1. Prenditi cura di lei...

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Apro gli occhi a questo nuovo giorno, un altro in più da aggiungere alla mia infelice esistenza.
Ieri ho detto addio per sempre a mio padre, ancora incredula di come si possa morire a trentacinque anni, sparire così nel nulla dall'oggi al domani...scomparire fino a diventare polvere, lasciando un dolore straziante e ricordi indelebili nell'anima di qualcuno, la mia.

Quando sono nata mio padre aveva solo sedici anni, si è fatto carico di me, mi ha cresciuta con l'aiuto dei miei nonni mentre mia mamma se n'è lavata le mani dopo avermi messa al mondo.
Non mi è mai mancato nulla, la mia vita è stata fantastica fino a qualche giorno fa...
Sono al secondo anno di college alla George Brown a Toronto, ho tanti amici e mio padre ha fatto sempre tutto il possibile per rendermi felice.

Dopo aver pianto per tutta la notte, in questa casa così vuota senza di lui, ora mi tocca imballare le mie cose e trasferirmi a casa di un amico di mio padre, Evan Sanders, mio tutore legale fino al compimento dei miei 21 anni.
Sono stati amici praticamente da sempre, mio padre era figlio unico, dopo la morte di nonno Carl, nonna Monica non ha retto e ora vive in una casa di cura a Montereal. Ragion per cui Evan Sanders è la mia unica speranza.

Ci sono volute sei ore per imballare quasi vent'anni di vita in venti scatole.  Osservo per l'ultima volta la mia camera, imprimendo ogni dettaglio nella mia mente, prima di uscire per sempre da quello che un tempo era il mio posto nel mondo, il mio porto sicuro, casa mia.

Prendo un bel respiro e mi chiudo la porta alle spalle, il signor Sanders è stato così gentile da mandare una ditta di traslochi a prendere tutti i miei scatoloni ed ora il suo autista mi aspetta di sotto.
Entro in ascensore e premo il tasto zero, solo tre secondi più tardi, dopo aver saluto Albert, il nostro portiere, sono fuori dal mio palazzo.
Mi giro ad osservarlo per l'ultima volta per poi avvicinarmi alla Jeep nera ferma accanto al marciapiede.

"Signorina De Marco" mi si avvicina un ragazzo vestito di nero e con dei grandi occhi verdi. Lo osservo attentamente, niente male penso per poi sorridergli gentilmente.
"Mi chiami Angela, la prego" dico sorridente.
Mi apre la portiera " prego Angela, io sono Jacob" si presenta ricambiando il mio sorriso.
Mi accomodo in auto e punto i miei occhi al di là dal finestrino, sapevo che Sanders fosse un uomo molto ricco, ma avrei potuto benissimo raggiungere casa sua in metro, non c'era bisogno di scomodarsi così tanto.

Il viaggio prosegue silenzioso, dopo aver superato il traffico infernale del pomeriggio ,Jacob si immette sulla strada che porta a Downtown West, il quartiere più famoso di Toronto, ma d'altro canto la cosa non mi stupisce visto che la Sanders Enterprise è la società per azioni più famosa e più quotata in borsa di tutta l'America del Nord.

Mi incanto a guardare gli enormi grattaceli, quando ad un tratto svoltiamo in una stradina alla sinistra della strada principale,per poi girare a destra ed entrare in un parcheggio sotterraneo dopo che Jacob ha inserito il codice di accesso.
Parcheggia l'auto e scendiamo per poi entrare in ascensore, che imbarazzo Jacob sembrava socevole e invece non fa altro che starsene in silenzio e lanciarmi occhiatine che mi fanno arrossire.

Finalmente le porte dell'ascensore si aprono e ad attendermi c'è una donna dai folti capelli bianchi e lo sguardo sorridente.
"Buonasera Miss De Marco, io sono Greta" dice con tono gentile.
Mi avvicino a lei e le sorrido " Buonasera Greta, io sono Angela, la prego di chiamarmi sempre così" dico e lei mi sorride dolcemente.

"Allora Angela ti porto a fare un giro della casa, poi ti mostro la tua stanza prima che il Signor Evan ritorni e potrete cenare" dice e io annuisco seguendola.
Il piano di sotto è composto da un salotto enorme con un'altrettanto enorme schermo piatto attaccato alla parete, divani neri in pelle con dei cuscini bianchi, mi guardo intorno ci sono molti libri sugli scaffali al Signor Sanders sicuramente piace la lettura e vicino alle vetrate c'è un'enorme tavolo nero con otto sedie a poltrona rigorosamente bianche; poi passiamo alla cucina, è enorme,tutta bianca e nera e il pavimento sembra una scacchiera. Un'altra cosa che ho capito è che a Sanders piacciono il colore bianco e il nero penso divertita; superata la cucina e la spiegazione dei vari utensili percorriamo un piccolo corridoio e ci ritroviamo nella palestra privata dalla quale si accede poi ad una piscina coperta.

Prenditi cura di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora