Capitolo 37 - LA PORTA

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Quando Ginevra riaprì gli occhi, era in preda al terrore.

Ciò che si trovò davanti fu anche peggio dell'incubo. Per un attimo credette di stare ancora sognando, ma si sbagliava.

Quella era la realtà.

Tutto intorno a sé era avvolto dalle fiamme. Il fuoco lambiva il suo letto con le sue lingue forsennate, circondandola.

Abbandonò in fretta il materasso, per sfuggirgli, ma era quasi come se le fiamme seguissero ogni suo passo fino ad espandersi.

Il panico cominciò ad impadronirsi di lei, sembrava che nessun altro si fosse accorto che era appena scoppiato un incendio. Angelina dormiva beata dall'altro lato della stanza, con il suo leggero russare appena udibile.

La casa era avvolta nel silenzio più totale.

Ginevra allungò la mano verso il comodino, in cerca della sua bacchetta, ma non la trovò.

Cominciò a cercarla con lo sguardo... Era sparita.

Il pensiero che fosse andata persa tra le fiamme si trasformò in una certezza.

Stava per chiamare aiuto quando Entity la fermò.

La sua voce era gentile.

"Calma", le disse. "Stai calma. Andrà tutto bene".

Ginevra si portò le mani ai capelli, tirando con forza. I battiti del suo cuore erano accelerati notevolmente e non riusciva a placarli.

"Ascoltami", fu la richiesta insistente di Entity. "Ginevra, ascoltami!", ripeté con voce più alta, ma senza cambiare il tono.

Ginevra provò a darle ascolto, ma in quel momento la crisi di panico era molto difficile da sopprimere.

"Chiudi gli occhi".

Nonostante il suo corpo tremava come una foglia, lei obbedì.

"Ora, respira profondamente e concentrati sul tuo legame con il fuoco. Come hai fatto l'ultima volta" disse, senza mai abbandonare il tono gentile. "Ti aiuterò io. Rilassati. Non pensare a nient'altro".

Ginevra respirò a fondo, e lentamente, e provò a concentrarsi sul fuoco che era attorno a lei, sul suo calore. Il suo unico errore fu quello di riaprire gli occhi. Il fuoco divampava sempre di più.

Il panico era sempre lì, pressante più che mai.

- Che cosa faccio? Che cosa faccio? - supplicò in un sussurro.

Entity non la lasciò sola nemmeno per un'istante. "Ehi, concentrati", disse. "Andrà tutto bene. Devi solo chiudere gli occhi e fidarti di me".

Per la seconda volta Ginevra chiuse gli occhi, ma non riusciva a concentrarsi del tutto. Non da sola, almeno.

"Concentrati", le sentì ripetere.

Un respiro profondo dopo l'altro, Entity la aiutò a rimanere in sé.

La sua mente la portò in un posto lontano, ma allo stesso tempo familiare. Si trovava in un lungo corridoio avvolto dal buio, nel quale si era già trovata in passato.

Per la prima volta, però, non provò l'istinto di correre.

La paura di poco prima era come svanita nel nulla. In quel luogo vi era solo pace.

Davanti a sé apparve la porta rossa che aveva popolato più volte i suoi sogni. Era sempre la stessa, con la sola differenza che quella volta non vi era alcuno spiraglio di luce. Era completamente chiusa, ciononostante Ginevra sembrava sapere con esattezza cosa fare. Quando toccò il legno cremisi la porta si aprì, al suo interno trovò un immenso focolare che spiccava nell'oscurità della stanza.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora