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Tornati a casa, Roger restò a dormire da Allison

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Tornati a casa, Roger restò a dormire da Allison. Lui era adagiato sul materasso a pancia in giù, intanto che lei si appoggiò alla sua schiena nuda. "Quando uscirà il vostro nuovo disco?". "Se tutto va bene, prima di natale". "E dopo di nuovo in tour..." Allison mise il broncio, quindi lui si girò di schiena. "Ehi, non rattristirti ogni volta. Torno sempre da te, no?". "Sì, torni a Londra e allo stesso tempo ti sento lontano anni luce. Non sei mai qui, non completamente". Roger si fece serio, anche se si rivelò piuttosto difficile dato che lei gli stava addosso completamente nuda. "Io non rinuncerò mai a te, è bene che tu lo sappia". Lei prese tutto il coraggio prima di dirgli: "E se mentre tu non ci fossi, incontrassi qualcuno disposto a darmi quello che vorrei da te?". Roger si mise a sedere. "Che cosa stai cercando di dirmi?". Allison scosse il capo, afferrando il cuscino. "Nulla, mettiamoci a dormire". Represse le lacrime nella stoffa, risvegliandosi il mattino seguente con gli occhi arrossati. Roger aveva la testa bionda sprofondata nel cuscino, le braccia rigide e i bicipiti gonfi alzati. Si sporse su di lui, baciandolo nell'incavo del collo. Lui si ritrasse quasi istintivamente, voltandosi dall'altro lato. Colse l'occasione per farsi una doccia in totale tranquillità. Quando mise su il caffè, le narici del suo fidanzato ne riconobbero l'odore facendolo destare. "Speravo di trovarti accanto a me". 

"Ho fatto una doccia" scostò le lenzuola, mettendo i piedi per terra. Nel frattempo prese i boxer dal pavimento, infilandoseli lungo le gambe. Prima di andare in bagno, si sporse su Allison per baciarla velocemente. Versò il caffè nelle due tazze, sedendosi al tavolo. "Devo cercarmi un altro lavoro" alzò il tono di voce per farsi sentire da Roger che in quel momento era chiuso nel bagno. "Potresti farci da manager insieme a Reid". "Scherzi?". "Almeno staresti sempre con me, con noi". Allison corrugò la fronte. "Stare lontani non aiuta la nostra relazione, ma nemmeno stare sempre insieme aiuterebbe". Lui la raggiunse in cucina, sedendosi accanto a lei. "Non ho altre opzioni". Allison posò la tazza sul tavolo. "Quando eravate a Rockfield, ho cantato al Crown And Anchor". Lui strabuzzò gli occhi, incapace di crederle. "È la verità. Mary mi ha incoraggiata". "E com'è andata?". "Piuttosto bene. Al che ho pensato di far ascoltare a qualcuno le mie canzoni". Roger si mostrò perplesso. "Non dirmi che ne hai parlato con il tuo ex capo". "Oh no, no. Non avrei mai mischiato il lavoro con la mia vita privata. Sto rimandando ancora, ma credo di essere pronta. Potrei presentarmi da Ray, che dici?". "Quello è uno stronzo". "Lo so, ma sa il fatto suo". Roger non voleva di certo buttarla tra le grinfie di quell'essere perfido. Preferiva trovarle un altro agente. "Freddie ha quell'amico che lavora in radio. Se lo mettiamo sotto torchio, può darsi che potrebbe trasmettere la tua canzone. Quella che mi hai dedicato". Lei serrò le labbra. "Ora che la cosa mi sembra realizzabile, non so se potrò mai farlo". Le prese il viso tra le mani. "Hai talento, sei frizzante, intelligente ed hai un corpo mozzafiato". Allison arrossì, soffocando una risata. 

"Ti prego. Fa ascoltare a qualcuno la tua canzone". Quello stesso pomeriggio, intanto che Roger si incontrò con gli altri per terminare il disco, lei si diresse da Kenny. La sua segretaria la fece accomodare nella sala d'attesa. Tra una trasmissione e l'altra, quello strano ragazzo dai capelli crespi la accolse a braccia aperte, dopo averla riconosciuta dalle foto sui tabloid. "Cosa posso fare per te, cara?". Lei cercò nervosamente il disco nella sua borsa. "Ho qualcosa che vorrei farti sentire". "Ti manda Freddie?" Allison scosse la testa. "Mi ha detto che sei piuttosto flessibile con i nuovi talenti". Kenny sgranò gli occhi. "Sono canzoni tue?". Non rispose, poiché le tremò la voce. "Va bene, la ascolterò e la manderò in radio. I miei utenti hanno un buon fiuto e, se ti sei fatta condizionare dalla musica dei Queen, sono certo che questo disco sarà formidabile". Lo lasciò al suo lavoro per raggiungere gli altri allo studio di registrazione. Li vide muoversi su e giù per la stanza. Fu piuttosto difficile lavorare sotto pressione, e con una fastidiosa scadenza da rispettare. Il disco sarebbe uscito a dicembre, a gennaio sarebbero partiti per il tour. Continuarono a vivere una vita organizzata. Non potevano permettersi di fare di testa loro, o di uscire dagli schemi. La EMI aveva le sue regole e Foster si era innervosito fin troppo. Non volle tollerare altri errori. 

Due giorni dopo partirono per Cardiff, dove si sarebbe tenuto il concerto ai piedi del castello. Si presentarono più di cinquantamila persone, e lo spazio era visibilmente ridotto, sebbene il castello fosse circondato da un vasto giardino. La loro musica echeggiò nell'aria come le campane della domenica. L'ultimo spettacolo si sarebbe svolto a Londra, all'Hyde Park. Lì si poterono contare centocinquantamila persone. Il maggior numero di pubblico pagante nella storia. Nessuno sarebbe riuscito ad eguagliare quella cifra per i seguenti trenta anni. Mary non poté essere con loro perciò, quando la Summer Gigs finì, le fecero rivivere i concerti in videocassetta. I quattro sarebbero rimasti a Londra per altri tre mesi. Allison tentò di godersi appieno ogni momento. A fine settembre, Roger le chiese di fare una gita romantica solo loro due, e la sua auto. "Va bene, se mi prometti che non mi tradirai con lei". Lui se la rise sotto i baffi, prendendole la mano da sopra il cambio manuale. Mentre erano in viaggio, Roger impostò la radio a volume basso per poter parlare. Nel frattempo e quasi all'improvviso, Allison udì una base familiare, quindi alzò il volume riconoscendo la sua canzone. "L'ha fatto!" esclamò, facendosi venire gli occhi lucidi. "Al, è la tua canzone?!" fece ripetutamente di sì con la testa, ancora sbalordita dalla cosa. 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora