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Avevano parlato, e si erano confrontati su ciò che stava accadendo tra di loro

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Avevano parlato, e si erano confrontati su ciò che stava accadendo tra di loro. Questo nei primi dieci minuti in cui lui si era trovato a casa di Allison. Dopo, senza riuscire ad indugiare ancora, si era sporto sul tavolo per baciarla. Lei non poté far altro che ricambiare, e quando si ritrovarono nuovamente nudi tra le lenzuola, si odiò per quell'attrazione fatale che continuava a legarli dopo quasi dieci anni. "Non possiamo continuare così, Rog. Io ho Bruce e tu hai Dominique". "Smettiamola con questa manfrina. Sappiamo entrambi che i rapporti che abbiamo fuori da quella porta, non potranno mai eguagliare quello che c'è stato tra di noi in tutti questi anni. E quello che ancora c'è". "Lo so, ma..." Roger la zittì attirandola a sé per poterla baciare. "Rog, per favore" tentò di divincolarsi, turbata "Dobbiamo parlare. Perciò rivestiti e vieni in soggiorno". Afferrò la vestaglia dalla sedia, risoluta sulle sue seguenti azioni. Roger la raggiunse in pochi minuti. Era così bello con i capelli scompigliati e le guance rosse, che dovette raccogliere tutto il coraggio possibile per continuare a parlare. "Tu hai dei doveri, come padre e come marito". "Esiste il mantenimento" si limitò a rispondere, facendole strabuzzare gli occhi. "Hai già deciso che li lascerai?". Roger fece spallucce. "Non posso fare altrimenti, Allie. Lo sai come sono". "No, non posso lasciartelo fare. C'è un motivo per cui ti ho lasciato due anni fa" lui si grattò la fronte, scostandosi il ciuffo biondo. "Sì, e quei motivi sono andati a farsi fottere, giusto?". "Non parlarmi così, Rog. Se ti ho lasciato è perché dovevo. Siamo entrambi in piena carriera. Non durerebbe. Tu hai bisogno di stare con qualcuno che ti aspetti, ovunque tu vada". "Tu non mi aspetteresti?". "Non ho detto questo". "Se è questo il problema, rinuncerò alla band". "Cosa?" sbottò Allison, sgranando gli occhi. "No, non puoi. I Queen sono tutta la tua vita, la tua famiglia. No, questa è una soluzione assolutamente da escludere". "Allora dimmi tu qual è il tuo piano. Vuoi rinunciare a noi una seconda volta?". 

Decisamente no, si disse sentendo arrivare un'emicrania. "Quando dovrete ripartire per il tour?". "Il dieci, andiamo a Milwaukee. Torniamo a fine mese. A novembre avremo il tour europeo. Il prossimo anno invece avremo diverse date in Giappone, e poi nel Sud America". "Dio, mi fa male la testa al solo pensiero. Potremmo riparlarne quando tornerai dagli Stati Uniti". "Mmh, no" Roger scosse la testa, balzando in piedi. "Non starò tre settimane con l'ansia, pensando a come andrà tra di noi. Dimmelo adesso. Vorresti stare con me?". "Rog" sospirò, sistemandosi la vestaglia. "Dimmelo, Allie". "Certo che voglio stare con te, stupido. Ma io..." Roger sorrise, prendendole il viso tra le mani. "Nessun ma. Ci rivediamo tra venti giorni, piccola". Lo vide filare via, lasciandole un enorme vuoto. Quando incontrò Bruce, dovette dirgli a malincuore che tra loro era finita. "No, perché? Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?". Allison scosse la testa. "Ho represso troppo a lungo i miei sentimenti. Non li soffocherò ancora". Lui aveva capito che stava parlando proprio del suo ex. Ciò nonostante, da gentiluomo la lasciò andare, augurandole di essere felice. Dopo quell'improvvisa rottura, attraversò dei giorni colmi di dolore e pianti isterici. Non riuscì a scrivere, e il taccuino rimase incustodito sul suo comodino di legno d'ebano. Non stava piangendo per Bruce. Beh, magari un pochino ma il motivo principale fu il guaio in cui si era andata a cacciare. Era stata a letto con un uomo impegnato per due notti consecutive, adesso lui stava lasciando la famiglia per lei e Allison non era più riuscita a comporre musica. Il suo contratto con la EMI prevedeva che pubblicasse un altro disco entro l'anno. Aveva a disposizione sei canzoni ma, riascoltandole, le sembrarono spazzatura. Prima che Roger tornasse dal tour, incontrò Ray Foster per presentargli la metà del disco che gli aveva promesso. 

Lo ascoltò in sua presenza, commentando ogni canzone. "Non è male, ma voglio altro. Più energia, più rock n' roll. Stavo pensando ad una collaborazione con i Queen". "Io avrei una cosa da dirle". Ray Foster si fece serio. "Ho intenzione di ritirarmi dalla carriera musicale dopo questo disco". "Scherzi? Hai solo trenta anni. Sei solo agli inizi". "Ne ho già abbastanza" confessò, tirando un grosso respiro. Era tutto vero. Non sopportava più il sentirsi alitare sul collo al fine di farle comporre pezzi nuovi. Prima lo faceva solo per passatempo, per passione. "Andrai in Giappone con i Queen e suonerai con loro sul palco. Dopodiché parleremo del tuo futuro". Ray Foster era il tipo d'uomo con cui non sarebbe mai riuscita ad andare d'accordo e, solitamente, andava d'accordo con tutti. Dopo quel colloquio, colse l'occasione per andare da Mary. La trovò in compagnia di David. Tra loro sembrò andare meravigliosamente e si era liberata perfino dell'anello di Freddie. "Non potevo portarlo ancora. Mi sembrava il frutto di una menzogna". "Menzogna? Quando ti ha fatto la proposta, Freddie era perdutamente innamorato di te". "Già, e guarda dov'è finito adesso. Hai letto gli articoli su di lui sul giornale? Si sta dando alla pazza gioia per locali". 

Allison si era abbuffata di tabloid in assenza di Roger. Non vedeva l'ora di rivederlo. Non avevano detto a nessuno di loro. Allison non sapeva nemmeno se avesse già parlato con Dominique. "Hai sentito qualcuno della band?". Mary scosse la testa. "Non li sento più come un tempo. Mi mancano. Erano la mia famiglia. Mi facevano sentire meno la mancanza di mia madre, ma ok. È andata così" Mary forzò un sorriso, intanto che continuarono a parlare. Quando Allison andò via per tornare a casa, trovò qualcuno sul suo zerbino. Si voltò di spalle quando sentì l'auto accostare. Era Dominique. Atterrita, si avvicinò alla porta. "Dominique, a cosa devo la visita?". "Lo sai bene, sgualdrina". Allison ingoiò la saliva. "Come dici?" prima che potesse risponderle a tono, si ritrovò di faccia sul marciapiede, con l'impronta della sua mano sulla guancia. 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora