Capitolo 40 - È PIÙ VELOCE CHE ADDORMENTARSI

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Un grido di terrore e disperazione che non riuscì a sopprimere, le sfuggì dalla gola.

Davanti a tutto quel sangue, Ginevra sentì le gambe cedere. Si lasciò cadere in ginocchio su quel pavimento freddo, con il corpo che tremava e con la mente incapace di mettere a fuoco nient'altro se non il sangue.

Sangue. Vedeva solo sangue.

Suo padre era a terra... e ne era circondato.

Esitante, cominciò a scuotere Sirius con le poche forze che le erano rimaste. Non le importava del dolore al braccio, voleva solo che lui aprisse gli occhi.

- PAPÀ! APRI GLI OCCHI! - urlava. Lui, però, non si muoveva. - Apri gli occhi... - tentò ancora, con la voce che si affievoliva pian piano e le lacrime che le rigavano il volto. - Ti prego...

Il dolore era troppo da sopportare. Si portò le mani alla testa e scoppiò in lacrime.

"È colpa mia. È tutta colpa mia", si accusò. Non diede nemmeno ascolto a ciò che Entity le stava dicendo. Non riusciva a sentire niente di quello che stava accadendo intorno a lei.

Piangeva, si disperava e si colpevolizzava.

Urlava con tutto il fiato che aveva in corpo.

Non riusciva nemmeno a muovere più un muscolo verso suo padre. Temeva di scontrarsi con la realtà e avere la conferma che era morto.

Era tutta colpa sua.

All'inizio Regulus non si accorse nemmeno di ciò che era successo. Attorno a lui c'era il caos: un tumulto di lampi di incantesimi che schizzavano a destra e a sinistra e di grida dei pochi Mangiamorte rimasti, che avevano persino sovrastato le grida di dolore della ragazza.

Aveva appena disarmato un Mangiamorte con molta facilità.

Dopo che aveva ucciso Bellatrix, la luogotenente di Voldemort, tutti gli altri sembravano talmente spaventati che non si impegnavano nemmeno ad attaccare.

Fu in quel momento che udì la voce di Ginevra nella sua mente.

"È colpa mia. È tutta colpa mia", diceva. "È colpa mia".

Ma più che un sussurro, come gli capitava spesso di sentire i pensieri della ragazza, quello era più un urlo distrutto dal dolore.

Si voltò di scatto, cercandola con lo sguardo. Quando la trovò accanto al corpo del fratello, sentì il cuore in gola per lo spavento.

Morto.

Quella era stata la prima parola che gli venne in mente e che gli gelò il sangue nelle vene.

Senza pensarci un minuto di più, si precipitò verso di lui.

Si inginocchiò in fretta, provando ad ignorare tutto quel sangue che gli sporcava i pantaloni.

Ginevra continuava a piangere, disperata.

- Cos'è successo? - le domandò avvertendo il panico crescere sempre di più, mentre poggiava due dita sul collo tiepido di Sirius.

Regulus non era mai stato un tipo religioso, ma in quel momento pregò con tutto sé stesso di sentire ancora il battito del suo cuore.

Era debole, ma batteva.

C'era ancora una speranza.

Tra un singhiozzo e l'altro, Ginevra disse che Sirius aveva battuto la testa, poi cominciò a farfugliare e Regulus non riuscì a cogliere nient'altro. Per lui erano parole senza senso.

Light and Darkness《THE BLACK CHRONICLES》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora