Capitolo 16 - TRA SEGRETI E INCERTEZZE

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Dopo la lotta i quattro amici s'incamminarono verso l'infermeria, per rimediare alle ferite di Paul, che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Fred e George lo sorreggevano in modo tale che non cadesse. Ginevra, invece, camminava davanti a loro sperando di non incontrare il Signor Gazza e Mrs Purr.

Durante il tragitto i gemelli decisero di dar voce ai loro pensieri. Volevano risposte. Volevano sapere cosa fosse successo, capire cosa aveva scatenato quello scontro che avevano da poco consumato.

- Ma cosa diavolo è successo, si può sapere? - chiese George, ansimando sia per il peso che stava portando che per i dolori all'addome che cercava di ignorare.

Ovviamente, Ginevra si sentì in dovere di spiegare ogni cosa. Dopotutto la domanda era più che lecita. Raccontò ogni singolo dettaglio, di come Paul avesse perso le staffe dopo gli insulti del Serpeverde fino al loro aiuto nello scontro. Nel sentire quel breve racconto Fred e George vennero invasi dalla rabbia, non riuscivano nemmeno a nascondere il loro risentimento nei confronti di quei ragazzi.

Ginevra non poté fare a meno di abbozzare un sorriso quando li sentì borbottare tra di loro frasi come: "Non dovevamo allontanarti da quell'imbecille, Bennet", "Torniamo indietro... respirano ancora!", "Se penso invece a quell'altro idiota che ha osato colpirla... io...".

Trovava molto dolce il modo in cui si comportavano; i loro gesti, le loro parole... Si vedeva lontano un miglio quanto Fred e George fossero furenti e lei sapeva che avrebbero fatto dietrofront e spezzato le ossa a tutti senza pensarci un solo istante, se solo avessero potuto. L'unica cosa che impediva ad entrambi di farlo era quella piccola consapevolezza che la loro amica li avrebbe trucidati all'istante, se solo avessero mosso un passo contro quei bulli da strapazzo.

"Non voglio che vi mettiate nei guai!", ribadiva lei quando vedeva quella strana scintilla nei loro occhi, sinonimo di guai in vista.

Ma per i gemelli Weasley l'idea di vederla infuriata non era affatto spiacevole, anzi si divertivano un modo. Adoravano vedere il modo in cui arricciava il naso quando iniziava a esasperarsi. Sembrava una bambina. Per questo motivo, all'ennesimo insulto sui Corvonero, George lanciò delle fugaci occhiate alla ragazza, in attesa di quel piccolo gesto che non tardò ad arrivare. Lei inarcò un sopracciglio, arricciò il naso e, automaticamente, apparve un ghigno soddisfatto sui volti dei due ragazzi.

Una volta arrivati in infermeria, Fred e George affidarono Paul alle cure di Madama Chips che, rassegnata, borbottò fra sé e sé delle frasi sconnesse. Dopodiché concentrò la sua attenzione sulle ferite di Paul e mormorò: - Sempre la stessa storia. Quando ci sono loro tre nei paraggi almeno uno di questi letti viene occupato! Finirà che andrò in pensione prima del tempo!

Capire a chi stava alludendo non fu difficile per i ragazzi.

- Ti vogliamo bene anche noi, Poppy - esclamò Fred in tono gioviale, scoccandole un bacio sulla guancia.

La donna, per nulla interdetta dal gesto del ragazzo, sbuffò. - Mi manderete al manicomio voi tre, sappiatelo... ora fatevi medicare e poi uscite immediatamente da questa stanza. Il signor Bennet ha bisogno di molte cure e riposo. Tu non hai una bella cera, Weasley... - disse esaminando con una sola occhiata il volto di George che, in quel momento, si massaggiava più volte le palpebre come se qualcosa gli desse fastidio. Il suo volto era diventato pallido e sembrava che i dolori all'addome di poco prima fossero diventati più forti.

Fred e Ginevra iniziarono ad allarmarsi, il primo istinto era di correre da lui ma Madama Chips li fermò.

Con un leggero ma lesto movimento della bacchetta che teneva stretta tra le dita, MadamaChips, riuscì a creare un perfetto quadro medico per George. - Come pensavo – sopirò Madama Chips. - Per 'sta notte tu resti qui, giovanotto! Qualcuno ha voluto sperimentare una nuova fattura su di te. Tranquilli, domani sarete come nuovi. Adesso sdraiati, Weasley! Voi due, invece, tornerete nel vostro dormitorio senza fare storie dopo la medicazione - snocciolò sbrigativa ad ognuno dei ragazzi che si astennero dal protestare. Dopotutto erano abituati agli ordini dell'infermiera. 

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