13. Lasciarsi andare

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Evan

Batto rumorosamente il piede per terra, il mio ufficio non mi è mai sembrato così piccolo come in questo momento. Allento il nodo della cravatta e faccio una cosa che non ho mai fatto in vita mia da quando lavoro qui, giro la mia poltrona in direzione dell'enorme vetrata, slaccio le scarpe e mi metto comodo perdendomi ad osservare il tramonto con i suoi meravigliosi colori che a mano a mano colorano con il loro riflesso i grattacieli della città di Toronto.

Sospiro rumorosamente,sono quasi le sette e muoio dalla voglia di tornare a casa,ma allo stesso tempo c'è qualcosa che mi frena o meglio qualcuno...
Lei... suggerisce la mia mente...
Ripenso ad ieri sera, a quelle sensazioni indescrivibili che ho provato sulla mia pelle... vederla così felice, così bella, così mia...
Mia, profondamente mia...

Non c'è un dettaglio di lei che mi lasci indifferente, potrei passare le ore ad elencare ogni suo pregio...
La cosa che mi piace di più in assoluto, ma che mi spaventa terribilmente, è come mi fa sentire...vivo,giovane, spensierato, passionale, geloso...geloso da morire...scuoto la testa al pensiero di quando l'ho vista al bar con quel tipo o quando la sorprendo a chiacchierare nel garage con Jacob...

E poi mi fa fare quelle cose, che mi vergogno solo a pensarle...le ho preparato una sorpresa così romantica che mi sento un idiota se solo ci ripenso...
Ma oggi ho toccato proprio il fondo...ho passato metà giornatà a mandarle degli stupidi messaggini e a flirtare con lei tramite un cellulare come un adolescente in preda agli ormoni...

Quando il cielo si è scurito e tutte le luci della città si sono accese, mi decido a darmi una sistemata e ad uscire da qui. Non torneró a casa mia, non per adesso almeno, entro in macchina e compongo un numero, pochi squilli e la voce di mia madre risuona nell'abitacolo.
"Tesoro" dice con troppa enfasi "è successo qualcosa?" domanda premurosa.
"State già cenando?" chiedo impassibile.
"No, l'arrosto è ancora in forno" risponde felice.
"Saró lì tra dieci minuti" dico e attacco.

Angela

"Angela" mi richiama Greta dalla cucina, mi alzo dal divano e la raggiungo, sono quasi le sette a breve Evan sarà di ritorno, non vedo l'ora di vederlo.

"Il signor Evan mi ha appena avvisata, non tornerà per cena " mi dice lasciandomi con l'amaro in bocca. Poteva anche avvisare me, oggi mi ha tempestata di messaggini e adesso era troppo scomodarsi a dirmi che non sarebbe tornato per cena.

Valli a capire gli uomini, penso cercando di mascherare il mio malumore...!!!
"Hai preferenze per la cena?" mi chiede guardandomi in attesa di ottenere una minima risposta.

"Non ceno a casa" le dico gentile "non c'è bisogno che prepari niente, anzi puoi finire un'ora prima" aggiungo abbracciandola.
"Sei sicura mia cara?" mi chiede dopo avermi stampato un sonoro bacio sulla guancia.
"Si" le dico sorridendole per poi lasciarmela alle spalle e salire al piano di sopra.

Sbuffo spazientita, mi stendo sul letto pensando a cosa fare, Camila è uscita con Greg e di certo non posso disturbare Jacob per farmi portare a mangiare qualcosa. Decido di alzarmi e prepararmi, di certo non posso uscire in pigiama. Indosso una gonna corta a vita alta nera, una camicetta bianca e un paio di stivali neri, mi pettino i capelli, prendo la mia borsa ed esco di casa.

Cammino a piedi per un paio di isolati, mi pento di non aver messo un giubotto, siamo in primavera ma di sera l'aria è più fredda.
Mi guardo intorno incuriosita, certo che questo quartiere è pazzesco, non manca nulla, c'è un'ampia scelta di locali...
Mi guardo ancora intorno incerta...pizza, panino o gelato?
Mi soffermo a guardare un bambino con un enorme cono gelato, vada per il gelato...

Entro nella gelateria e ordino una coppetta al cioccolato e pistacchio, per poi uscire e continuare la mia passeggiata.
Sono intenta a guardare la vetrina di una profumeria e a finire il gelato quando squilla il mio cellulare.
Lo prendo dalla borsa e lo porto all'orecchio senza vedere chi é.
"Pronto" dico.
"Baldracca" la voce della mia amica risuona nelle mie orecchie.
"Dove sei?" mi chiede.
"In giro, tu?" chiedo.
"A casa di Greg, c'è anche Evan" dice "vuoi venire?" mi chiede.
"Assolutamente no" sospiro.
"Avete litigato?" mi chiede.
"No... ma probabile che lui abbia litigato con me" dico sarcastica.
"Lui mi ha detto di chiamarti" dice stranita " mi sta guardando" aggiunge sussurrando.
"Poteva chiamarmi lui, venirmi a prendere e portarmi lì da voi" ribatto prontamente.
"Ok Angi" dice ridendo.
"Ciao Cami" dico interrompendo la chiamata.

Prenditi cura di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora