Capitolo 28 - NIENTE PIÙ SEGRETI

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La testa di Ginevra era in completo silenzio da quasi due giorni. Nonostante avesse provato più volte a mettersi in contatto con l'entità Oscura, ogni tentativo era vano.

Era completamente sparita.

Cominciava a preoccuparsi.

"Ironico", pensò a quel punto, "prima non tolleravo la sua presenza e adesso mi preoccupo per la sua incolumità".

Aveva anche tentato di contattare Regulus fino a notte fonda, ma neanche lui dava segnali.

Sospirò e si lasciò cadere sul letto. Il suo sguardo era fisso nel buio; la stanza era immersa dal silenzio, fatta eccezione per il russare di una delle sue compagne di stanza che, di tanto in tanto, la faceva sobbalzare.

La sua mente era invasa dagli stessi pensieri da quando aveva lasciato la camera del professore di pozioni. Continuavano a tormentarla. Aveva bisogno di tranquillizzarsi dopo quello che era successo, ma non riusciva a dimenticare l'immagine di Silente in preda al dolore, disteso ai suoi piedi.

Stava per ucciderlo? Voleva farlo?

Non ne era sicura.

Perché lo aveva attaccato?

Non ne aveva idea.

Forse aveva davvero bisogno d'aiuto... Ma poteva fidarsi di Piton? Era dalla parte di Silente?

Troppe domande. Troppi dubbi.

"Mi stai facendo venire il mal di testa", mormorò una voce.

Ginevra scattò subito a sedere e si guardò intorno. Le sue compagne dormivano ancora, quindi la voce che aveva sentito era nella sua testa.

"Ma dov'eri finita?", esclamò Ginevra in preda all'ansia. "Ero preoccupata...".

"Tu? Preoccupata per me?", domandò l'entità con un filo di voce. Poi Ginevra immaginò di vederla sorridere. "Allora è vero che ti stai affezionando".

Il viso di Ginevra era corrucciato. "Ti senti bene?".

"Mi sento tutta ammaccata in effetti. Sarà dovuto al fatto che hai prosciugato le mie forze".

"Ti ho... prosciugato?" Ginevra era confusa. "Cosa? Come?".

"E io che ne so? L'ultima cosa che ricordo è che ti sei arrabbiata e mi hai tolto tutte le forze. Non è stato molto carino da parte tua. Potevi anche chiedere, eh!".

All'improvviso, Ginevra sentì la sua stessa debolezza. Si sdraiò nuovamente sul letto e cominciò a massaggiarsi le tempie. "Non capisco", mormorò. "Com'è possibile? Pensavo che fossi tu a prenderti le mie forze".

"Lo stai davvero chiedendo a me?", domandò l'entità Oscura con voce flebile. "Comunque, ho bisogno di riposare quindi, ti prego, cerca di non pensare troppo", disse, dopodiché ci fu silenzio.

Ginevra sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti. Si lasciò andare ad un lungo sospiro e l'oscurità la inghiottì. Per sua fortuna fu un sonno senza sogni.

Si svegliò dopo qualche ora con il cuore che le batteva all'impazzata, con l'incessante trillare della sveglia nelle orecchie. Attorno a lei era ancora buio, ma a giudicare dai suoni infastiditi che provenivano dagli altri letti, intuì che anche le altre ragazze si stavano per svegliare.

- Maledetta sveglia – brontolò Katie. - Stavo facendo un sogno bellissimo.

- Buongiorno, ragazze! - esclamò Angelina, gioiosa. Le altre ragazze borbottarono un buongiorno piuttosto spento prima di rituffarsi tra le coperte.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora