Capitolo 24 - PAURA E GELOSIA

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Era sempre lo stesso sogno.

Si trovava in quell'enorme stanza fredda e poco illuminata, completamente in trappola. Gli occhi del Mangiamorte che la scrutavano con attenzione mentre si avvicinava con passo spedito, pronto ad attaccare. Poi, nella sala echeggiò quell'orribile risata e lui sparì. Sirius, invece, lottava contro la sua folle cugina.

Lanciava un incantesimo dopo l'altro, spesso molto efficaci. Ma Ginevra aveva paura di ciò che sarebbe accaduto. Era inevitabile. Sirius stava per morire.

"- Mettiti in salvo, ti prego! Ti ucciderà", urlò la ragazza, ma suo padre non riuscì a sentirla. Un lampo di luce lo colpì in pieno petto e cadde a terra, senza vita.

Le grida della ragazza squarciarono la stanza, mentre una vocetta infantile canticchiava: "- Ho ucciso Sirius Black! Ho ucciso Sirius Black!".

Quando Ginevra aprì gli occhi, scattò a sedere come una molla. Tremava e le mancava il respiro.

"Va tutto bene, bambolina?", le domandò l'entità Oscura con un pizzico di ironia.

Incapace di trattenere il suo dolore, Ginevra scoppiò in lacrime.

Era a pezzi e non aveva alcuna intenzione di battibeccare con quell'insopportabile Mostro. La ignorò e basta. In quel momento, il suo unico pensiero era trovare un modo per impedire che quella premonizione -che le dava il tormento giorno e notte- si avverasse. L'unico problema era che non sapeva nemmeno da dove cominciare.

"Sei una ragazza davvero triste", commentò l'entità. "Forse dovresti chiamare quel bel fusto dai capelli rossi. Magari lui ti tira un po' su...".

- Ma perché non mi lasci stare? - sbottò Ginevra. - Non hai altre persone da importunare? Entra nella testa di qualcun altro!

Ci fu un attimo di silenzio che parve durare secoli, poi l'entità Oscura parlò con voce bassa.

"Non è una cosa che posso controllare. Se potessi, andrei da un'altra parte", disse. "Credimi, l'unica cosa che voglio è vivere. Ma non in una trappola. Finire nella testa di qualcuno non era nei miei piani. Tu sei una ragazza davvero insopportabile, ma in fondo mi stai simpatica... quando non tenti di eliminarmi".

Ginevra si asciugò le lacrime e si sforzò di sorridere appena. - Be', tu hai tentato di eliminarmi un paio di volte, se non sbaglio.

L'entità Oscura emise un suono strano, qualcosa di simile a uno sbuffo e una risata derisoria. "Scusa se ho provato ad evadere! Essere nella tua testa è un casino. È un frullato di emozioni e ormoni impazziti!".

Non riuscendo a trattenersi, Ginevra si lasciò sfuggire una risata silenziosa. La situazione era talmente assurda che era impossibile non trovare il lato comico. Per la prima volta erano riuscite a dialogare in maniera civile.

Qualcuno bussò alla porta ed entrò nella camera della ragazza. Anche nella semioscurità, Ginevra riuscì a riconoscerlo: era George.

Il suo cuore iniziò a fare le capriole nel suo petto. Era felice di vederlo, sentiva il bisogno di abbracciarlo.

- Ehi, sei sveglia? - sussurrò.

- Sì.

Con passo felpato, George si avvicinò alla ragazza e l'abbracciò forte, sfiorandole il collo con le labbra. Sotto quel contatto, Ginevra smarrì il senso della realtà. Adorava la morbidezza delle sue labbra.

"Ho capito... vi lascio soli", sospirò l'entità Oscura, dopodiché si zittì.

Non sapeva dove andasse o se rimanesse zitta zitta in un angolino nella sua testa, in attesa, ma Ginevra apprezzò molto il suo gesto. Forse non era tanto male, bastava partire con il piede giusto.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora