Capitolo 25 - CONTROLLO

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Il mattino seguente, quando Ginevra riaprì gli occhi, le sembrava di essere ancora più stanca della sera precedente... Si era addormentata alle tre del mattino. Aveva passato tutta la notte a chiacchierare con George nella sala comune, davanti al caminetto acceso.

Che serata!

Al loro ingresso nella sala comune i Grifondoro erano scoppiati in una serie di mormorii eccitati e pieni di sorpresa. Tutti gli occhi erano puntati su George e Ginevra. La nuova coppia aveva già fatto scalpore non appena aveva varcato la soglia.

C'era chi aveva urlato al proprio compagno: " - AH! Ho vinto io! Sgancia!", e chi tirava fuori un sacchetto tintinnante di galeoni, falci e zellini.

'Katie aveva ragione', pensò Ginevra.

Gli studenti avevano davvero piazzato delle scommesse su chi avrebbe scelto tra Fred e George e adesso non sapeva se arrabbiarsi o riderci sopra. Forse doveva ritenersi offesa?

"Non farne un dramma! Sono solo ragazzini!", disse la voce nella sua testa.

Ginevra non rispose, ma decise che, per una volta, poteva seguire il consiglio dell'entità Oscura.

"Mi sento lusingata", la sentì mormorare con tono divertito.

Ginevra sbadigliò e si mise a sedere sul letto. Ice era al suo fianco, si era appena svegliato. Gli accarezzo la testolina pelosa e lui fece le fusa.

Si guardò intorno.

Le sue compagne di stanza erano già uscite.

Marciò a passo di zombie verso il bagno, tra uno sbadiglio e l'altro. Voleva fare una bella doccia calda prima di iniziare la giornata. Doveva essere carica per affrontare la prima lezione della giornata: Difesa contro le Arti Oscure. Il massimo!

Dopo aver chiuso la porta del bagno alle sue spalle, aprì l'acqua della doccia e una nuvola di vapore riempì la cabina. Levò il pigiama in una manciata di secondi e lo buttò per terra. Strinse la massa di capelli scuri in un bel nodo in cima alla testa per poi fissarla con un fermaglio. Si soffermò un attimo davanti al grande specchio sul lavandino. Le sembrava di non guardare il suo riflesso da secoli. Sembrava diversa eppure, sapeva che quella nello specchio era proprio lei.

Sfiorò l'immagine riflessa nello specchio ripensando alla sua forma canina, se si poteva definire tale. Le mancava trasformarsi e calpestare il terreno in forma di lupo, doveva ammetterlo. Correre tra gli alberi, senza il minimo pensiero, avvolta in un mare nero come la pece e sentire il fruscio debole del terreno umido sotto le sue zampe. Sentire soltanto la velocità. Quella velocità che non riusciva a sentire volando su una scopa.

Sì, la sua Nimbus2001 era veloce... ma volare non era come correre.

Purtroppo non poteva sgattaiolare fuori come faceva pochi mesi prima, Regulus la teneva d'occhio.

Infatti, come per confermare il suo pensiero, sentì la voce di suo zio nella sua testa dire: "Non devi pensarci nemmeno, piccola. Se scappi io ti riacchiappo".

Un sorriso amaro le curvò le labbra.

Eh sì, le mancava proprio.

Con sospiro distolse lo sguardo dal suo riflesso.

Si infilò sotto il getto d'acqua calda: il suo corpo venne abbracciato da una piacevole sensazione di tepore.


Uscì dalla doccia avvolgendosi in un gran telo di spugna.

Si vestì in quattro e quattr'otto e, dopo aver salutato Regulus, completamente immerso nella lettura di un libro, scese nella sala comune.

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