fa così solamente quando deve entrare nel mio ufficio. Esatto avete capito bene. Fà così solamente quando deve entrare nel mio ufficio perché quando arriva in azienda non ha i bottoni della camicetta aperti e la gonna ridotta ad una minigonna quasi indecente. Prima di entrare nel mio ufficio si sistema per bene esclusivamente per me. E lo fa solamente in mia presenza. Con gli altri dipendenti non è così provocante. Avete capito bene, Cassandra ci prova con me. È da ben due anni che ci prova ed io non ho mai dato peso al suo atteggiamento. L'ho sempre ignorata e mi sono sempre concentrato sul mio lavoro senza lasciarmi distrarre da questa esperta della seduzione.
Si siede sulla sedia e con estrema lentezza accavalla una gamba in maniera studiata per offrirmi una breve visuale delle sue mutandine. Tanga bianco di pizzo. Sono un vero esperto in queste cose. Poi inizia a sedurmi sporgendosi esageratamente verso la mia scrivania per consegnarmi la sua pratica donandomi una generosa visuale del suo davanzale. Reggiseno nero di pizzo. Quello non è difficile da individuare dato che me le sta sbattendo in faccia. << La sua pratica Mr.Kyle>> dice in tono civettuolo, adagiando lentamente la sua schiena sulla sedia con un sorrisetto soddisfatto per essersi accorta che la guardavo. Si sente sempre realizzata quando sto al gioco e colgo le occasioni che mi offre per dare una sbirciatina. Ma lei non sa che io lo faccio per prenderla per il culo. Mi piace illuderla che io sia attratto da lei perché sono uno stronzo patentato. Per l'amor del cielo, non è da buttare anzi, è molto attraente. Ma io sono attratto già da Grace e non faccio altro che pensare solo ed esclusivamente a lei.
Adesso con una mano si sta accarezzando le labbra e con l'altra si accarezza dal collo fino all' attaccatura seno. Io rido divertito per i suoi tentativi invani di sedurmi mentre lei ride soddisfatta credendo che io stia ridendo perché mi piace.
Adesso mi alzo e inizio a camminare per il mio ufficio scrutando per bene la pratica, e scrutando ogni tanto lei notando con piacere che come previsto mi fissa il sedere e il mio bellissimo Boss quando mi volto dalla sua parte.
È proprio calda questa ragazza. Non capisco perché in due anni non si sia mai arresa, si è proprio fissata con me ed io ammetto che mi piace giocare. Però dovrebbe arrivarci prima o poi che con me non farà mai nulla. Continuo a dire che è una bella ragazza e che potrebbe trovare di meglio al posto di andare sempre a presso ad un uomo che non avrà mai. Fatti suoi, la vita e sua e se la gestisce lei, non sono io a doverle imporre chi seguire e chi no, se non ci arriva da sola non è colpa mia. Che continui pure ad illudersi, anche se devo ammettere che ci metto un pò di mio nell' illuderla continuando a stare ai suoi giochetti perché sono uno stronzo. Lo so che in questo momento mi odiate ma fate pure, non vi biasimo in fondo.
<< Va benissimo Cassandra, sei stata formidabile come sempre>> dissi senza staccare gli occhi dalla pratica.
Lei rise orgogliosa di se stessa << la ringrazio Mr. Kyle, in qualsiasi cosa che faccio dò tutta me stessa.>> disse in maniera seducente. << Oh su questo non ne dubito >> dissi con un sorriso perverso avvicinandomi a lei in modo tale che il mio Boss si trovasse a 10 centimetri di distanza dal suo viso. Lei ricambiò il mio sorriso perverso guardandomi negli occhi per poi scendere con lo sguardo verso il mio Boss. Lo sapevo che si sarebbe messa a fissarlo con ammirazione. << E quando dico tutto, dico proprio tutto>> continuò quasi senza fiato, senza staccare lo sguardo dal mio Boss. Aveva il fiatone, come se avesse corso la maratona di New York, e potevo sentire il suo battito cardiaco accelerare.
Quasi ebbi un sussulto quando si leccò lentamente le labbra senza staccare lo sguardo da mio boss come se lo stesse assaggiando con gli occhi. Io posso dire che non mi attrae ma il mio Boss non la pensa così. Sarebbe felice di sprofondare nelle sue labbra infinitamente carnose e rosse come il fuoco ,che in questo momento sono secche come il deserto del Sahara e sarei felice di essere il suo miraggio.
Mi resi conto che questa volta stavo esagerando a giocare con il fuoco, quando il mio membro iniziò a rispondere ai tentativi di seduzione di Cassandra iniziando a gonfiarsi vergognosamente davanti i suoi occhi.
A quel punto decisi di andarmi a sedere nella mia postazione.
Lei sorrise soddisfatta al mio gesto improvviso << Noto che gli faccio un certo effetto, non è così Mr. Kyle?>>
Io per un attimo mi scomposi per lo stupore di quelle parole. Non si era mai azzardata a provarci così esplicitamente con me. Forse è stata anche un pò colpa mia, oggi ho lasciato troppo la presa.
Guardai l'orologio e risposi << Io invece noto che stai facendo tardi cara. Sono quasi le nove e mezzo, dovresti essere a casa a riposare, domani dovrai alzarti presto per tornare qui>> dissi con un sorriso stronzo. Colpo basso baby.
Lei restò a fissarmi incredula e aprì la bocca per ribattere << A domani Cassandra>> dissi impedendole di continuare il discorso.
Lei chiuse la bocca assumendo un espressione quasi imbronciata, manifestando di essere offesa.
Misi a posto la pratica e lei raccolse quel poco di orgoglio che le rimaneva e se ne andò senza proferir parola.
Una volta arrivato a casa trovai tutto il personale in piedi, allineato nel salone, che ascoltava obbediente la raffica di ordini che mia madre gli stava snocciolando mentre mio padre era seduto nel grande divano che si massaggiava la testa nel vano tentativo di calmarsi. Era distrutto, sicuramente avrà lottato per farla smettere ma evidentemente non ci è riuscito. La stessa storia tutti gli anni. Ora vi spiego.
Ogni anno, il 10 Dicembre, mia madre organizza una festa di beneficenza Natalizia. E tutti gli anni perde il controllo e non si ferma fino a quando non è tutto perfetto. Deve avere il pieno controllo del personale e di tutto ciò che riguarderà la festa e deve essere tutto perfetto, non si accettano imprevisti. Odia gli imprevisti. Si salvi chi può se avviene un imprevisto. Ammetto di aver preso da lei in questo. Maledizione sono le 11 di sera e mia madre ancora non li lascia in pace quei poveri cristiani.
Mi avvicino con cautela verso il salone e so che tra poco mi pentirò di quello che sto per dire << Sono tornato, cosa sta succedendo qui?>> dissi alzando la voce per farmi sentire sopra le urla furiose di mia madre.
Lei si voltò dalla mia parte con sguardo cagnesco e mi puntò un dito contro << Tu!>> disse in tono minaccioso << dove diavolo sei stato? Sono le 11 per l'amor del cielo! Ho bisogno di collaborazione. Non ho un minimo COLLABORAZIONE da parte di nessuno!!!!>> sbraitò come una gallina spennacchiata in menopausa. Ok, mi sono pentito di aver parlato. Avrei dovuto sgattaiolare direttamente nella mia stanza. << Mamma sono stato bloccato dal traffico>> dissi con gli occhi spalancati per il terrore. Temo mia madre più di mio padre.
<< Mamma sono stato bloccato dal traffico>> imitò lei gesticolando. << E nessuno mi pensa? Tutti gli anni devo organizzare questa festa da sola! Nessuno si degna di chiedermi se voglio essere aiutata, NESSUNO!>> a quel punto intervenne coraggiosamente mio padre. << È da questa mattina che cerco di farti calmare, ho cercato di aiutarti ma tu me lo hai impedito perché le cose si devono fare a modo tuo e non accetti pareri altrui. Quindi dimmi a cosa servo se non sono libero di darti pareri?>> A quel punto mia madre si girò dalla parte di mio padre ed io Degludii dalla paura per lui. << Tu taci! Sei solo buono a startene acculacchiato nel divano mentre io mi occupo del resto! Tanto c'è la scema che lo fa! Che uomini siete? Non servite a niente! Siamo noi donne che riusciamo a fare tutto anche da sole mentre voi uomini non siete nemmeno capaci a mettervi un paio di mutande da soli! Senza di noi non oso immaginare che brutta fine farebbe la vostra razza maledetta!!!>> A quel punto mio padre si alzò dal divano << che cosa? Ci vuole tanto coraggio per dire che sono solo buono a starmene seduto! È dalle 5 di mattina che lotto come un pazzo nel vano tentativo di farti ragionare! Sei tu che mi impedisci di aiutarti dicendomi che i miei consigli non sono giusti! Dimmi cosa diavolo devo fare. DIMMELO, mi stai facendo diventare matto!!!>> disse avvicinandosi al lei con occhi a fessura. << Se devi stare seduto a non far altro che guardarmi mentre cerco con tutte le mie forze di organizzare una festa da sola, allora ti chiedo di sparire dalla mia vista! Non sopporto di vedere le persone che se ne stanno con le mani in mano mentre io cerco come una pazza di organizzare la festa!!!>> sbraitò mia madre gesticolando. << Lo sai, hai perfettamente ragione. Sei una pazza! Anzi oserei dire una gallina spennacchiata in menopausa!>> disse coraggiosamente mio padre. È esattamente quello che ho pensato io, una gallina spennacchiata in menopausa. Il silenzio calò nella villa. Il personale aveva gli occhi spalancati dal puro terrore di come avrebbe reagito mia madre a quell'insulto.
Mio padre continuò a fissarla in cagnesco.
Successivamente mi soffermai sulla figura di mia madre che per un attimo spalancò la bocca offesa e poi accadde l'apocalisse.
Mio padre si gettò verso di lei baciandola con foga e passione. Mia madre rischiò di cadere a causa del movimento brusco di mio padre ma lui la tenne abilmente stretta a lui. Mia madre ricambiò subito il bacio e si avvinghiò al suo collo ricambiando con la stessa foga che ci metteva lui.
A quel punto mio padre fece cenno al personale di poter andare a casa ma loro non si mossero, e sapere perché? Non perché volevano godersi lo spettacolo, ma perchè anche loro temono mia madre, quindi prendono ordini solo da lei.
Fortunatamente mia madre se ne accorse e fece cenno loro di poter andare. Nell'arco di 3 secondi si dileguarono con una velocità strabiliante.
Mio. Dio. Che. Schifo.
Finalmente ad un certo punto si staccarono con il fiatone << Ti amo John, anche quando mi fai arrabbiare>> sussurrò mia madre sulle sue labbra << Ti amo anch'io Lizzie, anche quando mi fai perdere la pazienza e mi fai diventare matto.>>
Sono così smielati che mi sta salendo il diabete.
<< Portami in camera da letto tesoro>> disse mia madre accarezzando con dolcezza il suo volto.
Sugli occhi di mio padre si accese una scintilla << non me lo faccio ripetere due volte>> disse prendendola in stile sposa.
A mia madre sfuggì un gridolino infantile per la sorpresa mentre mio padre iniziò a correre come un puma verso le scale.
Scusatemi, vado in bagno a tagliarmi le vene.

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora