Capitolo 16

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PUNTO DI VISTA DI GRACE
Mi svegliai che erano le 11 di mattina.
Il mal di testa non mi era passato, maledetto pianto.
Nemmeno il tempo di mettere piede per terra, che scappai in bagno come un felino a vomitare.
Mentre vomitavo l'anima, l'unica cosa che riuscivo a pensare era maledire mentalmente la nausea mattutina da gravidanza.
A quel punto, Erik irruppe nel bagno.
" Buongiorno amore "
Disse amorevolmente.
Io mi voltai e lo guardai in cagnesco come a dire: 'Buon giorno una sega!' Tanto per essere educati.
" Hai bevuto molto ieri con Megan eh? "
Disse alzando un sopracciglio.
Oh magari fosse stato veramente quello il motivo, almeno avevo qualcosa con cui prendermela e addossare le colpe, l'alcol.
Invece l'unico a cui dare le colpe è il suo fottuto sperma!
Con grande sforzo annuii con la testa.
" Ti preparo una medicina tesoro? "
Spalancai gli occhi per il terrore e per istinto, la prima cosa a cui pensai fu la mia pancia.
O meglio, il mio pensiero andò direttamente alla vita che si stava formando all'interno.
E alla grande responsabilità che avevo addosso.
Non potevo prendere medicine, sarebbe stato pericoloso e rischioso per la vita del feto.
Scossi velocemente la testa.
"N-No! Sto bene così. Di solito dopo aver vomitato, mi passa tutto, non ti preoccupare "
Dissi nervosa.
" Ne sei proprio sicura? "
Annuii velocemente prima di ritornare a vomitare.
Dopo aver finito di svuotare il mio stomaco, mi lavai e andai a fare colazione nonostante l'orario.
Avevo una voglia matta di banane!
Ne mangiai addirittura tre.
Mai successo in vita mia!
A malapena riesco a mangiarne una intera.
Non soddisfatta, mi feci fuori anche due quadratini di burro, senza pane e un'intera scatola di grissini all'olio d'oliva.
Erik studiava, ma ogni tanto veniva in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e restava sbalordito nel vedermi magiare a pressione, in maniera continua.
All'ennesima faccia scioccata di Erik, realizzai che stavo sbagliando di grosso.
Sapete il detto che quando una donna rimane incinta, deve mangiare per due?
È una cazzata! Fidatevi, è una grandissima cazzata! Anzi! Bisogna darsi una regolata, perché non è un bene ingrassare di molto durante la gravidanza.
E nel caso in cui la donna, sia già grassa, durante la gravidanza è costretta a perdere peso, per il bene del feto.
Anche se c'è da dire, che le voglie non aiutano molto.
Sono dei veri e propri istinti di mangiare la qualsiasi.
E quando dico la qualsiasi, intento letteralmente, la qualsiasi.
Ho letto di donne che hanno voglie assurde di mangiare i gessetti!
Avete capito bene.
Gessetti! Quelli che si usano a scuola per scrivere nelle lavagne.
È molto frequente.
Io per fortuna, fino ad adesso non ho avuto nessuna voglia di gessetti, e spero di non averne nemmeno in futuro.
Sinceramente, non ci tengo molto a finire in uno di quei programmi alla tv, intitolato io e la mia ossessione.
Preferirei evitare.
Anche perché, immaginatevi la scena.
Io che vado da mio padre e chiedo: Papà, prendimi un pacchetto di gessetti.
E lui che mi guarda con un punto interrogativo stampato sul volto e mi chiede per quale motivo voglio un pacchetto di gessetti, ed io che rispondo che devo mangiarli.
Bè non sarebbe molto normale come richiesta ecco.
Erik studiò tutta la mattina, chiuso nello studio di mio padre.
Io decisi di andare da Megan.
Mi accompagnò Fred.
" Grazie Fred! Ci sei sempre per me. "
"È il mio lavoro signorina, lo faccio con immenso piacere "
Gli sorrisi e scesi dall'auto.
Megan mi aprì la porta in tenuta da casa.
Era sempre bellissima, anche senza trucco, con uno chignon fatto alla meno peggio, ed una semplice tuta.
Mi accolse con un sorriso caloroso.
" Tesoro! "
Disse abbracciandomi e baciandomi.
Mi fece entrare e la prima cosa che notai fù un enorme bouquet di rose bianche, in mezzo al tavolino.
Rimasi a bocca aperta.
" Sono magnifiche! "
Dissi stupita.
" Me le ha regalate Logan "
Disse con sguardo innamorato guardando le rose.
" Hai gli occhi a cuoricino "
Le dissi.
Lei si scompose e arrossì.
" Grace, io credo di amarlo "
Restai stupita.
Non me lo aspettavo, ma dopo due anni era il minimo.
Lui l'adora, non si immagina quante volte nomini il suo nome quando siamo a casa.
E poi andiamo, come si fa a non amarlo? Stiamo parlando di Logan, non so se mi spiego.
Dopo una bella tazza di cioccolata calda, mi presi di coraggio e decisi di dirglielo.
" Megan devo dirti una cosa importante "
Lei smise di bere e dedicò tutta la sua attenzione a me.
"Dimmi cara"
La guardai negli occhi.
"Promettimi che quello che sto per dirti non lo dirai a nessuno, specialmente a Logan. Ti chiedo questo favore da amica. "
A quel punto la sua espressione si fece più cupa.
"Cosa è successo tesoro, così mi fai preoccupare. Certo, te lo prometto "
Guardai nervosa la tazza di cioccolata che avevo davanti e sospirai.
" Sono....incinta"
Il silenziò calò nella stanza.
Alzai coraggiosamente lo sguardo per vedere la sua reazione.
Era rimasta con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
" Cosa? " disse in un sussurro coprendosi lentamente la bocca con la mano.
Restammo in silenzio per un altro po' fino a quando gli ormoni non presero il sopravvento e scoppiai in lacrime.
" Oh tesoro vieni qui " disse abbracciandomi.
Piansi per un bel pò mentre lei cercava di consolarmi.
" Hey tesoro guardami "
Disse accarezzandomi il viso.
"Puoi farcela, sei una donna forte"
" Io non sono forte "
Dissi con voce spezzata.
" Sto per avere un bambino dall'uomo che non amo "
Lei scosse la testa.
" Non vederla così negativamente, con il tempo imparerai ad amarlo"
" Sono passati due anni! E ancora non ci riesco! "
" Tesoro, non essere negativa. Io e Logan ci saremo sempre per te lo sai, ti sosterremo qualsiasi scelta tu prenda. "
" Lo so, è bello avere qualcuno al mio fianco in un momento così buio, però non doveva succedere. È successo nel momento sbagliato e con la persona sbagliata. "
" Grace, non vederla così negativamente, pensa che ci sono situazioni peggiori e che tu in confronto sei fortunata. Pensa alle mamme più giovani di te, pensa alle 15 enni che si vedono costrette a lasciare la scuola, gli amici, le uscite e lasciare tutto per responsabiliziarsi. Sono costrette a diventare subito grandi, e nella maggior parte dei casi i loro fidanzati le lasciano a sbrigarsi le cose da sole. Tu hai un fidanzato d'oro, che non ti lascerebbe mai, soprattutto in una situazione del genere. Siete entrambi abbastanza maturi da essere responsabili. Inoltre tu hai il lavoro assicurato dai tuoi, e lui si sta laureando in giurisprudenza e diventerà un grande avvocato. So perfettamente che non era nei tuoi piani e so perfettamente che non volevi che accadesse con Erik. Ma vedila in questa maniera, imparerai ad amarlo, non è un uomo malvagio, ti tratta come una regina e non ti fa mancare mai nulla. In confronto ad altre situazioni dovresti considerarti fortunatissima. "
Aveva ragione, dovevo smetterla di sentirmi in colpa.
Però non riuscivo a farne a meno, stavo troppo male.
Come lo avrei detto ai miei?
Come lo avrei detto ad Erik?
"Andiamo a farci una bella passeggiata al parco "
Annuii e mi asciugai le lacrime.
Una volta arrivati al parco ci sedemmo su una panchina.
" Sai, non sei la prima che lo sa"
Lei si voltò di scatto.
" A chi lo hai già detto? "
" A Davis "
Dissi tutto d'un fiato.
Lei restò di nuovo a bocca aperta.
" E lui....??"
Sospirai.
" Come doveva prenderla secondo te? "
Lei assunse un'espressione dispiaciuta.
Delle voci catturarono la nostra attenzione.
" Macciao "
Ci voltammo e c'era una coppietta seduta su un lungo telo disteso per terra, stavano facendo picnic.
Dovevano essere dei giovani sposini, avevano entrambi la fede nuziale e non potevano avere più di 30 anni.
Il ragazzo faceva facce buffe a un piccolo fagottino che si trovava disteso in un ovetto.
" Bubu.... settete"
Disse facendo il gesto con le mani.
Da quel piccolo fagottino avvolto in mille strati di coperte, si levò un pianto stridulo.
A quel punto la ragazza intervenì
" Piantala Luke! Lo fai spaventare così "
Disse dandogli uno strattone sulla testa.
A quel punto il fagottino iniziò a ridere di gusto.
"Hai visto? Gli piace. Rifallo"
Disse il ragazzo alla ragazza.
Lei all'inizio lo guardò male, poi sorrise e gli diede un altro strattone e il fagottino rise di nuovo.
A quel punto risero tutti e tre, poi il ragazzo prese in braccio il piccolo fagottino e lo riempì di baci.
" Chi è l'amore di papà? "
" Micol "
Rispose la ragazza accarezzando le piccole guanciotte.
A quel punto il fagottino iniziò a dimenare le gambe e le braccia contento.
" Vuoi camminare amore? "
Disse il padre mettendolo all'inpiedi sul telo aiutandolo a camminare.
" Vai dalla mamma "
Disse il padre aiutandolo ad avvicinarsi dalla madre.
" Vieni da me amore "
Disse la mamma a braccia tese verso il fagotto che rise e scalciò verso la madre.
Una volta arrivato il fagotto levò un gridolino di felicità.
" Bravo Micol"
Disse la madre abbracciandolo.
" Bravo il mio ragazzo! "
Disse il padre applaudendo.
" Oh "
Mi sfuggì.
" Come sono carini Megan! "
Mi voltai dalla sua parte e vidi che anche lei li stava osservando incantata.
" Sono così...perfetti! Secondo te avrò mai una famiglia così bella con Erik? "
A quel punto lei spostò il suo sguardo verso di me, guardandomi con dolcezza.
" Certo tesoro, sarà anche migliore "
Oh cosa farei senza di Megan?
" Grazie tesoro "
Decidemmo di fare una passeggiata in centro.
" Così, lo hai già detto a Davis e non lo hai ancora detto ad Erik? "
A quel punto mi sentii come percossa da una scossa.
Il mio battito accelerò e fui invasa dalla paura.
Megan mi guardò preoccupata.
" Tesoro tutto bene? "
Scossi la testa e cercai di ricompormi
" Si "
" Sai, secondo me dovresti dirglielo tesoro, non devi aver paura. Erik è un bravo ragazzo. "
Chiusi gli occhi e feci un lungo sospiro.
Avevo voglia di piangere di nuovo.
Il problema non è solo che sto per diventare una ragazza madre, il problema è che lo avrò con l'uomo che non amo.
Mentre camminavamo al centro di Manhattan una vetrina attirò la mia attenzione e mi bloccai.
Era un negozio per neonati.
La vetrina era...spettacolare.
C'erano un sacco di vestitini in miniatura a dir poco adorabili, e le scarpine! Le scarpine erano la cosa più dolce.
Poi al centro, in bella mostra, c'erano due completini mozzafiato.
A sinistra c'era un completino per maschietto, era uno smoking in miniatura e a destra c'era un minuscolo vestitino da sposina.
Rimasi incantata a guardare quella vetrina mentre Megan borbottava irritata qualcosa.
Mi ero fermata di botto e Megan aveva continuato a camminare senza rendersene conto.
Poi guardai all'interno del negozio e vidi una coppia felice.
Lei aveva un pancione ben pronunciato, doveva trovarsi al settimo o ottavo mese.
Lui era dietro di lei che le accarezzava la pancia e ridevano felici.
Oh, a quella scena gli occhi mi divennero lucidi.
D'istinto portai una mano verso la vetrina e la poggiai delicatamente sul vetro gelato.
Megan capì, e prese la mano che avevi poggiato sul vetro e mi trascinò via da lì.
Si protese verso il marciapiede e alzò il braccio chiamando un taxi.
Non appena un taxi si fermò, mi ci trascinò dentro.
" Dove vi porto? "
Megan gli indicò il mio indirizzo.
Poi si voltò dalla mia parte e mi asciugò le lacrime.
" Adesso tu smetti di piangere e deprimerti, e vai a casa e dici tutto ad Erik ok? "
Disse accarezzandomi il viso.
Io tirai sù con il naso e annuii.
" Brava "
Disse prendendomi le mani e baciandomele per poi portarsele sul viso, cullandole.
Cosa farei senza di Megan?
Arrivati davanti la mia villa, salutai Megan e uscii dal taxi.
Con le gambe molli mi diressi verso casa.
Aprii la porta principale ed entrai.
Posai le chiavi all'ingresso e mi tolsi il cappotto.
Sentii delle risatine provenire dal piano di sopra.
Salii le scale e percossi il lungo corridoio.
Le risatine provenivano dalla stanza dove mio padre fece costruire un mini cinema.
Entrai e trovai Erik seduto con una ragazza.
Non appena misi piede dentro smisero di ridere girandosi dalla mia parte.
" Alice! Quanto tempo! "
Esclamai dirigendomi da lei.
( Alice pronunciato Elis)
Lei si alzò e venne ad abbracciarmi.
Alice è la sorella di Erik, molto spesso viene a visitarlo.
Sentii il profumo della sua folta chioma rossa.
Era bellissima!
Aveva dei capelli lunghi e rossi, e due grandi occhi azzurri come il cielo.
Lei mi sorrise.
" Come stai Grace? Ti vedo in forma"
Oh, fra nove mesi non dirai più così quando avrò il pancione, le smagliature e il seno cadente pensai.
" Anche tu cara "
Risposi.
" Cosa stavate facendo? "
Dissi curiosa.
" Stavamo guardando il film preferito di Alice, non aprite quella porta, il primo, quello dove recita Matt Bomer. "
Disse Erik con una nota di ironia.
Poi aggiunse
" È il suo film preferito solamente perché recita lui "
Disse sbuffando
" Non è vero! Sei solo invidioso perché Matt è più bello di te "
Disse lei facendogli la linguaccia.
Sorrisi a vedere quella scena buffa.
Forse mi dovevo approfittare di quel momento per parlare con Erik.
" Erik, ho bisogno di parlarti "
Dissi così dal nulla.
" Soli? "
Annuii e Alice uscì.
Erik si alzò e si avvicinò a me.
" Cosa è successo tesoro? Sei bianca in viso "
Disse accarezzandomi.
Mi vennero immediatamente gli occhi lucidi.
Lui mi abbracciò forte ed io chiusi gli occhi e mi lasciai cullare da lui, illudendomi per un attimo che quelle braccia fossero di Davis.
Mi rilassai di colpo e smisi di singhiozzare.
Forza Grace, puoi farcela.
Adesso o mai più.
Mi sciolsi delicatamente dall abbraccio per poterlo guardare negli occhi.
Inchiodai i miei occhi argentati con quelli scuri di Erik.
Gli feci un debole sorriso con le labbra tremanti di terrore.
" Sono incinta "
Dissi in un sussurro con voce tremante.
La sua espressione rimase impassibile.
Si paralizzò.
Poi molto lentamente la sua espressione cambiò.
Il suo cervello iniziava a memorizzare le parole che avevo detto.
" Cosa? "
Disse di scatto.
Scosse la testa.
"No no no no no no NO!"
Oh merda.
Non l'ha presa bene.
" So, che non è il momento però..."
Smisi di parlare perché mi prese per le spalle e mi scosse.
" Dimmi che mi prendi per il culo! "
Urlò a pieni polmoni.
Io lo guardavo impaurita con gli occhi spalancati.
A quel punto irruppe nella stanza Alice.
" Io vado a casa, non mi sento molto bene. "
Disse uscendo dalla stanza.
Lui guardò Alice impaurito.
" Resta qui "
Disse uscendo di corsa lasciandomi lì, sola.
A quel punto non ressi più e crollai.
Mi gettai per terra e iniziai a piangere.
PUNTO DI VISTA DI MADISON
Uscii di corsa da quella stanza e percossi velocemente il corridoio.
Sono una stupida! Stupida stupida stupida!!
Mi sono innamorata di un pezzo di merda.
Ma adesso basta.
" Madison "
Mi chiamò Chad.
Lo ignorai e aumentai il passo.
Proprio mentre stavo per raggiungere le scale mi prese con forza dalla vita.
Mi voltai di scatto e gli mollai uno schiaffo.
" Mi fai solo schifo! Solo schifo! "
Gli urlai in faccia.
Lui si corpì la guancia e mi guardò impaurito.
" Mi avevi detto che non te la scopavi! Sei uno stronzo! Ho sempre sopportato le tue assurde cazzate, ti ho sempre sostenuto nelle tue cazzate! Avrei ucciso per te! Ma questo è troppo. Sei un folle maniaco! Dovresti essere messo in isolamento con le camicie di forza in un manicomio! "
" Madison, tu sei tutta la mia vita! Se mi lasci tu non ho ragione di vivere. Tu e Damon siete tutto quello che ho. Ti prego, sistemerò tutto. "
Lo guardai un cagnesco e con tono freddo gli dissi
" Fottiti Chad Hill! Non disturbarti a cercarmi mai più! E da questo momento in poi ti puoi sognare di rivedere Damon! Per noi sei già morto. Va all'inferno! "
Dissi correndo per le scale.
Lui rimase fermo, a fissare il vuoto sotto shock.
Uscii da quella dannata villa e scoppiai in lacrime.
Il mio piccolo Damon! È una povera creatura innocente! Non doveva fare un torto a nostro figlio! Adesso per colpa sua crescerà senza un padre.
Il mio amore! Adesso è tutto quello che ho ed io sarò tutto quello che avrà.
Dovrò fargli sia da madre che da padre.
PUNTO DI VISTA DI GRACE
Dopo una manciata di minuti decisi di uscire da quella camera.
In corridoio c'era Erik in ginocchio con le mani sulla testa.
Sembrava un condannato a morte.
Mi avvicinai con cautela dalla sua parte e gli accarezzai le mani.
Lui si alzò di scatto.
" Non mi toccare puttana! "
Rimasi sorpresa dalla sua espressione.
" Cosa c'è? Ti sorprendi? "
" Erik cosa ti prende? "
" Cosa mi prende mi chiedi? "
Urlò.
" Sei una rovina famiglie! Hai rovinato mio zio! Adesso hai rovinato pure la mia vita! Io mi volevo vendicare e invece i miei piani mi si sono rivolti contro! "
Rimasi paralizzata
" Di cosa stai parlando Erik? "
" Basta chiamarmi Erik! Non mi chiamo Erik! Il sono Chad Hill il nipote di Tyler Hill! Ti ricordi di lui vero puttana? "
Spalancai la bocca e gli occhi per il puro terrore ed iniziai a tremare.
Mi portai la mano tremante sulla bocca.
Lui è il nipote di Tyler Hill!
Ed io ho concepito un bambino con un mostro!
" Puoi dirlo! Sono stato un attore eccellente! Ho recitato molto bene per due lunghissimi anni "
Le sue parole sono così lontane.
È come se lui fosse lontano chilometri da me.
Non sento nulla, le uniche parole che sento sono quelle che mi rimbombano nella testa.
'Sono il nipote di Tyler Hill'
Non ci potevo e non ci volevo credere.
Mio Dio.
Le lacrime iniziarono a rigare il mio viso.
Sentivo che da un momento all'altro sarei svenuta.
" Sei una puttana"
Urlò a pieni polmoni, prendendo il vaso di vetro che c'era nel tavolino del corridoio e me lo gettò addosso.
D'istinto mi portai le mani al grembo per cercare di proteggere il mio bambino.
Mille schegge di vetro trafissero la mia pelle.
" NOOO"
Urlai impaurita.
" Chad ti prego, non farmi del male "
Dissi piangendo.
Fissai le scale e l'unica cosa che volevo fare era scappare.
Iniziò a ridere.
Ma non era una risata felice, era una risata malefica.
Mi approfittai del suo momento di follia per dirigermi nelle scale.
Con mia disgrazia mi bloccò.
" Dove cerchi di andare? "
Disse con tono da maniaco.
" Via da qui "
Dissi ingenuamente.
" Sai, mi dispiace così tanto che questa volta Davis non sarà in grado di salvarti "
Davis! Allora sà tutto.
Lui rise di nuovo ed estrasse un coltellino da tasca.
Spalancai gli occhi impaurita e tremai.
Poi si avvicinò ad mio orecchio e mi sussurrò queste parole con tono da pazzo maniaco.
" Adesso ucciderò te e il tuo bambino "
Disse per poi trafiggere lentamente il suo coltellino nel mio grembo.
Spalancai la bocca ma non usciva nessun suono.
Il dolore che stavo provando era indescrivibile.
Non avevo più fiato.
Lui rideva come un bastardi mente mi trafiggeva il coltello nel grembo.
'No! Il mio bambino! Lui non c'entra nulla!'
Maledetto assassino!
È tuo figlio quello che porto in grembo.
Mi uscirono versi soffocati.
Volevo urlare!
Spinse in maniera maledettamente lenta quella fottuta lama sul mio grembo, e giunto a metà lama, spinse il resto fino in fondo di colpo.
A quel punto non uscì più nessun suono dalla mia bocca.
Non avevo più fiato.
" Ci vediamo all'inferno Grace "
Disse infine per poi buttarmi dalle scale .
Le schegge che avevo in corpo, entrarono più a fondo mentre rotolavo giù per tutte le scale e lui continuava a manifestare la sua risata malefica.
A quel punto la vista mi si appannò e anche l'udito stava per abbandonarmi.
Ad un certo punto gli occhi mi si chiusero da soli e smisi di sentire la risata malefica di Chad.
Da quel momento, le tenebre mi catturarono.

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora