Capitolo 34 - FUOCHI E FIAMME

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Harry si risvegliò poco dopo in infermeria, con un grosso cerchio alla testa. Si guardò intorno. Madama Chips era lì, tra un sospiro e l'altro, ad armeggiare con pozioni e bendaggi.

- Come ti senti, Potter? - domandò con il suo solito tono burbero e, allo stesso tempo, amorevole.

Harry si mise a sedere sul letto aiutandosi con i gomiti. - Come uno che è stato messo in un frullatore gigante – biascicò con un sorriso.

- Smettila di sorridere, Potter. È una cosa seria – lo rimproverò Madama Chips, cambiando il bendaggio attorno alla sua testa. - Somigli sempre di più a tuo padre – sussurrò debolmente.

Harry ne fu lusingato, nonostante la circostanza non fosse tanto felice per la sua povera testa.

Continuò a sorridere, lasciando che l'infermiera gli medicasse la ferita. Bruciava un po', ma era sopportabile.

Fu in quel momento che notò la figura alta e atletica di un uomo ai piedi del suo letto. Era lo stesso uomo che era nell'ufficio di Silente. Le maniche della camicia bianca erano arrotolate fino ai gomiti, scoprendo gli avambracci muscolosi. La giacca scura era appesa alla sbarra di ferro del letto.

Dal modo in cui quell'uomo gli sorrideva, sembrava felice di vederlo.

Harry lo guardò, confuso, cercando di ricordare perché fosse lì con lui. Socchiuse leggermente gli occhi. - Mi ha portato lei qui? - gli domando, diffidente.

Il sorriso dell'uomo si ampliò. - Sì, signor Potter – rispose nel tono più educato possibile. - Il mio nome è Simon. Simon Clarke.

- Lei è un Auror?

Simon annuì. - E, nonostante questa sia una circostanza un po' particolare, ci tenevo a dirle che per me è un vero piacere conoscerla.

Harry lo guardò, un po' dubbioso. - Amh... Grazie?

Ci fu un breve silenzio, nel quale l'Auror si passò una mano tra i capelli biondi per poi sbuffare a ridere. - Patetico, eh? Come minimo avrà sentito un milione di volte una frase così...

Harry rispose facendo spallucce, poi un sorriso affiorò nuovamente sulle sue labbra, contagiato da quello di Simon. Aveva un che di affascinante.

Harry si fermò a studiarlo per bene; sembrava una brava persona, tranquilla. Sapeva, però, per esperienza personale, quanto l'apparenza potesse ingannare. Per un attimo ripensò all'anno prima, quando si era fidato del falso Alastor Moody.

Era stato un cieco. Un vero sciocco.

Ma quell'esperienza gli era servita come monito, quindi era sempre meglio tenere un occhio aperto. Anche due, se necessario.

L'Auror abbassò lo sguardo e sospirò. - Mi... mi dispiace per quello che è successo. La Umbridge... - disse, - sa essere un vero incubo.

- Oh, ha sicuramente dei metodi singolari.

- Quel lurido anfibio da strapazzo – borbottò Madama Chips, entrando brevemente nella conversazione. - È sempre stata un po' schizzata, se volete un mio parere.

"Se solo sapesse quanto...", si disse Harry ripensando alla Maledizione Cruciatus. Un brivido gli percorse la schiena, dandogli la breve sensazione di essere ancora sotto l'influsso dell'incantesimo.

Simon lo aveva visto tremare, provando una spiacevole sensazione. Come un presentimento. Fissò lo sguardo su di lui per qualche istante, cercando di capire a cosa stava pensando, senza riuscirci. Harry aveva un'aria piuttosto strana.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora