Capitolo 4 - L'ORDINE DELLA FENICE

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- Che c'è?

Lei era lì, seduta in mezzo a tutto quel verde, con quel sorriso seducente sulle labbra e Fred ascoltava con piacere il suono della sua melodiosa risata. Agli occhi del ragazzo sembrava aver finalmente dimenticato ogni sofferenza. Adesso che la guardava non vedeva più quella ragazza disperata e oppressa dal dolore che lui stesso, anche se timido e impacciato, aveva accolto tra le sue braccia e consolato. Niente più rabbia o occhi gonfi, finalmente la vedeva come era un tempo.

Era la sua Ginevra, ed era bellissima.

- Fred Weasley, dimmi perché stai sorridendo in quel modo o giuro che te ne faccio pentire – ordinò imperiosa, cercando di essere seria almeno per un'istante.

A quel punto Fred ampliò il suo sorriso e sbuffò.

- E sentiamo, mia piccola Blacky, cosa mi fai? – la stuzzicò lui.

Fu un attimo. Con un grugnito, si lanciò su di lui sedendoglisi addosso e intrappolandogli le mani.

Fred rimase immobile aspettando la mossa successiva della ragazza con desiderosa impazienza, che la fece ghignare.

- Non dire che non ti avevo avvisato.

Subito dopo Ginevra si ritrovò al posto del ragazzo, sdraiata a terra e le mani bloccate ma non provò nemmeno ad allontanarsi quando lo vide chinarsi su di lei.

Le si mozzò il fiato.

La presa sulle sue mani venne allentata senza che lei reagisse in qualche modo.

- Quando sorridi non capisco più niente. - Si stava chinando sempre di più e lei capì ciò che stava per accadere ma non fece nulla per impedirlo. Dentro di sé sapeva di volerlo quasi quanto lui, ne era certa.

Il respiro diventava sempre più affannoso. Guardava i caldi occhi di Fred, perdendosi in essi, finché non li vide chiudersi.

Era arrivato il momento e sembrava durare un'eternità.

- Ginevra. - La chiamò una voce, ma non era quella di Fred.

Immediatamente poggiò la mano sul petto del ragazzo, intimandogli di aspettare.

Quella non era la sua voce. Era un'eco lontano e si stava avvicinando.

Dopo qualche minuto di silenzio Ginevra si voltò, in cerca di quella voce che le aveva gelato il sangue nelle vene. Poi spostò la sua attenzione su Fred che era rimasto a guardarla, in silenzio, e trasalì quando vide che al suo posto c'era qualcun altro.

Sembrava impossibile eppure il volto pallido di Cedric era lì, a pochi centimetri di distanza dal suo.

Quando Ginevra provò ad urlare non riuscì ad emettere alcun suono.

Iniziò a tremare.

Cedric stringeva le sue mani attorno ai polsi di lei con una stretta che andava a stringersi sempre di più.

- Non puoi resistermi ancora per molto. Hai bisogno di me.

Quella voce... quella voce fredda e agghiacciate l'avrebbe riconosciuta ovunque. Apparteneva al mostro che teneva dentro di sé.

- Senza il mio aiuto perderai il controllo e tutte le persone che ami cadranno per mano tua – disse con solenne minaccia e continuò a ripeterlo come una lugubre canzone mentre Ginevra vedeva il volto di Cedric mutare e diventare quello di Fred che successivamente venne sostituito da quello di George, poi da Harry, Draco, Remus, Ted, Andromeda, Nymphadora, Ron, Ginny, Hermione, Regulus, Sirius... e tutti avevano la medesima espressione: vuota.

Ginevra cercò di divincolarsi, spaventata da ciò che aveva davanti agli occhi.

Quando li riaprì, scattò a sedere come una molla e iniziò ad ansimare, come se avesse corso per un lungo tempo. Si guardò intorno e con suo immenso sollievo riconobbe la sua camera da letto.
- Era solo un incubo – sospirò portandosi la mano tremante sulla fronte madida di sudore e un attimo dopo scoppiò in lacrime. - Che cosa vuoi da me! - chiese implorante al mostro che era in lei, senza però ottenere una risposta.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora