Capitolo 14

45.4K 1.3K 96
                                    

PUNTO DI VISTA DI GRACE
Perché, perché l'ho fatto?
Per quale motivo sono venuta fin qui per dirglielo?
Come se già non lo avessi fatto soffrire già abbastanza.
Cosa mi è saltato in mente?
Mi sento uno schifo.
Sento un forte bruciore al petto come se ci fossero mille piccoli diavoletti che mi tirano sassi.
Non riesco ad aprire gli occhi e a guardarlo.
C'è un silenzio assordante nella stanza.
Dentro di me vorrei urlare senza sosta e rompere tutto ciò che mi trovo davanti.
Restai immobile.
Tutto il mio corpo fu invaso dal tremore.
Dopo un silenzio che parve interminabile finalmente parlò.
La sua voce era cupa e sinistra
"Auguri Grace. Ti auguro una vita felice "
A quelle parole spalancai gli occhi sorpresa, e tutte le lacrime che cercai di trattenere, uscirono invadendo il mio viso.
Girò il biliardo dirigendosi verso l'uscita.
"NON FINGERE CHE LA COSA TI RENDA FELICE! "
Scattai prima che sorpassasse la soglia.
Lui si girò di scatto e mi fulminò con lo sguardo.
Eravamo faccia a faccia.
Uno difronte l'altra con pochi centimetri di distanza.
Il mio respiro si fece irregolare e i miei occhi dorati erano inchiodati a quelli argentati di Davis, nel disperato tentativo di immagazzinare ogni minimo particolare di quel colore quasi angelico che molto probabilmente non avrei più rivisto.
" E come avrei dovuto reagire? Dimmelo tu! Cosa vuoi sentirti dire?
Vuoi che rida? Che ti faccia l'applauso? Che ti faccia i complimenti? Che spacchi la stanza? Che urli? Che prenda a pugni il muro? Cosa vuoi Grace? Dimmelo! "
Disse in tono minacciante con gli occhi spalancati per la disperazione.
Ogni singola parola era veleno per le mie orecchie.
All'improvviso sentii la testa pesante.
Mi girava tutto e vedevo appannato.
Sentii un forte senso di nausea e corsi verso il primo bagno che trovai e svuotai l'anima.
" Signorina Bennet "
Entrò in bagno Rosita che mi aiutò.
Mi tenne i capelli per evitare che si sporcassero di vomito.
Quando finii scoppiai a piangere e Rosita mi abbracciò e mi accarezzò la schiena.
"Shh bambina, non piangere"
Disse coccolandomi e cullandomi tra le sue braccia.
" Ho sentito tutto cara "
Disse con il suo accento spagnolo.
Mi asciugò le lacrime e mi accarezzò dolcemente il viso.
" Qualsiasi cosa accada piccola Grace, promettimi di non abortire. È una creatura innocente, e non vederlo come uno sbaglio, ogni bambino è un dono del cielo, amalo a prescindere da tutto. "
Oh, mi venne un colpo al cuore a quelle parole.
Io non farei mai una cosa del genere, non ci ho pensato nemmeno lontanamente di abortire.
A quelle parole mi toccai la pancia.
" Non lo farei mai "
Sussurrai tra i singhiozzi.
Lei mi sorrise.
" Ci potevo contare cara, so che hai un cuore buono "
Uscimmo dal bagno.
" Dov'è Davis? "
Chiesi quasi piagnucolando.
" È andato via "
Disse lei in tono dispiaciuto.
" Sà dove è andato? "
Lei scosse la testa.
" Non me lo ha detto, però ho visto che si è portato con sè il borsone della palestra, quindi molto probabilmente è andato in palestra. "
La guardai confusa.
"Ma sono le 11:30 di sera! Quale palestra è aperta a quest'ora "
Chiesi esitante.
" È aperta solo per lui, dato che a volte finisce di lavorare di sera tardi, verso le 9 o le 11, la palestra è aperta esclusivamente per lui fino a quando non finisce "
" E mi può dire dove si trova? "
PUNTO DI VISTA DI DAVIS
Montai in sella alla mia moto e mi diressi verso la palestra.
Avevo l'adrenalina che scorreva nelle mie vene.
Ero arrabbiato.
Arrabbiato arrabbiato arrabbiatissimo con il mondo.
E sopratutto con quella mezza cartuccia di Erik!
Lui non la vuole come la voglio io!
Non se la merita!
Maledizione voglio smontare il mondo in questo momento!
Lui vuole solo i suoi soldi!
L'avrà messa incinta di proposito!
In modo tale da impossessarsi dei suoi soldi!
La sto perdendo!
Tutto quello che ho avuto di buono nella mia vita, sta andando a finire nelle mani di un fottuto segaiolo!
Arrivato in palestra mi cambiai e salii sulla pedana dove il mio allenatore mi aspettava.
" Sera Kyle, sembri più arrabbiato del solito...hai bisogno di sfogarti? "
Lo fulminai con lo sguardo e annuii
"Iniziamo"
Disse, ed io senza esitare, iniziai a sferrargli una serie di pugni senza sosta, fingendo che la sua faccia fosse quella della mezza sega.
Ad un certo punto urlò
"Basta Kyle! Stai esagerando! Tregua tregua!"
Disse cercando di coprirsi ma io non lo ascoltai, ero troppo dentro per riuscire a fermarmi.
Continuai per altri venti minuti, fino a quando non si stufò e mi diede un destro rompendomi il naso.
Solo a quel punto mi fermai.
Mi accasciai per terra e sentii un urlo stridulo venire dall'altra parte della palestra.
" Davis!!!"
Era Grace!
" Cosa diavolo ci fai qui? Vattene! "
Risposi acido.
Era bianca in viso, e aveva gli occhi rossi e gonfi.
Di sicuro avrà pianto.
Si accasciò per terra e mi toccò delicatamente il viso facendo attenzione a non toccarmi il naso.
Mi scrutò per bene prima di voltarsi dalla parte del mio allenatore con sguardo omicida.
" Ma dico sei impazzito?! Non state lì a grattartelo! Chiama un'ambulanza!! Gli hai rotto il naso"
Disse arrabbiata.
La spinsi via.
" Ho detto di andartene Grace, non sono affari tuoi! "
Lei mi guardò con coraggio.
" Invece sono affari che mi riguardano!
Piuttosto, vado a prendere qualcosa per tamponare il sangue "
Disse alzandosi.
Il mio allenatore chiamò l'autoambulanza.
" Non c'è bisogno di un'autoambulanza! Sto bene, posso cavarmela da solo "
Dissi testardo.
" È lei la ragazza che ti ha ridotto in questo stato? "
Chiese esitante.
" Non sono affari che ti riguardano! "
Sputai velenoso.
Ormai la pedana era tutta sporca del mio sangue.
Tornò Grace con un rotolo di carta igienica nelle mani.
Ne strappò un pezzo e lo accartocciò a forma di pallina e cercò di avvicinarlo in direzione del mio naso.
Le bloccai il braccio.
" Sta lontana da me, vattene! "
Urlai sfinito.
Lei assunse un'espressione severa.
" Puoi continuare a farti del male oppure lasciare che ti aiuti. "
Ero troppo stanco per controbattere, sospirai e la lasciai fare.
Il mio allenatore rimase impalato ad ammirare la scena.
" Piano"
Gemetti di dolore.
L'autoambulanza arrivò e mi portò verso l'ospedale.
PUNTO DI VISTA DI ERIK
Grace non era in casa, mi approfittai di quel momento per andare dalla mia Madison.
Ma prima di andare a casa, passai davanti ad una supermercato.
Una volta tornato a casa fui accolto da un adorabile creaturina che si attaccò alla mia gamba.
Arrivava a malapena sotto il mio ginocchio e mi guardò con i suoi dolcissimi occhi grandi, regalandomi un sorriso che mi era mancato da morire e che non avevo mai smesso di pensare.
" Papà "
Era il mio adorabile figlioletto di due anni.
Era tutto sua madre se non fosse per i capelli.
Li aveva biondi come i miei e gli occhi azzurri di Madison.
Delle guance adorabilmente paffutelle, che amavo baciare.
Era impossibile resistergli.
" Damon! Tesorino mio! "
Lo presi in braccio e lo riempii di baci.
Lui sorrise e avvolse le sue piccole braccina nel mio collo.
" Gli sei mancato "
Disse Madison venendomi incontro.
Era splendida come sempre.
Aveva lasciato sciolta la sua folta chioma di capelli rossi e ricci.
E mi guardò con i suoi occhi enormemente azzurri.
Mentre con il braccio destro tenevo mio figlio, con il sinistro avvolsi la vita esile di Madison e l'attirai alle mie labbra.
" Anche voi mi siete mancati. Non ho smesso di pensarvi nemmeno un secondo "
Li amavo, erano tutta la mia vita.
Ancora non ero sposato con Madison, ma subito dopo aver svaligiato sia i Kyle che i Bennet, e subito dopo aver fatto uscire mio zio Tyler da prigione, lo avremmo fatto.
Ad un certo punto, il piccolo Damon indicò con il suo piccolo ditino il tavolo.
"Puzzle, puzzle! "
Guardai in quella direzione
" Che c'è Damon? "
"Puzzle, puzzle!"
Ripetè.
Madison rise di gusto.
" Facciamo vedere a papà cosa ha fatto Damon "
Disse portandomi in cucina.
Sul tavolino c'era un piccolo puzzle che raffigurava un orsacchiotto.
" Ma che bello! Chi lo ha fatto?!"
"Io! " Esclamò Damon alzando il ditino.
" Lo ha fatto tutto da solo, vero amore"
Disse Madison a Damon che annuì fiero di se stesso.
" Ma che bravo! Ti meriti una bella ricompensa"
Dissi posandolo a terra.
Lui battè le mani contento.
Estrassi dalla mia tasca un uovo di cioccolato, quello dove dentro c'erano varie sorpresine.
" Tada! "
Dissi consegnandoglielo.
" Grazie papà!!!"
Esclamò contento, iniziando a mangiarlo.
" E a me non ne dai un pò? "
Disse Madison fingendosi offesa.
Le sue guance paffutelle erano tutte sporche di cioccolato, era davvero adorabile.
Prese metà uovo e con la manina lo tese a Madison.
" Mamma prendi "
Disse tendendole il cioccolato.
È un bambino molto premuroso, sono fiero di lui.
Lei sorrise
"Oh no amore, scherzavo, non lo voglio, mangialo tutto tu da parte mia. "
Disse lei scarmigliando la sua chioma bionda.
Poi si voltò dalla mia parte.
" E a me cosa ha portato papà? "
Io la guardai con un sorriso furbetto
" Una cosa speciale che scarterai quando Damon si sarà addormentato"
Dissi facendole l'occhiolino.
Lei ricambiò il mio sorriso malizioso.
Era da tanto che non facevo l'amore con l'unica donna che amo.
" Papà, papà! "
Damon mi chiamò, rovinando l'atmosfera maliziosa che si era creata.
" Dimmi amore"
Dissi abbassando lo sguardo su di lui.
" Sorpresa! "
Disse tendendomi con la sua piccola manina la scatoletta che conteneva la sorpresa.
Non riusciva ad aprirla.
La presi e l'aprii
" Drago! "
Esclamò il piccolo Damon.
" Si drago amore. Adesso lo costruiamo insieme."
Dissi dandogli un bacio nella sua guancia paffutella piena di cioccolato.

Quegli occhi color argento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora