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Per quanto odiassero la vista l'uno dell'altro, Roger e Brian arrivarono a Monaco nel più completo silenzio. Superata la porta del Brienner Theatre, si appostarono ognuno al proprio strumento, tentando di mandare avanti lo spettacolo senza intoppi. Nel frattempo, nei pressi di Londra, Allison se ne stava distesa a pancia in giù con il taccuino sotto gli occhi. Delilah e Romeo erano tornati a vivere con lei mentre Lily, Miko e Oscar facevano compagnia a Mary. Lei continuò a lavorare da Biba, cercando nel frattempo un altro impiego che magari fosse a tempo indeterminato. Allison sperò di trovare un talento nascosto anche in lei, quindi le fece leggere la sua canzone, che decise di intitolare Oh, so sweet his eyes. "È davvero bella, Al. E pure molto romantica. L'hai scritta pensando a Roger?". Lei sgranò gli occhi. Non avevano detto a nessuno di quel preludio di una relazione che c'era stato la sera del Ringraziamento. "Allie, puoi dirmelo. La cosa è piuttosto evidente". "E va bene, sì. L'ho scritta per Roger". Mary sorrise con dolcezza. "Siete una coppia molto insolita, ma tifo per voi se mi assicuri che lui ti renderà felice". "Lo spero. Spero che sia migliore di Brian, altrimenti mi pentirò amaramente di essermelo fatto scappare..." prese tempo, buttandosi sul divano "...secondo te è possibile amare due uomini contemporaneamente?". Mary la seguì, sedendole accanto. "No, io penso che se fossi stata davvero innamorata del primo, non ti saresti innamorata del secondo. Ma tu parli di un tipo diverso di amore. Con Roger credo ci sia più attrazione fisica, è chimica. Mentre con Brian... beh, con Brian eravate perfettamente compatibili come i due pezzi di una mela. Hai mai sentito parlare del mito delle metà?". 

Allison annuì, soffocando una risata

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Allison annuì, soffocando una risata. "Stai citando Platone con una che si è appena laureata. Un vero topo di biblioteca. Conosco il mito delle metà, però non ci credo. Non credo all'anima gemella, ma so che due persone possono essere destinate ad incontrarsi in un punto della loro vita". Chiacchierarono e cantarono per tutto il pomeriggio. Poi la invitò a restare per cena. Veronica le raggiunse e insieme parlarono dei ragazzi e delle loro meravigliose canzoni. Allison tornò a casa a mezzanotte inoltrata. Non appena superò la soglia, il telefono squillò facendo echeggiare nella stanza un rumore stridulo e acuto. Si affrettò a rispondere, ritrovando la voce baritonale di Roger. "Ti stavo chiamando da venti minuti". "Scusa, ho cenato da Mary". Allison allungò il braccio per poter accendere l'abat-jour sul comodino, poi si portò la cornetta all'altro orecchio. "Siamo a Bruxelles. Domani andremo in Spagna per l'ultima tappa, dopodiché torneremo a Londra". "Sto fremendo dalla voglia di rivederti". "Sul serio?" domandò lui con un respiro smorzato. Le sembrò emozionato. "Non dirmi così. Anche io tremo al pensiero di rivederti". "Bleeeah" brontolò qualcuno vicino a lui. "Deaky, non rompere..." cacciò John con la gamba "...scusa, era John. Il solito guastafeste". 

"Salutami i ragazzi

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"Salutami i ragazzi. Mi mancate terribilmente. Ho bisogno di un abbraccio di gruppo". "E del mio abbraccio hai bisogno?". Allison si sentì avvampare, dimenticandosi di essere in pieno inverno. "Certo, e non solo di quello". Allison scosse subito la testa, sentendosi un'adolescente irrecuperabile. "Al, tra quattro giorni sarò di nuovo lì. Casa tua sarà la mia prima tappa. Non puoi sfuggirmi". Lei iniziò ad aspettare quel 14 dicembre con ansia, contando i minuti e le ore che la dividevano dal ritorno di Roger. Era seduta al tavolo da pranzo a fare colazione quando sentì qualcuno bussare alla sua porta. Se lo ritrovò sullo zerbino con un mazzo di rose tra le mani. "Sono tornato, piccola". Mentre gli buttò le braccia al collo, lui gettò i fiori per terra. Chiuse la porta dietro di sé con il piede, continuando a baciarla. Le accarezzò i capelli per poi scendere lungo la schiena. La agguantò sotto i glutei, facendola sedere sul tavolo. "Sembra che io ti sia mancato". "Stai zitto, Rog" lo liberò della pelliccia e della collana. Poi gli slacciò la camicia un bottone alla volta. "Cos'hai intenzione di fare, Al?". "Tenerti il più a lungo possibile qui a casa mia". Lo spinse verso il letto, mettendosi a cavalcioni sul materasso. Allison si liberò della felpa e della canottiera, restando con il reggiseno. Non fecero ancora l'amore, ma quell'intenso amplesso fu persino più ardente del sesso in sé. Ecco di cosa parlava Honey – pensò Allison intanto che lo attirava a sé per la nuca. Quei lunghi capelli biondi le si attorcigliarono tra le dita intanto che lo baciava con trasporto.

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora