"Buongiorno splendore" la voce di Alex risuona nel mio ufficio seguita da un delizioso profumo di caffè.
Guardo l'orario che appare sullo schermo del mio computer e mi fingo sorpresa.
"Cosa ci fai già sveglio a quest'ora?" gli chiedo alzandomi dalla sedia per salutarlo con due baci sulle guance.
"Sto apportando delle modifiche al mio stile di vita" afferma passandomi il mio caffè.
"Grazie" sorrido per poi riprendere posto dietro la mia scrivania."Che c'è?" gli chiedo quando noto che mi osserva.
"Niente" risponde scrollandosi le spalle e bevendo un sorso del suo caffè.
"C'è qualcosa che vuoi dirmi Alex?" chiedo incrociando le braccia al petto.
"Niente Angela, ti osservavo tutto qui" sospira trattenendo un sorriso.
"Inquietante come cosa" ribatto divertita."Hai tanto da lavorare?" chiede poi sporgendosi verso la scrivania.
"Abbastanza" sospiro.
"Mio padre è esigente?" chiede divertito.
"Quanto basta" rispondo "se mi vedesse qui a chicchierare con te invece di lavorare, mi licenzierebbe subito" sospiro lanciando un rapido sguardo alle sue spalle.
"Tranquilla, gli piaci molto, parla sempre di te. Quasi ne sono geloso" ribatte distogliendo lo sguardo dal mio.
"Geloso? Non potrei mai rubarti il tuo adorato paparino" ribatto divertita e lui mi osserva con una strana espressione nel volto, come se fosse deluso."Passo a prenderti alle 17?" mi chiede.
"Non posso oggi, la mia migliore amica ha organizzato una serata tutta al femminile" dico alzando gli occhi al cielo pensando a ció che mi aspetta."Domani?" mi chiede alzandosi dalla sedia.
"Domani è perfetto" rispondo sorridente.
"A domani allora" mi dice uscendo dal mio ufficio, lasciandomi interdetta.
Una strana sensazione mi scombussola il petto e nella mia testa sta iniziando a farsi spazio l'idea che forse Camila abbia ragione.
Dovrei parlargli? Ma cosa potrei dirgli, dopo quel bacio a stampo le cose tra noi sono state quelle di sempre, non saprei come affrontare l'argomento, come dirgli 'Hei Alex, non farti illusioni, noi siamo solo amici'.
Potrebbe rispondermi che è tutta una mia illusione e potrei fare la figura dell'imbranata o peggio ancora senza rendermene conto ho alimentato la sua speranza e l'idea di deluderlo mi fa stare male.Decido di accantonare questi miei dubbi e ritornare al mio lavoro.
~~
Alle 17.00 in punto sono fuori dalla Renton, questa giornata è stata interminabile e l'idea di dover assecondare le assurde e pazze idee di Camila mi spaventa.
Sorrido quando noto la sua auto ferma accanto al marciapiede.
"Eri ansiosa" dico entrando in auto e bloccandomi quando quel profumo familiare mi arriva dritto in faccia, come un pugno.
"Evan" sospiro "che ci fai tu qui? Perchè hai la macchina di Camila?" aggiungo mettendo la mano sulla maniglia, ma lui prontamente blocca la sicura.
"Sono io la tua serata tra donne, non sei entusiasta?" chiede divertito.
"No" sbuffo "per niente, portami a casa" aggiungo incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
"Non ci penso proprio" risponde per poi ridere.
Non l'ho mai visto così felice e mentirei se dicessi che in questo momento non lo sono anche io, mi sto sforzando come non mai a trattenere l'ampio sorriso che minaccia di spuntare sul mio viso."Potrei denunciarti per sequestro di persona" ribatto seccata.
"Non puoi, fino a prova contraria..." sta per dire ma io lo precedo "sei il mio tutore legale" dico imitando il suo tono di voce, facendolo ridere."Dove mi porti Evan?" gli chiedo ritornando seria.
"A mangiare qualcosa, ti và?" mi chiede dolce.
"Ho altra scelta?" domando fingendomi scocciata.
"No" risponde beffardo allungando la sua mano sulla mia coscia "sei bellissima Angela" sussurra facendomi battere il cuore all'impazzata nel petto,per poi riportare la mano sul volante e concentrarsi sulla guida.Mezz'ora più tardi parcheggia in uno spiazzo deserto, mi guardo intorno incuriosita ma non c'è nulla apparte un enorme cancello di ferro.
"Non vuoi farmi niente di male, vero?" gli chiedo e lui scoppia a ridere divertito.
"Con me puoi sempre stare tranquilla" dice per poi uscire dall'auto e venire ad aprirmi la portiera.
Afferro la sua mano ed una serie di brividi traditori si insinuano nella mia pelle fino a raggiungere la spina dorsale.
Appoggia la sua mano sul mio fianco e quel senso di protezione che mi ha sempre accompagnato quando ero con lui ritorna a confortarmi, mi sento al sicuro e quando sono con lui non vorrei essere in nessun altro posto.
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Prenditi cura di lei
Romance•Prenditi cura di lei Quando il destino ti porta via i tuoi affetti, quelli che per natura dovrebbero sorreggerti e aiutarti in questo percorso chiamato vita...mettendo in discussione tutto ció in cui credi... ...ma poi quello stesso destino ti port...