Capitolo 2 - LA PROFEZIA

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L'entusiasmo della ragazza svanì e per un minuto interminabile  ognuno di loro restò in silenzio.

Ginevra sostenne lo sguardo del vecchio mago, chiedendosi di cosa volesse parlarle o quanti altri segreti aveva ancora da svelarle. 

- Ginevra - disse Silente, - ... la cosa è più complicata di quanto possa sembrare e potrebbe sconvolgerti, ma abbiamo deciso che è venuto il momento che tu sappia la verità. - Si fermò un attimo, lanciò una veloce occhiata a Regulus che prese la parola. 

- Quando mi unì a Voldemort - pronunciare quel nome non gli costò nessuno sforzo e nessuno ne sembrò turbato, ma Ginevra non poté reprimere un brivido che le percorse tutta la spina dorsale. 

 Sirius lo notò e le accarezzò la schiena, con dolcezza. Lei lo apprezzò molto, ma non riusciva a capire il perché della propria reazione; non aveva mai avuto paura di pronunciare il nome del mago Oscuro e, sicuramente, quella era la prima volta che rabbrividiva nel sentirlo pronunciare da qualcuno che le stava vicino.  

 All'improvviso il ricordo di quel lampo verde le invase la mente. Chiuse gli occhi e si lasciò andare a un lungo e silenzioso sospiro. Quando il ricordo si attenuò fino ad assopirsi, Ginevra dedicò nuovamente la sua attenzione a Regulus. 

 - Avevo solo sedici anni - disse. - Non prendevo parte all'azione perché lui diceva che non ero ancora pronto e di questo credo di essergliene grato, in un certo senso. A quei tempi lui era al culmine del suo potere, ma bramava qualcosa che fosse in grado di fortificare il proprio potere ancora di più. 

Si fermò e per un attimo sembrò perso nei suoi pensieri, poi, i suoi occhi si fissarono in quelli di Ginevra. Prima di proseguire esitò, era come se stesse valutando se rivelare o meno altre informazioni. Lanciò un'occhiata di sbieco a Silente, che fece un breve e impercettibile movimento di diniego con il capo.  

Ginevra sembrò non notare quel breve scambio e restò in attesa che lo zio ritrovato continuasse a parlare. 

- Lui avvertiva un potere al di sopra del suo. Inviava i suoi Mangiamorte alla ricerca della fonte senza mai trovarla. Ma nonostante passassero mesi, lui non si dava per vinto. Voleva quel potere, di chiunque fosse, in modo che nessuno osasse sfidarlo.  

- Chi era la fonte? - chiese Ginevra e una strana sensazione si impossessò di lei. Temeva di conoscere la risposta. 

Gli occhi di Regulus, che non si erano distaccati nemmeno per un secondo da quelli di lei, brillavano di una strana luce. 

- Tu - rispose. - Io facevo parte delle squadre di ricerca e fui l'unico a trovarti. Lo ricordo come se fosse ieri. Tu eri nel giardino di casa, a giocare con la terra - sorrise, perso nel ricordo. - Eri tutta sola e in quel momento ho pensato "Chi lascerebbe mai una bambina così piccola da sola? E se ingoiasse qualcosa di strano?".* 

Sirius ridacchiò. 

- Certo, prendimi in giro, fratellone. Ma sia io che tu sappiamo chi è lo sconsiderato - ribatté Regulus. 

Silente tossì leggermente e Regulus riprese il racconto. 

- Comunque, quel giorno scoprì che tu eri in grado di fare delle magie stupefacenti, fuori dal comune. Eri capace di padroneggiare gli elementi della natura; ghiaccio, fuoco, aria, terra... 

- Ma poco dopo abbiamo dovuto bloccare questi tuoi poteri - aggiunse Remus, - perché non sempre riuscivi a capire quello che facevi e la maggior parte delle volte rischiavi di attirare i Mangiamorte, che venivano allontanati da Regulus... ma, purtroppo, eri capace anche di molte altre magie. Magie terribilmente pericolose. 

- Quando credevamo di aver fermato ogni forma di pericolo, questo ha generato un potere ancora più forte. 

- Non... non credo di capire - disse Ginevra, confusa. - Cosa vuol dire "terribilmente pericolose". Ho... fatto del male a qualcuno?

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