Capitolo 22 - BUON NATALE

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Erano quasi le sei del mattino quando Ginevra aprì gli occhi, il sole era appena sorto e davanti ai suoi occhi aveva il ragazzo che amava: George Weasley.

Erano entrambi rannicchiati sotto una coperta, completamente nudi; George, dormiva ancora. I tratti del suo viso erano dolci e rilassati e le sue labbra imbronciate sembravano invocare un bacio che lei non tardò a dargli.

"Amo le sue labbra. Le bacerei in continuazione".

A quel punto George si stirò leggermente e aprì gli occhi. - Ehi, buongiorno – la salutò con voce roca e profonda e un dolce sorriso sulle labbra.

- Buongiorno, raggio di sole.

Lui la tirò a sé, come la sera prima, e depose un dolce bacio sulle sue labbra. - Buon compleanno.

Ginevra trattenne il respiro. Si morse il labbro inferiore e gli rubò un altro bacio, che lui intensificò. - Credo che questo sia il compleanno più bello della mia vita – mormorò lei.

- No, questo è il compleanno più bello della tua vita finora! – Ci tenne a precisare il rosso. - Ho intenzione di rendere ogni tuo compleanno sempre unico e perfetto, proprio come sei tu.

Lei abbassò lo sguardo, rabbuiandosi. - Io non sono perfetta.

- Lo sei per me - mormorò e le posò un dito sotto il mento per sollevarle le labbra alla sua altezza. La bacio, ancora e ancora, facendole tornare il sorriso. - Com'è possibile che diventi sempre più bella? - domandò continuando a baciarla.

Lei ridacchiò. - Credo che tu abbia qualche problema alla vista. Forse hai bisogno di un paio di occhiali.

- Fidati, principessa: io ci vedo benissimo – le rubò un altro piccolo bacio. Poi continuò lungo il collo, tracciando una scia di baci infuocati.

- Dovresti tornare in camera tua – sospirò Ginevra. La sua voce era debole quanto la sua volontà.

- Perché? - sussurrò lui nell'incavo del suo collo mentre si posizionava su di lei, con delicatezza.

- Se non ti trovano potrebbe scoppiare un putiferio.

"Ma chi se ne frega!", esultò l'entità oscura. "Se io fossi al tuo posto, non lo farei mai uscire dal mio letto".

George si chinò fino a quando furono naso contro naso. - Sei sicura? No, perché io vorrei continuare quel discorsetto di ieri notte... – Un ghigno malizioso curvò le sue labbra mentre spingeva la sua virilità ricca di ardore contro il ventre di lei con una lentezza calcolata.

Ginevra venne scossa da brividi di piacere e, incapace di resistergli, mandò al diavolo ogni timore. Lo desiderava con tutta se stessa e per lei era tutto ciò che contava in quel momento.

- Voglio fare l'amore con te ancora. E ancora... E ancora - Le baciò l'orecchio e scese lungo la spalla, continuando con i baci, mentre ripeteva quelle parole più e più volte. - Ti mangerei – mormorò infine, con voce roca di desiderio.

- Perché non lo fai allora? - lo provocò.

Anche se non poteva vederlo percepì il suo sorriso. - Non sai che l'attesa è la parte migliore del piacere?

Ginevra ricambiò i suoi baci e si strinse sempre più forte a lui, affondando le dita tra i suoi capelli.

- Oh, mio Dio – ansimò quando la mano di George scese per stuzzicarla.

Dal corridoio si sentivano degli schiamazzi, ma i due non ci badarono molto. Poi la porta della camera si aprì, lentamente, e Sirius entrò insieme a tutti i suoi ospiti reggendo una grande torta di compleanno con diciassette candeline sopra. - Tanti auguri a te! - iniziò a cantare e gli altri si unirono al coro: - Tanti auguri a te! Tanti auguri...

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