24. "Benvenuta a casa, baby"

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È passato un mese esatto dall'ultima volta che ho visto Evan.
Il dolore si è affievolito, ma la speranza è una costante nella mia mente, è come un tarlo che mi tartassa ripetendomi:
Tornerà da te.
Tornerà da te
Tornerà da te
Forse sarà a causa di Camila, che mi dice che Evan le chiede spesso di me quando si incontrano, ma forse lo fa per un fatto di coscienza, più che per interesse.
Anche se Camila sostiene sia il contrario.

"Allora sei emozionata?" mi chiede spuntando in quella che sarà la mia camera da letto per poche ore ancora.
"Si" dico emozionata.

Purtroppo ho rinunciato all'alloggio universitario troppo presto, ma i soldi della borsa di studio coprono anche un eventuale alloggio fuori sede e così io e Camila abbiamo deciso di prendere un appartamento insieme.

"Vestiti che tra un ora dobbiamo essere lì" annuncia entusiasta.
Menomale che c'è Camila nella mia vita, altrimenti non avrei saputo come fare.

Il nuovo appartamento si trova sempre a Downtown, poco distante da casa dei genitori di Cami,da casa di Evan e nello stesso palazzo di Greg.

Cerco di recuperare qualcosa di decente dagli scatoloni sparsi qua e la per la stanza.
Oggi fa caldissimo, indosso velocemente un paio di pantaloncini di jeans bianchi e un top azzurro.
"Eccomi" dico entrando in salotto "possiamo andare" aggiungo sorridente.
"Andiamo, scommetto che farai i salti di gioia quando vedrai il nuovo appartamento" dice sfregandosi le mani per poi mettere delle carte nella sua borsa.

Usciamo di casa ed entriamo in macchina.
Mi sistemo sul sedile "quando hai intenzione di prendere la patente?" mi chiede Camila.
"Mai" dico ridendo.
"Sul serio Angi, non puoi spostarti in metro e poi settembre si avvicina e la Renton è lontana dal centro" dice uscendo dal vialetto di casa sua.
"Mi trovo benissimo con la metro Cami" sospiro ripensando a quanto mi manchi Jacob.
"Se lo dici tu" sospira per poi immettersi nel traffico del pomeriggio.
"Ecco perchè odio guidare" dico riferita al traffico, facendo sbuffare Camila.

Mezz'ora più tardi, dopo aver parcheggiato nel garage sotterraneo del palazzo entriamo nell'ascensore.
"Piano n.20" esclama emozionata premendo con forza il pulsante.

Oggi sono così felice che è proprio impossibile togliermi il sorriso dal viso o almeno così credevo fino a che l'ascensore non si è aperto e le figure di Greg ed Evan appaiono davanti ai nostri occhi.
Camila mi afferra per un fianco sorpresa quanto me.
"Ragazzi" esclama sorpresa "che ci fate qui?" chiede.
"Lavoro" risponde Evan per poi concentrare il suo sguardo su di me, percorrendo il mio corpo con i suoi dannati occhi di ghiaccio, senza alcuno scrupolo o esitazione.

Mi sembra di star andando a fuoco sotto quello sguardo indagatore, non lo vedo da un mese eppure il mio cuore non ha perso il suo solito ritmo ogni volta che ce l'ho così vicino da sentirne il profumo.
"Allora andiamo a vedere l'appartamento?" chiede Greg entusiasto.
"Appartamento?" domanda Evan confuso.
"Si, io e Angela ci trasferiremo qui questo fine settimana" risponde Camila mentre io ho perso letteralmente l'uso della parola.
Lui mi osserva, sembra deluso.
Che credevi Evan? Che avrei aspettato che tu mi chiedessi di ritornare da te?
In parte è stato così negli ultimi due mesi, ma poi ho perso le speranze.

"Vieni con noi Evan?" chiede Camila e io vorrei tanto strozzarla in questo istante.
"Si" risponde lui glaciale.
Camminiamo per il corridoio e il suo profumo così forte e virile mi invade le narici, è troppo vicino a me. Con la coda dell'occhio lo vedo camminare ad un passo dietro di me, con le mani nelle tasche e con gli occhi puntati sulla mia figura.
Mi sembra di svenire, ho bisogno di allontanarmi il più possibile da lui.

Camila infila le chiavi nella serratura con una lentezza straziante, Dio mio.
Una volta che la porta si è aperta e lei è entrata mi fiondo dentro prima di Greg, per evitare di rimanere indietro con Evan.
"Benvenuta a casa, baby" esclama Camila sorridente al centro del salotto.
Mi guardo intorno meravigliata, questo posto è fantastico.

C'è un'enorme cucina open space con un altrettanto enorme salotto, tutto sui toni del grigio e del bianco fatta eccezione per le due poltrone azzurre.
"Dio Cami è bellissimo" esclamo felice.
"All'arredamento ci ha pensato Greg" afferma lei stringendosi a lui.
Sono così belli insieme.

Mi avvicino alle enormi finestre e osservo il cielo, quando avverto la presenza di qualcuno al mio fianco.
"Ciao" sussurra facendomi tremare il cuore.
"Ciao" rispondo continuando a guardare fuori.
"Come stai?" mi chiede.
Come vuoi che stia, una merda...Brutto stronzo!
"Tu?" chiedo senza rispondere alla sua domanda.
"Si va avanti" sospira sta per dire altro ma la voce squillante di Cami ci interrompe.

"Angi, non vieni a vedere la tua camera da letto?" urla dal centro del salotto.
Mi volto lasciandomi Evan alle spalle e mi diriggo a passo svelto verso di lei che mi prende per mano e mi conduce davanti ad una porta scorrevole in vetro.
La apre ed entriamo in un altro lato della casa, composto da un corridoio ampio con quattro porte.
"L'ultima infondo è la tua stanza" afferma e questo mi riporta alla mente la mia camera a casa di Evan.
Lascio la sua mano e cammino lentamente verso quella porta, la apro e sorrido felice.
"Cami ma è bellissima" aggiungo entrandoci completamente.

È una stanza enorme, dietro la spalliera del letto bianco c'è una carta da parati azzurrina con delle impercettibili righe bianche, solo a guardarla quell'enorme parete color pastello, ti rilassa.
Sotto l'ampia finestra c'è un enorme scrivania bianca e ai lati ci sono degli scaffali bianchi che ricoprono le pareti.
"Dietro quella porta c'è il bagno" dice " e dietro l'altra la cabina armadio" afferma rimanendo sulla porta.
Entro in bagno e resto senza parole è enorme, c'è una doccia a doppia anta, una vasca posta affianco alla vetrata e una toilette bianca con una poltroncina azzurra che richiama la carta da parati.
"Dio mio, Cami" sospiro sognante mentre esco dal bagno.

Tra le due porte c'è una cassettiera azzurra e sulla parete un'enorme tv.
Entro nella cabina armadio e mi chiedo se io stia sognando, è un pó troppo oggi, rivedere Evan che addirittura mi ha rivolto la parola e questa casa da sogno.
Sono senza parole...
Mi guardo intorno sembra di essere in un negozio di vestiti, ci sono scaffali di tutti i tipi con luci a led e quello che mi piace di più è il divanetto affianco alla finestra, è tutto curato nei minimi dettagli.
Camila è pazzesca.

Quando esco dalla cabina armadio "Cami tu sei pazz..." sto per dire ma le parole mi muoiono in bocca.
Evan è al centro della stanza e si guarda intorno.
"Che ci fai tu qui?" gli chiedo e lui riporta l'attenzione su di me.
"Curiosità" risponde vago.

"Senti Angela, c'è una cosa che devo chiederti" dice avvicinandosi di poco a me, che arretro sbattendo con la schiena contro alla porta della cabina armadio.
Aggrotta la fronte come infastidito dal mio gesto, ma cosa si aspetta da me? Che giochi al ruolo dell'amica, quando dentro di me il mio cuore arde d'amore per lui?.
"Parla" dico indifferente.
"Greta vuole rivederti, ti va di passare a casa?" mi chiede in imbarazzo.
"Certo" rispondo infondo Greta mi manca e lei non centra nulla con lui.
"Perfetto, passo a prenderti domani?" mi chiede facendomi rabbrividire.

"Verró ad una condizione" dico.
"Quale?" mi chiede osservandomi dritto in faccia.
"Che tu non ci sia" affermo tagliente uscendo dalla stanza e lasciandomelo alle spalle.

Prenditi cura di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora