Capitolo 27 - IL PREZZO DELLA VERITÀ

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Quella mattina Ginevra era determinata ad agire. Non ci sarebbero state lezioni per tutto il giorno quindi era lei l'unica nel suo dormitorio ad essersi alzata presto. Le sue compagne avevano deciso di poltrire almeno fino alle dieci del mattino e niente e nessuno lo avrebbe impedito.

Prima di attuare il suo piano, però, andò dritta verso le cucine e "rubacchiò" qualche dolcetto per la colazione. Dobby e gli altri elfi domestici l'accolsero con gioia, dandole tutto ciò che desiderava. Rimase a chiacchierare con loro per un po', godendosi la loro compagnia e gustandosi un buonissimo muffin al cioccolato, dopodiché tornò nella sala comune di Grifondoro con un sacchetto pieno di dolci per George.

Quando il ritratto della Signora Grassa si richiuse alle sue spalle notò che la sala comune era immersa nel silenzio. Così come i dormitori.

Nonostante fossero quasi le 8:00 del mattino, non volava nemmeno una mosca. Niente confusione. Niente chiacchiericci. Gli altri studenti erano già scesi nella Sala Grande per la colazione.

Gli studenti del settimo anno, invece, si godevano il loro giorno libero in completo relax con l'intenzione di oziare nei loro letti per tutta la mattina.

Possibile che fosse l'unica del suo anno ad essere sveglia?

Per Ginevra era una situazione inusuale. Di solito lei era l'ultima a svegliarsi. Era un'abitudine che aveva fin da quando era bambina e che cercava di togliersi da anni, senza alcun successo però. Perfino Fred e George si erano abituati alla cosa. Infatti, il più delle volte, rimanevano in sala comune in attesa che lei scendesse per la colazione.

Tutto in torno a lei sembrava strano, quasi surreale, così come sentire l'assoluto silenzio dalla stanza dei gemelli Weasley.

Bussò alla porta e George l'aprì qualche minuto dopo. La guardava battendo le palpebre, come se si fosse svegliato da poco e i suoi occhi si stavano ancora abituando alla luce. Poi le sorrise. - Ehi! Buongiorno, principessa. Che bella sorpresa! - sussurrò con voce calda e profonda.

Ginevra iniziò a mordersi il labbro. - Buongiorno a te, bel fusto.

In quel momento, l'istinto di saltargli addosso stava cominciando ad emergere. Con quell'aria arruffata era incredibilmente attraente.

Le diede un rapido bacio a fior di labbra, un solo leggero bacio, ma che era sempre in grado di farle girare la testa e risvegliare sempre i suoi ormoni.

"Forse è il suo profumo a farmi questo effetto", pensò tenendo a freno i suoi istinti.

Poi, tutto si assopì non appena notò qualcosa che la fece sentire tremendamente incolpa: gli occhi di lui erano ancora impastati dal sonno e stava provando a rimanere vigile. - Ti ho svegliato. Scusa.

Lanciò un'occhiata alle spalle di lui e si diede della stupida per non aver notato prima che l'interno della camera era completamente al buio. Qualcuno stava anche russando!

George si stropicciò gli occhi e, reprimendo uno sbadiglio, ripose: - No, tranquilla. Ero già sveglio.

Stava mentendo, lei lo sapeva, ma non riuscì a tenergli il broncio tanto a lungo. Quando lui le sorrise e non poté che ricambiare, facendosi contagiare come sempre. Era talmente bello quando sorrideva...

- Ti ho portato la colazione – disse Ginevra mostrandogli il sacchetto di carta con tutte le leccornie. - Almeno in questo modo sarò sicura di meritare il tuo perdono.

A quel punto lui sembrò svegliarsi del tutto. Il suo sorriso si ampliò, illuminandogli il viso. - Mmmm – mormorò. - Donna, tu mi vizi.

Tuffò la mano all'interno del sacchetto e agguantò un dolcetto alla crema con le fragoline di bosco sopra. Gli diede un solo morso e non poté fare a meno di emettere un suono gutturale di piacere.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora