Capitolo 21 - TI AMO

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Una volta superato l'ingresso del San Mungo, i Weasley si trovavano in quella che sembrava una grande sala di accettazione, con file di maghi e streghe seduti su traballanti sedie di legno, alcuni di loro erano dall'aspetto perfettamente normale, intenti a sfogliare vecchie copie del Settimanale delle streghe, altri affetti da orrende deformità, tipo zampe da elefante o mani supplementari che spuntavano dal torace. Maghi e streghe in vesti verde acido andavano su e giù per le file di sedie, facendo loro domande e prendendo appunti su blocchi.*

Ginevra rabbrividì.

La sua fronte si velò di sudore freddo.

Era già stata in quell'ospedale tempo prima e, di certo, per lei non era come l'infermeria di Madama Chips. Poteva definire i due luoghi come inferno e paradiso.

- Hai l'aria di una che vuole darsela a gambe – ironizzò George affiancandola.

Gli rispose con un debole sorriso. - Cosa te lo fa pensare?

Lui alzò un sopracciglio e le rivolse un ghigno. - Ricordo quando siamo venuti a trovarti qui, quando avevi otto anni. Ti eri rotta una gamba e credo che ti uscisse anche il sangue dal naso perché, ora che ci penso, eri una visione paradisiaca con quei tappi nel naso.

Ginevra gli diede un colpetto sulla spalla. - Smettila di prendermi in giro. Quella è stata una brutta esperienza, soprattutto perché quella Guaritrice antipatica sembrava divertirsi un mondo nel vedermi soffrire!

George ridacchiò, poi il suo sorriso si affievolì. - Mi hai messo davvero paura quel giorno – ammise dopo un breve silenzio. - Temevo di averti persa.

Il cuore di lei sembrò perdere un battito.

Il ricordo di quella piovosa giornata di luglio si fece strada nella mente del ragazzo. Insieme al gemello e Ginevra trasportavano tutto il necessario per costruire quella che sarebbe diventata la loro casa sull'albero.

Quando i due fratelli salirono in cima Ginevra provò a salire a sua volta la vecchia scala a pioli, ma il suo piede scivolò e, incapace di reggersi a qualcosa se non allo scatolone che aveva tra le mani, precipitò e cadde al suolo.

Era quasi svenuta quando i gemelli si precipitarono a soccorrerla. Erano terrorizzati, ma non esitarono un'istante ad agire; Fred corse a chiamare aiuto. George, invece, restò al suo fianco fino all'arrivo di Bill che la portò in casa dove Andromeda, la zia di Ginevra, attendeva con impazienza. Poi la portarono al San Mungo, d'urgenza.

- Per fortuna che è andato tutto bene alla fine – sospirò George cercando di scacciare quei brutti ricordi.

Rendendosi conto che il dialogo aveva preso una piega piuttosto malinconica, provò a fare una battuta ironica su uno dei pazienti seduti lì accanto. Ginevra si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, lasciandolo senza fiato per la sorpresa.

- Via quell'espressione triste. Non vorrai che tuo padre ti veda così!

- Di qua! - gridò la signora Weasley e tutti la seguirono oltre la doppia porta lungo tutto lo stretto corridoio in cui erano allineati alcuni ritratti di famosi Guaritori.*

- Andiamo – disse Ginevra, prendendolo a braccetto con un sorriso.

George avvicinò le labbra al suo orecchio. - Sono felice che tu sia qui – sussurrò, provocandole dei brividi.

Ricambiò il bacio sulla guancia e lei sorrise, mordendosi il labbro inferiore.

Una rampa di scale li condusse al corridoio delle Lesioni da creature. La seconda porta a destra recava la dicitura: Reparto Dai 'Dinamite' Llewellyn: morsi gravi. Sotto, un cartellino in una cornice di bronzo, c'era scritto a mano: Guaritore Responsabile: Ippocrate Smethwyck. Tirocinante: Augustus Pye.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora