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Brian si congratulò con l'artista emergente, dandole una pacca sulla spalla. "Visto? Ho sempre saputo che avevi un lato nascosto ancora da scoprire. Sei una continua sorpresa, signorina Zielinski". Allison arrossì. "Grazie Brian, ma non sarò mai brava quanto te e Deaky". "Non iniziare a metterti dei limiti. Se solo volessi, potresti arrivare lontano. Vedi dove siamo noi, adesso. Dopo solo quattro anni abbiamo un contratto con la EMI e ci accingiamo a tornare negli Stati Uniti per la seconda volta". Mentre gli stava parlando, lei notò una ragazza bruna che lo stava squadrando da infondo al bancone. "Ti hanno adocchiato". Lui sembrò non crederci, quindi si voltò. La ragazza gli fece un occhiolino, per poi tornare dalle sue amiche. "Se vuoi andare a parlarle, fai con comodo". "Sto parlando con te. Le altre diventano invisibili in tua presenza" Allison gli diede un buffetto sul braccio. "Va, starò bene". Brian prese il suo boccale di birra, raggiungendo il tavolo di quella ragazza. Allison seguì tutta la scena, tentando inutilmente di non provare gelosia o rabbia. Si erano lasciati da quattro mesi ormai. Lui meritava di rifarsi una vita, e anche lei. A quell'improvviso pensiero, Roger piombò accanto a lei sedendosi sullo sgabello. 

"Non è da Brian abbandonarti per una tettona insolente"

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"Non è da Brian abbandonarti per una tettona insolente". "L'ho spinto io tra le sue braccia" Allison alzò la mano per ordinare la terza pinta di chiara. "Per questo ti stai buttando sulla birra?". "Forse". Tirò un lungo sorso, per poi tornare con gli occhi su Roger. "Tu hai intenzione di trovarti qualche ragazza stasera, da portare nella tua grandiosa dimora?". Lui soffocò una risata, irritandola. "Che c'è?". "Mi fa ridere questa nuova Allison". "Nuova? Sono sempre la stessa". Finì la birra in due enormi sorsi, posando il boccale sul bancone. "Allora, se non ne hai l'intenzione, facciamo un gioco". Roger alzò le sopracciglia. "Mi piacciono i giochi, cos'hai in mente?". "Hai molti fan. Per qualche strano motivo sono tutte femmine. Perciò adesso vorrei vedere come ammali una ragazza appena la incontri. Qual è il tuo cavallo di battaglia?". Roger si schiarì la gola, ordinando una birra. "Sei già stata una mia vittima. Ricordi? La sera che ci siamo conosciuti". Allison scosse la testa. "Nah, non credo che tu abbia usato tutto il tuo charme quella volta, altrimenti avrebbe funzionato. Credimi". 

"Forse tu sei l'unica immune al mio fascino". Allison alzò gli occhi al cielo, pensando ai suoi sentimenti. "Non è per quello. Qualche corda l'hai toccata, però non hai sfiorato i punti giusti. Dai, riprovaci. Ti sfido, Roger Taylor". Roger si guardò intorno. "E se Brian si ingelosisse? Ultimamente non andiamo molto d'accordo". "Da quando ti importa di quello che pensa? E poi ora è impegnato, ci sta provando con la tettona insolente, rammenti?". Roger non rispose. Afferrò il boccale di birra che gli porse il barista e se lo portò alla bocca. "Va bene. Rendiamo la cosa più interessante. Facciamo una scommessa". "Cosa scommettiamo?". "Che cosa vorresti ottenere se dovessi riuscire ad ammaliarmi come si deve?". Lui sembrò pensarci su. "Vorrei sentirti cantare". Allison non se lo aspettava. Sperava in qualcos'altro. "Dici sul serio?" il biondo annuì. 

"Sono anni che ti sto pregando, Al

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"Sono anni che ti sto pregando, Al. Hai suonato per noi, adesso canta per me". Lei fece di sì con la testa, porgendogli la mano. "Va bene, affare fatto". Balzò dalla sedia, tenendo stretta la borsa tra le mani. "Dove preferisci farlo?". Roger scoppiò a ridere. "Non mi aspettavo tale richiesta da una come te". Allison lo colpì con la borsa. "Idiota, sto parlando seriamente. Dove preferisci ammaliarmi, o almeno tentare di farlo?". Roger si scolò la birra, poi lasciò il boccale e si pulì la bocca sporca di schiuma. "C'è un tavolo libero lì, andiamo" le mise la mano dietro la schiena, facendola quasi sussultare. Lei pensò alla cazzata che stava facendo. Non serviva ammaliarla. Lo era già, ed era persino irrecuperabile. Decise di provare quella tattica per non pensare a Brian che stava flirtando con un'altra ragazza sotto ai suoi occhi. Passarono sotto il naso sospettoso di Mary, Freddie, John e Veronica che subito domandarono: "Dove andate, ragazzi?". "Faccio vedere una cosa alla nostra Allie. Torniamo subito" spiegò Roger, facendo ridere John. Tutti lì sapevano cosa stava succedendo. Era impossibile non accorgersi di quelle scintille che per poco non li avevano bruciati. Roger si sedette placidamente, tirando in avanti la sedia. Poi si sistemò la giacca. 

Ad Allison era sembrato così affascinante e carismatico che si sentì tirare come una calamita. Lo osservò, studiandone le mosse. Lui allungò il braccio sul tavolo, e con le sue dita affusolate le afferrò il polso strofinandole delicatamente sul palmo della mano. Infine le mostrò un sorriso sardonico. "Sul serio? So che significato ha questo gesto, Roger Taylor. Prova a catturare la mia attenzione diversamente. Non seguire alcun esempio". Lui ristette in quell'incontro di dita impazienti e sudate, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Non pronunciò alcuna parola. Semplicemente la guardò, spogliandola delle sue paure e di tutto quello che aveva provato fino a quel momento. "Allison, dirti che sei la più bella in questo locale sarebbe come prendersi gioco del tuo fascino. Non trovo le parole giuste per descrivere quello che provo quando sono con te. Sei la musa che continua ad ispirare le mie canzoni. Sei la ragazza che continua a venirmi in sogno e sei la migliore amica che potessi mai desiderare...". Lei ingoiò la saliva, turbata ed emozionata. 

Le sue dita erano ancora intrecciate nelle sue, come quella volta in hotel, quando si erano addormentati sul letto, cercandosi a vicenda

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Le sue dita erano ancora intrecciate nelle sue, come quella volta in hotel, quando si erano addormentati sul letto, cercandosi a vicenda. "Ehm..." brontolò lei. Roger si fece serio, chinandosi sul tavolo. "Non rischierò di perderti un'altra volta. Sono innamorato di te, Allison". "Wow..." riuscì a sospirare, schiarendosi la gola. "...beh, direi che ha funzionato". Lui scosse la testa, e sembrò cadere dalle nuvole. "Non sto più giocando, Al. Questo è quello che provo davvero, ma penso tu lo sappia già". "Non burlarti di me, Roger. Sappiamo entrambi come sei fatto, tu...". "Ti amo" sbottò all'improvviso, come se volesse liberarsi di un peso. Infatti, dopo quelle due paroline magiche, lui tirò un grosso respiro. "È così. E non ti starò a dire quanto tempo ho passato a cercare di farmela passare. Nemmeno vederti con Brian ha funzionato. Ti ho chiesto una possibilità una volta. Spero tu sia finalmente pronta a concedermela". Sì, urlò a gran voce il suo io interiore. Volle darle ascolto, ma poi incontrò lo sguardo di Mary oltre la spalla di Roger. "Gli altri stanno andando via". "Che andassero via. Ti riaccompagno io a casa, se è questo che temi". Dopo le sue parole, vide Brian uscire dalla porta con quella bruna esplosiva. "Va bene, accompagnami". Roger prese la sua giacca dallo schienale della sedia, seguendola all'esterno. Le aprì lo sportello della sua Chevrolet da vero gentiluomo e, prima che lui arrivasse al posto guida, si sistemò il vestito lungo le gambe, sentendosi improvvisamente nuda. 



N/A: Vi allieto questo nuovo inizio di settimana e di mese con qualche gif di Roger. Lo so, penso sempre a voi. Vi regalo subito una gioia con il 26esimo capitolo. Ci è voluto un po', ma il nostro batterista del cuore si è finalmente fatto avanti. Idee sul prossimo capitolo? 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora