Mi sudano le mani e non riesco a tenere ferma la gamba, che continua a tremolare schiacciando la pianta del mio piede contro al pavimento tetro e sporco di questo orfanotrofio da incubo. Quando Evan mi aveva parlato di questo posto, descrivendolo come l'inferno in terra, non ci avevo creduto. Avevo pensato che fosse solo il giudizio di un ragazzo snob, cresciuto tra agi e mille lussi e invece devo ricredermi, questo posto è una vera topaia ed il griggiore delle parete mette i brividi.La mano calda e grossa di Evan si posa sul mio ginocchio ed il tremolio alla gamba si allevia all'istante al contatto con la sua pelle. Mi giro ad osservarlo perdendomi in quei suoi occhi chiari, così belli e luminosi. Il suo sorriso confortevole mi rilassa, infondendomi tutto il coraggio di cui ho bisogno adesso.
Ma nella mia mente serpeggia un dubbio ' Se non dovessi piacergli? Se non volesse avere nessun contatto con me? Se mi respingesse?' Come potrei continuare a vivere sapendo che al mondo esiste una persona, che non è una normale persona, ma è mio fratello.
"E se non gli piacessi?" la domanda esce spontanea dalle mie labbra. Evan alza gli occhi al cielo e sbuffa sonoramente, ma come dargli torto, sono giorni che gli pongo la stessa e identica domanda.
"Sei tutto quello che ha, se anche non gli piacessi a primo impatto, con il tempo imparerà a volerti bene, fidati" afferma accarezzandomi la gamba percorsa da brividi di agitazione. "Smettila di farti paranoie inutili, piuttosto ti ricordi quello che ci siamo detti?" mi chiede ed io annuisco.
Legalmente Evan è il gestore delle finanze di mio padre, ma la delega di tutore non è mai stata firmata ufficialmente, per fortuna direi altrimenti non avrei avuto la possibilità di prendere in affidamento mio fratello.
"Se dovessero chiedermi perchè i conti di mio padre sono affidati a te, devo rispondere che tu sei il gestore legale delle sue finanze" sospiro imprimendo nella mia mente quelle parole. I servizi sociali sono tremendi, spulciano ogni cosa cercando di trovare il minimo cavillo affinchè tu non sia in grado di prendere il bambino in affidamento.
"Poi?" incalza ancora.
"Che il mio lavoro a tempo indeterminato part-time mi consente di prendermi cura di lui e di poter sopperire ad ogni esigenza o bisogno" ripeto quelle parole in maniera robotica, Greg mi ha interrogato su questi argomenti ogni giorno nell'ultima settimana, ripetendo che con i servizi sociali non si sbaglia e che se compi un passo falso e la fine.
"Che noi ci sposeremo e questo non condizionerà il mio tempo e la mia voglia di prendermi cura di mio fratello" aggiungo ancora rivolgendo un sorriso dolce ad Evan, che distoglie lo sguardo dal mio per fissare qualcosa alle mie spalle.
Mi giro di scatto e una signora dall'aspetto tenebroso mi si para dinanzi agli occhi, ha uno chignon così tirato che sulla fronte lucida non vi è un minimo segno dell'età, nonostante la pelle delle mani sia raggrinzita e tempestata di macchie scure.
"Lei dev'essere la signorina De Marco, io sono Miss Vivian" afferma con il tono di voce più pacato che io abbia mai sentito in vita mia "signor Sanders" aggiunge poi inclinando la testa di lato e riservando un sorrisetto tirato ad Evan che ricambia il saluto con un cenno del capo.
"Piacere di conoscerla, è sempre così tranquillo questo posto?" chiedo divertita e le mi osserva con un espressione indecifrabile prima di rivolgermi un sorriso finto.
"Ordine e disciplina, sono le parole chiave della mia casa famiglia. Prego mi segua" risponde voltandosi di spalle e immettendosi per il lungo corridoio.
La seguo stringendomi al braccio muscolo di Evan, quella donna mi incute timore, ha uno sguardo così inespressivo, è agghiacciante.Si ferma dinanzi all'ultima porta nera del corridoio e ci fa segno di entrare "Gli assistenti sociali arriveranno a momenti" afferma prendendo posto dietro l'enorme scrivania in legno scuro.
"Quanti anni ha signorina De Marco?" mi chiede facendo oscillare la matita che ha tra le dita avanti e indietro, come un pendolo.
"Venti" rispondo ipnotizzata da quel movimento lento e regolare "a breve ventuno" aggiungo poi riportando l'attenzione sul suo volto arcigno."Una bambina" sospira rivolgendo il suo sguardo ad Evan. Che cosa vorrà mai dire con questa affermazione? Che Evan può essere mio padre? Effettivamente si, potrebbe ma non spetta a lei sottolinearlo.
Indurisco lo sguardo e lo fisso su di lei " Sarò anche piccola d'età, ma le mie esperienze di vita mi hanno dato la maturità necessaria per affrontare determinate situazioni, le basta ricordare chi è mia madre" affermo decisa e lei inclina la testa di lato sorpresa dalla mia risposta.
Sta per aprire bocca quando qualcuno bussa alla porta e dopo poco appaiono due signori bassini e magrolini uno di loro stringe tra le dita una cartellina mentre l'altro rivolge un caloro sorriso alla strega, che nel frattempo si è alzata per accoglierli.
"Stephan, Andrew benvenuti" afferma "lasciate che vi presenti il signor Sanders e la signorina De Marco" continua rivolgendo il suo sguardo a noi due che ci alziamo all'unisono per stringere le mani dei due signori.
"Bene" sospira quello che credo si chiami Andrew "la diretta interessata è la signorina?" chiede ed io annuisco "dopo un'attenta analisi e dopo una ricerca attenta, siamo arrivati alla conclusione che lei sia idonea al preaffido del bambino" afferma e il mio cuore inizia a pompare alla velocità della luce.
"Cosa intende per preaffido?" domanda Evan togliendomi di bocca quelle parole che io non riesco a pronunciare per l'emozione, lui verrà a casa con me? Dovrò prendermi cura di lui? Dio mio ne sarò capace?
"I primo mesi il bambino passerà il 50% del tempo con la sua tutrice, in questo caso la signorina e il 50% del tempo alla casa famiglia. Questo per evitare che il distacco dal luogo che lui riconosce come casa, possa essere drastico" afferma e io annuisco come un ameba.
"Aran è un bambino particolare, è dotato di un'intelligenza incredibile ma non si decide a parlare" afferma l'altro uomo "ma Miss Vivian ci ha detto che l'ha sentito parlottare con il suo pupazzetto, quindi noi crediamo che ci sia una sorta di chiusura" aggiunge estraendo dalla cartellina un foglio che mi porge "faccia revisionare l'accordo dal suo legale" sospira ed io annuisco ancora incredula di ciò che sta per accadere.
"Possiamo vederlo?" chiede Evan.
"Si" afferma Miss Vivian e il mio cuore riprende a pompare nelle vene come un forsennato, le voci attorno a me passano in secondo piano come ovattate, mentre il mio flusso di pensieri scorre inesorabile come un treno che viaggia senza avere una meta ben precisa."Angelina, andiamo?" a riportarmi alla luce e la voce di Evan, lo guardo smarrita e lui mi sorride prendendomi per mano e portandomi con se lungo il corridoio e su per le scale.
Arriviamo alla fine del corridoio e quando Miss Vivian apre la porta della stanzetta ed entra per comunicare al piccolo che ci sono visite. Ma esce immediatamente con un'espressione confusa e atterrita sul volto, quei suoi occhi prima inespressivi e ora carichi di tensione mi riempiono la pelle di brividi.
"Aran" urla disperata iniziando a camminare frenetica per tutto il corridoio aprendo le altre porte e costringendo i ragazzi ad uscire nel corridoio stretto.
Ci sono ragazzi di ogni età, dai visi spenti e le espressioni intrise di tristezza, mi si stringe il cuore solo a guardarli. Ma la tensione che investe il mio corpo mi impedisce di pensare a nient'altro, mio fratello dev'essersi nascosto da qualche parte?
Perchè Miss Vivian è in allarme?"Evan che succede?" muovo le labbra in un sussurro quando lui si stacca dalla mia presa e si dirige verso Miss Vivian.
"Vado a vedere, probabilmente si sarà nascosto da qualche parte" afferma accarezzandomi il viso.
Ma poi uno dei due uomini esce da quella stanzetta
"Aran è sparito e con lui tutti i suoi affetti personali"
le sue urla rimbombano per il corridoio, arrivandomi in faccia dritte come uno schiaffo.Spazio autrice
Ciaooo a tutte♥️
Ci tengo a precisare che io non conosco un emerito cavolo sulla burocrazia delle adozioni, quindi ho inventato♥️Dove sarà il povero Aran????!!!!😅😅😅
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Prenditi cura di lei
Roman d'amour•Prenditi cura di lei Quando il destino ti porta via i tuoi affetti, quelli che per natura dovrebbero sorreggerti e aiutarti in questo percorso chiamato vita...mettendo in discussione tutto ció in cui credi... ...ma poi quello stesso destino ti port...