56. Così e molto di più

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È da più di un'ora che cerco di studiare, ma ogni volta che leggo una frase o sottolineo una singola parola, la mia mente vaga, portando la sua totale attenzione su mia madre.

Non l'ho più rivista, ne ho avuto notizie di lei dopo quel giorno, all'ingresso della Sanders. È sparita nel nulla, Evan non ha avuto più traccia di lei. Dev'essersi rintanata nella topaia in cui vive, ma il detective privato che ha assunto Greg non la vede rientrare o uscire da una settimana.

Che sia morta di overdose? Che sia stata rapinata ed uccisa? Sono tante le domande che si affollano nella mia mente, vorrei non pensarci, vorrei non pensare al fatto che lei stia bene o meno. Vorrei che non si fosse mai presentata in questa casa, vorrei che la sua presenza non si palesasse davanti ai miei occhi ogni volta che varco quel maledetto ingresso.

Vorrei odiarla con tutta me stessa, vorrei non provare compassione per le condizioni in cui vive e per come si è ridotta. Non conosco nulla di lei, se non ciò che è adesso, anche se a quanto dice Evan dev'essere stata una brava ragazza, con la gioia di vivere e tanti sogni che  le ho infranto con la mia nascita.

Il mio arrivo,per lei,è stata la rovina della sua vita e allora perchè non si è sbarazzata di me? Avrebbe potuto vivere la sua adolescenza libera, spensierata, come una normale quindicenne. Perchè ha deciso di tenermi? Perchè non mi ha rinchiusa in un istituto ma ha preferito lasciarmi al mio vero padre?

Queste domande mi tormentano e mi rendono di pessimo umore. Sono giorni che me ne sto rintanata nell'attico di Evan, indossando i suoi pantaloni della tuta e le sue felpe extralarge. Sono un disastro, non mi meraviglierebbe se decidesse di non sposarmi più, ma non riesco ad essere reattiva e come se la presenza di mia madre aleggiasse su di me spegnendo ogni minimo accenno di entusiasmo.

Mi porto la matita alle labbra prendendo a mordicchiarla quando il mio telefono vibra. Chiudo il libro e lo abbandono sul tavolino al posto del telefono. Un ampio sorriso si imprime sul mio viso quando il nome di Evan lampeggia sul display, sblocco in fretta e leggo il messaggio.

Una sua semplice frase è in grado di farmi sciogliere il cuore e tremare l'anima per l'emozione:

"Tieniti pronta per le 21, ti porto in un posto speciale"

Quando il display ritorna scuro, il mio viso si riflette su di esso. Sono un autentico disastro, ho i capelli praticamente incollati in testa e due occhiaie spaventose, sono orribile. Rileggo il messaggio e mi impongo di salire di sopra e rendermi presentabile per il mio futuro marito.

Ancora non ci credo che lui mi abbia fatto la proposta se è per questo ancora non ci credo che lui si sia innamorato di una come me.

Chiudo a chiave la porta scorrevole che separa il resto dell'attico dall'ingresso e salgo di corsa le scale infilandomi in camera di Evan. Fortunatamente ho lasciato qui qualche vestito adatto all'occasione, mi sciolgo la coda osservando con ribrezzo tutti i capelli che sono venuti via insieme all'elastico, mi libero della tuta ed entro in bagno fiondandomi, senza neanche guardarmi allo specchio, nella doccia.

Dopo essermi asciugata i capelli, il mio profumo al miele e argan si disperde nell'aria rilassandomi completamente. Questa doccia mi ha rigenerato il corpo, ma la mia anima è ritornata alla vita solo dopo il messaggio di Evan.

Ci siamo visti questa mattina eppure ogni volta che ci separiamo è come se una parte di me, quella migliore, se ne andasse via con lui,lasciandomi sola con la parte di me insicura e stanca.

Forse questa è una conseguenza delle mie sofferenze o semplicemente amo Evan con tutta me stessa e lo vorrei sempre accanto. È un ragionamento egoista lo so, ma è anche vero che in amore niente è razionale.

Prenditi cura di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora