Capitolo 29 - COME TESSERE DI UN PUZZLE

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Quella sera Emily era bellissima. Indossava un abito verde scuro a maniche lunghe con dei fiorellini bianchi, lungo fino al ginocchio. La scollatura lasciava intravedere il seno prosperoso. Dal momento in cui l'aveva vista, Regulus aveva un solo desiderio: sfilarle quell'abito e accarezzare ogni curva del suo corpo con le dita, per scoprire se la sua pelle era davvero così morbida come la immaginava.

In realtà era da parecchi giorni che quel desiderio lo tormentava, ma lui era riuscito a sopprimerlo quasi sempre.

"Non ci pensare", era diventato il suo mantra. Lo ripeteva finché non riusciva a togliersela dalla testa, però Emily aveva molti modi per rovinare tutto. Era inevitabile.

Fissò il sguardo su di lei.

Aveva appena raccolto i capelli in una crocchia improvvisata ma qualche ciocca era sfuggita al suo controllo e le incorniciava il viso imbronciato.

L'istinto di rubarle un bacio era forte.

- Cosa c'è? - domandò notando il suo sguardo. Le sue guance si tinsero di rosa e, sorridendo un po' impacciata, si passò una mano tra i capelli color grano controllando che fossero in ordine. - Ho qualcosa tra i capelli?

Regulus scosse la testa e scrollò le spalle. - Niente – disse, dopodiché la sua attenzione tornò sul signor Edward Green che, in quel momento, si stava dedicando alla lettura dei documenti che aveva tra le mani.

Annotò ogni cosa, anche la più stupida. Tutto, pur di non pensare a lei. Tutto pur di non guardarla e lasciarsi inebriare dal suo dolce profumo e...

"Non ci pensare, idiota! Concentrati!", si disse.

Trattenne un silenzioso ringhio di frustrazione. Sentì il bisogno di bere e, senza distogliere lo sguardo dal signor Green, allungò la mano verso il tavolino al suo fianco in cerca del bourbon. Sentì il freddo del bicchiere ancora pieno di ghiaccio che gli pizzicava le dita. Buttò giù tutto il liquido ambrato in un solo sorso e continuò a seguire i movimenti dell'Impiegato del Ministero come se fosse la sua ombra.

Regulus si accertò che il signor Green fosse da solo in quella stanza, controllando anche che non ci fosse nessuno né alla porta né davanti alla finestra. "Non si può mai sapere da dove potrebbero colpire i Mangiamorte", si disse.

- Allora? - sollecitò Emily ad un certo punto, stanca di quel silenzio opprimente.

Regulus sospirò e si versò un altro bicchiere di bourbon. - Credo che qui ne avremo per molto – bevve un sorso e si concentrò nuovamente verso il mago e le sue scartoffie. - Passiamo al prossimo?

Non la guardava. Non poteva. Era troppo da sopportare.

La sentì rovistare i fascicoli tra le sue mani con un po' di nervosismo, ma questa volta si trattenne dal sbirciare nella sua testolina bionda.

- Oliver Davies – pronunciò lei, sempre con professionalità. - Alla tua destra, a sette camere di distanza da qui.

Il binocolo che fino a quel momento era centrato sul signor Green andò oltre, fino a intercettare un uomo di basta statura, stempiato e con dei grandi baffi grigi che stava sonnecchiando sul divanetto. Regulus lo fissò per qualche minuto, per accertarsi che stesse effettivamente dormendo e, come aveva fatto per il signor Green, controllò che nessun altro, a parte il signor Davies, fosse in camera o appostato da qualche altra parte nelle vicinanze.

Emily, nel frattempo, si stava dedicando al controllo di altri due Impiegati: la signora Samantha Walker e Damian Cooper, che si trovavano rispettivamente al piano di sotto e al piano di sopra, quindi, ogni tanto Regulus la vedeva salire e scendere dal letto per poter raggiungere con più facilità il soffitto con l'apparecchio dato in dotazione dal Ministero. Ma, stranamente, quell'aggeggio non era efficace come quello dei gemelli Weasley. Alla fine, stanco di sentirla imprecare contro l'oggetto, le offrì di fare a cambio con il suo. Lei accettò con un "grazie" appena sussurrato. Si sdraiò sul letto a pancia in su e inforcò il binocolo con un sospiro soddisfatto: - Finalmente riesco a vedere cosa tiene tra le mani il signor Cooper... ed era meglio che non guardavo – rabbrividì e passò al piano inferiore, dove si trovava la signora Walker.

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